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Alpine

Rinato dall’oblio, il marchio francese dimostra che qualcuno sa ancora come si fanno le belle auto: quelle tutte da guidare e, possibilmente da guidare a per tranti chilometri. Figlio del titolare della concessionaria Renault di Dieppe, una città francese sulla Manica, e appassionato di corse, Jean Rédelé fonda nel 1955 l'Alpine per la produzione di berlinette sportive con carrozzeria leggera in vetroresina e motori Renault (la prima è la A 106). Le piccole coupé azzurre, che è il colore racing ufficiale francese, si fanno onore nelle categorie minori delle gare di velocità, e in particolare, alla 24 ore di Le Mans, ma la vera fama internazionale dell’Alpine arriva negli anni ‘70 dai rally, dove la A110 si aggiudica il campionato mondiale nel 1971 e 1973. La produzione di serie prosegue negli anni 70 con la A310 e poi con la V6 Turbo che, però, non riescono a coronare l’ambizione dell’Alpine di fare concorrenza alla Porsche. In compenso la collaborazione sempre più stretta con Renault porta alla realizzazione di vetture più economiche come la 5 Alpine del 1977. Però continua l’attività sportiva sia in F1 sia nella categoria prototipi. L’attività ufficiale termina nel 1995, ma successivamente la Renault, proprietaria del marchio dal 1978, decide di impegnarsi in un progetto di rilancio sia sportivo, con il ritorno alle corse nella categoria prototipi, sia produttivo, con la nuova A110 del 2017, che riprende la filosofia costruttiva, improntata alla leggerezza e all’essenzialità, dell'antenata. In quest’ottica di rinascita, la Renault utilizza il nome Alpine anche per il suo team di F1.

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