GARAGE

Lamborghini

“Non è la frizione della tua Ferrari a slittare, sei tu che sai guidare solo trattori”: questa frase, detta a muso duro da Enzo Ferrari a Ferruccio Lamborghini, che si lamenta dell’affidabilità della “rossa” di sua proprietà, induce Lamborghini a costruirsi da solo le sue supercar, affiancando la produzione a quella, già ben consolidata, di veicoli per l’agricoltura. La Automobili Lamborghini debutta nel 1963 con il prototipo 350 GTV disegnato da Franco Scaglione e un 12 cilindri progettato da Giotto Bizzarrini, proveniente proprio da Maranello. Da allora si susseguono un’infinità di oggetti di desiderio, ma la rilevanza mondiale viene raggiunta con la leggendaria – e, per allora, rivoluzionaria - Miura del 1966. Sostituita dall’altrettanto sconvolgente Countach nel 1971, alla quale fanno seguito la Diablo del 1990, la Murciélago del 2001 e l’Aventador del 2011, pensionata nel 2022 per l’esigenza di introdurre un modello elettrificato. Ma l’esigenza si avere anche modelli di gamma più bassa porta alla nascita di Urraco (1973), Jalpa (1981), Gallardo (2003) e Huracán (2021). Nel 1986 c’è anche la svolta epocale della LM002, con il V12 della Countach, che di fatto è la prima fuoristrada ad altissime prestazioni della storia. Lo scopo del progetto, inizialmente, è quello di proporre un veicolo da ricognizione all’esercito statunitense, che ha bandito un “concorso” per sostituire le Jeep. Ma poi non se ne fa nulla e gli americani virano sull’Hummer. Tra le occasioni perse di Sant’Agata Bolognese c’è anche il fallito accordo con la BMW per la progettazione e produzione della M1 nella seconda metà degli anni ’70, che viene meno proprio per le difficoltà economiche della Lamborghini. A fonte di questa iperattività, infatti, i conti economici non tornano fino al 1998, quando la Lamborghini viene acquista dall’Audi che, oltre a garantire le risorse per attualizzare la gamma granturismo, introduce la suv Urus nel 2018, che fa salire le vendite in modo esponenziale rispetto al passato. Prima dell’arrivo dei tedeschi, le continue difficoltà finanziarie portano più volte il Marchio emiliano a un passo dalla scomparsa. Nel 1972 Ferruccio Lamborghini lascia l’azienda all’industriale svizzero George-Henry Rossetti. Poi la proprietà passa anche alla Chrysler (1987) e a un gruppo d'investimento indonesiano (1994).

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