Ferrari Testarossa

Il nome è quello della leggendaria 250 degli anni ’50, ma, motore dodici cilindri a parte, i punti di contatto tra quella barchetta da corsa e la Ferrari Testarossa del 1984 non sono molti. Erede della 512 BB, ultima rappresentante della famiglia “Berlinetta Boxer”, la Testarossa ne conserva l’impostazione meccanica, declinata, però, in una veste più “granturismo”. La linea, più moderna ed elegante rispetto a quella delle progenitrici e con spunti molto originali, come il monospecchietto montato a metà montante, è destinata a segnare un’epoca. E ne fa una delle Ferrari più amate a desiderate di tutti i tempi. Quanto al motore, il 12 cilindri boxer, derivato da quello della 512 BB, riceve nuove teste a 4 valvole per cilindro e passa da 360 a 390 CV (380 CV dal 1989, con l’adozione del catalizzatore). Una mosca bianca è la versione spider, allestita dalla Pininfarina per Gianni Agnelli. Nel 1992 arriva la prima evoluzione della Testarossa, la 512 TR, rinfrescata nel look e con una potenza di 428 CV. Due anni più tardi la saga di questo Cavallino da sogno si chiude con la F512 M da 440 CV, inconfondibile con i suoi grandi fari carenati anziché a scomparsa, come nelle altre Testarossa.