GARAGE

Mini

Ormai le Mini non sono più “mini” come una volta, ma per chi vuole qualcosa che diverta senza debordare troppo nelle dimensioni, il mercato non offre molte alternative. La Mini nasce nel 1959 dalla necessità della Morris di mettere in gamma una vettura economica sia nel prezzo, sia nella gestione, ma che sia comunque in grado di ospitare quattro persone. Il responsabile del progetto, Alec Issigonis, divenuto “Sir” per aver materializzato la richiesta, sceglie una soluzione che per l’epoca è rivoluzionaria: motore anteriore trasversale e trazione anteriore. L’accoglienza iniziale è tiepida, ma le doti di maneggevolezza e il livello di divertimento assicurato dalla vettura prevalgono e ne fanno un successo enorme. Al quale contribuiscono le vittorie assolute al Rally di Montecarlo nel 1964, 1965 e 1967 delle versioni Cooper, che battono vetture ben più grandi e potenti. E nel 1966 sarebbero tre Mini nei primi tre posti, le vetturette inglesi vengono squalificate a fine gara per una irregolarità nei proiettori. Alla carrozzeria tradizionale si aggiungono anche la station wagon Clubman e anche una (orribile) tre volumi. Nel 1969 il nome Mini diventa un marchio a sé stante e tra il 1965 e il 1975 la vettura viene costruita su licenza in Italia dalla Innocenti. Ma una crisi legata anche a un immobilismo tecnico prolungato, compromette le sorti dell’azienda che, nel 1994, passa nelle mani della BMW, insieme a tutto gruppo Rover. Inizia qui la seconda vita della Mini che, comunque, continua ad essere prodotta a Oxford. Il primo modello progettato da BMW debutta nel 2001, con uno stile che imita l’originale, mentre le dimensioni sono ben più abbondanti. E continuano a crescere nella seconda e terza generazione. Accanto alla formula tradizionale, definita “hatchback”, vengono introdotte la Cabrio (2004), la station wagon Clubman (2007), la suv Countryman (2010) e la sua variante a tre porte Paceman (2012), le poco fortunate Coupé e Roadster (2011) e la berlina a cinque porte (2013). E tutte le generazioni prevedono versioni Cooper, con motorizzazioni più aggressive, e via via più estreme nel caso delle Cooper S e John Copper Works, che esaltano il divertimento intrinseco della Mini.

CONDIVIDI SU