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Alfa Romeo Spider “Duetto”

Alfa Romeo Spider “Duetto”

Quotazione da 13.000 € a 80.000 €

Ha avuto una vita straordinariamente lunga ed è un modello che ha fatto la storia del marchio Alfa Romeo. Conosciuta dagli appassionati con il soprannome di “Duetto”, è stata la spider per antonomasia della casa milanese per lunghissimo tempo, ma la sua leggenda va ben oltre l’arco temporale della sua carriera, cominciata nel 1966 e conclusasi 28 anni più tardi dopo quattro generazioni e più di 124.000 esemplari. Lo stile di quest’affascinante sportiva con il tetto in tela è opera della Pininfarina e trae ispirazione dall’Alfa Romeo 6C 3000 CM Superflow, fuoriserie che la carrozzeria torinese aveva allestito per il marchio del Biscione in vista del salone di Ginevra del 1960. Il modello di serie, le cui forme, sotto la supervisione di Battista Farina, nacquero dalle matite di disegnatori del calibro di Aldo Brovarone e Franco Martinengo, viene svelato nel 1966 sotto i riflettori della kermesse ginevrina. A quell’auto destinata all’eterna giovinezza, però, mancava ancora un nome, e per trovarlo l’allora presidente dell’Alfa Romeo, Giuseppe Luraghi, si rivolse agli automobilisti, indicendo un concorso dall’accattivante titolo “Spider 1600: dategli il nome. Diventerà famoso” e mettendo in palio un esemplare fresco di fabbrica. Tra le 140.000 schede recapitate all’indirizzo della casa milanese il nome prescelto fu Duetto, ma siccome era già stato registrato dalla Sammontana per un suo famoso prodotto dolciario, il suo inventore, Guidobaldo Trionfi da Brescia, non lo vide mai assegnato ufficialmente all’auto, dovendosi “accontentare” di tornare a casa con la sua nuova, fiammante spider. Fatto sta che, a distanza di quasi sessant’anni, di quel gelato al gusto cacao e vaniglia racchiuso tra due soffici biscotti si ricordano in pochi, mentre la “Duetto” continua a popolare i ricordi e i sogni di tantissimi appassionati. Divenuta famosa in tutto il mondo già nel 1967 grazie al film “Il Laureato”, nel quale un giovane Dustin Hoffman ne guida una rossa fiammante, l’Alfa Romeo Spider va incontro a una crescente popolarità: tra cinema e TV comparirà in altri centinaia di film, ma è sulle strade di tutti i giorni che si costruisce la reputazione di sportiva bella e veloce che dura ancora oggi. Il modello di prima generazione eredita il motore 1.6 bialbero con 109 CV della Giulia Sprint GT e si riconosce a colpo d’occhio per la caratteristica forma a osso di seppia della sua splendida carrozzeria, da cui un altro suo celebre soprannome. Nel 1967 la gamma si allarga con l’ingresso della più esuberante 1750 con 118 CV e un anno più tardi con la Spider 1300 Junior da 89 CV. Al salone di Torino del 1969 debutta la Spider di seconda generazione, soprannominata “coda tronca” per la forma squadrata del cofano bagagli e che, a partire dal 1971, è disponibile anche con motore 2.0 da 132 CV. Nel 1983 arriva la terza serie con motori 1.6 (102 CV) e 2.0 (128 CV); conosciuta anche come “aerodinamica”, è contraddistinta da un massiccio profilo in gomma che avvolge per intero la coda e dai grandi paraurti in plastica che appesantiscono non poco le forme della carrozzeria. Nel 1986 la versione più potente diventa “Quadrifoglio Verde”: cambiano i fascioni paracolpi e le minigonne più avvolgenti e i cerchi in lega, non più di 14 ma di 15 pollici. L’ultimo atto della leggenda Duetto va in scena nel 1989 e si conclude nel 1993 con il modello di quarta generazione. Per distinguerla dalle altre gli intenditori la chiamano “elegante”, un aggettivo che rende il giusto merito al grande lavoro svolto dagli stilisti della Pininfarina, abili nel rimuovere le appendici aerodinamiche e ridonare al corpo vettura la leggerezza tipica delle Spider degli anni ’60 e ’70. Il brillante motore 1.6 rimane a carburatori, mentre il 2.0, che adotta l’iniezione elettronica e il variatore di fase, perde una manciata di cavalli (una decina, nella versione catalizzata).

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la scelta di veloce
Alfa Romeo Spider 1600 1966
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