Miataland: rifugio mitico per miatisti e MX-5

Miataland: rifugio mitico per miatisti e MX-5

Le strade che vanno da Monte Castello di Vibio a Titignano hanno una caratteristica apparentemente ovvia, ma che oggi non lo è: passano attraverso le piante tipiche della nostra Italia centrale. Come gli ulivi, quindi i suoi profumi. Guidando con la capote abbassata senti tutto, d’altro canto: l’odore acre dei motori due tempi o quello ‘caldo’ dell’asfalto appena steso. L’olfatto è l’ingrediente segreto di una magia che puoi compiere tutti i giorni con la tua spider: guidare da quando la luce comincia a diventare un po’ più arancione fino al tramonto; a capote abbassata, per il gusto di una guidata scacciapensieri. Siamo immersi in questi memorabili paesaggi umbri perché stiamo facendo un ‘carotaggio’ nel mondo MX-5, la Mazda dei record e alla quale abbiamo dedicato nelle scorse settimane una #miataweekveloce. L’auto biposto più venduta al mondo. La spider più longeva di sempre, oltre che la più rotonda viste le sue molteplici capacità: sa essere comoda o divertente, agile e accomodante, sportivetta o silenziosa. In tutti i casi, compagna di viaggio. Ha 31 anni questo ‘concept’ automobilistico a forma di spider, e nella sua ultima release (la versione ND del 2015) è più convincente e ben fatta che mai. Quella che abbiamo per le mani in questo momento è una versione NA. Una delle 49 MX-5 che compongono la collezione di Miataland, il paradiso delle Miata voluto e realizzato da un collezionista molto particolare. E unico al mondo: Andrea Mancini, sul quale torneremo tra un attimo. Potrete ‘conoscerlo’ meglio in questo video che abbiamo dedicato proprio ai fenomeni MX-5 e Miataland.

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UN PASSO INDIETRO. Per arrivare fino a qui abbiamo utilizzato una MX-5 ND 1.5 my 2020 e, per una manciata di chilometri, abbiamo anche avuto modo di rinfrescarci la memoria circa le prestazioni della versione 2.0; sempre una bella peperina, anche se miss equilibrio è sempre la 1.5. Prima di loro sono esistite altre tre generazioni: auto che hanno avuto la capacità di reinventare la spider riproponendola in salsa contemporanea, a partire dalla MX-5 serie NA del 1989; dopo di lei ne sono arrivate altre serie che hanno provato a ‘estenderne’ il concetto espresso dalla prima Miata a una platea sempre più ampia di potenziali clienti (con la NB del 1998). Ma l’evoluzione non si è fermata qui: a metà degli anni Duemila era arrivato il momento, per la MX-5, di provare a farsi grande: convincere il pubblico, insomma, che la MX-5 avrebbe saputo fare la ‘prima auto’. E così arriva, nel 2005, la NC.

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ESPERIENZA. Siamo appena scesi da quell’arzilla vecchietta che è la MX-5 NA: ha una linea che – oggi più che mai – pare destinata all’immortalità. Fari a scomparsa (con tastino a parte per goderli anche a fari spenti, per il gusto di guidare con gli ‘occhi spalancati’), plancia semplice e lineare, i comandi (pochi) dove servono e quel modo facile di farsi portare a spasso. Il tutto accompagnato dalla piacevolezza di guida intrinseca delle auto leggere (meno di mille chili) e con la trazione al posto giusto (dietro). La NA, delle quattro generazioni, è quella che – chi vi scrive – ha sempre e solo visto parcheggiata. Ma non serve molto a capire che la capostipite della saga MX-5 è la detentrice dei geni buoni di questo modello. Oggi, per quanto ben tenuta si sente che ha qualche annetto sulle spalle. Ma la sua guida è un’inno all’equilibrio ed è capace di mettere in gioco tutti i sensi. Olfatto compreso, certo.

STEP EVOLUTIVO. Subito dopo siamo saliti sulla NB, una versione gialla e meravigliosa. “È il modello con cui alla Mazda cercarono di dare un’identità più consistente alla MX-5. Per renderla un po’ più macchina” mi ricorda Andrea Mancini, il proprietario delle auto che sto provando e – sopratutto – l’ideatore e fondatore del Miataland: la più grande collezione di Miata al mondo. Si trova a Piedicolle, in provincia di Perugia, e questo spiega anche perché ci troviamo su queste strade meravigliose, che sembrano scelte con malizia per farti innamorare del concetto stesso di spider. “La semplicità di questo progetto”, continua Mancini, “doveva fare i conti con nuove scoperte biposto che nel frattempo erano entrate in listino: dalla MG-TF all’Alfa Romeo Spider; o ancora alla BMW Z3”. Così, sulla NB, i materiali migliorano, le forme si addolciscono per coerenza con quegli anni 90 che stavano per chiudersi e, soprattutto, la guida si fa un po’ più concreta. Lo sterzo, per esempio, è più consistente (anche se meno puro che sulla NA), come tutto l’insieme. Per questo la sensazione di leggerezza provata con la NA cala leggermente dietro il volante della NB, anche se – è sempre bene ricordarlo – si sta parlando pur sempre di un’auto da 1065 kg. Per 140 cv, visto che questo esemplare, in particolare, è una 1.8.

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IL PARADISO DELLA MX-5. Dopo quest’esperienza che mi ha riportato indietro nel tempo, si punta verso Miataland. Se amate la MX-5, o le spider in generale, dovreste prenotarvi un soggiorno; per tutta una serie di motivi. La prima è che le due auto di cui vi ho brevemente raccontato l’esperienza, oltre ad altre della collezione di Andrea Mancini, sono a disposizione degli ospiti. Nel senso: arrivate al Miataland con la vostra auto e la prenotazione include la possibilità di provare una MX-5. Quella che desiderate o quella che non avete. E non è difficile trovare qualcosa che non conosciate visto che Andrea Mancini è il più grande collezionista di MX-5 al mondo: possiede 49 modelli, tutti serie speciali o versioni comunque uniche. Come ad esempio le M2 1002, vettura particolare e tra le MX-5 più rare: venduta solo in Giappone e soltanto da due concessionari di Tokyo. Per poterla immatricolare fu necessario trasferirla in Inghilterra (allora in Italia non si potevano importare auto dal Giappone) e da lì, Andrea Mancini la guidò per 20 ore per portarla in Italia, un percorso che ancora ricorda con emozione. O la MX-5 V-Spec del ’92, un’edizione speciale ancora appartenente alla prima serie NA: nera con interni in pelle ‘tan’ (biscotto), cerchi BBS da 14” (quelli da 15” non c’erano ancora nel ’92), una delle primissime edizioni limitate della MX-5 nata in occasione del primo anniversario del modello, prodotta anche in una versione gemella che fu la prima ad essere venduta in America con il nome di ‘Miata V-Special’. Ancora: la MX-5 RS del 1994, identificata con la sigla RS sulla sola fiancata destra, un vezzo di cui non si è mai saputo il motivo, monta il motore 1.8 introdotto proprio nel ’94. Anche questa versione vanta dotazioni di pregio come i cerchi BBS da 15” particolarmente sofisticati, gli ammortizzatori Bilstein e il differenziale Torsen. Fra gli allestimenti spiccano i sedili Recaro in kevlar carbonio, specifici per questa edizione della MX-5 e oggi assolutamente introvabili. La sua è una collezione realmente unica, per questo – e per ogni serie – esistono versioni di cui avrete solo sentito parlare su Wikipedia, o nei migliori forum. Per ciascuna delle sue MX-5 c’è un aneddoto, qualcosa che la rende ancor più speciale di quanto non siano. Ed essendo Mancini prima di tutto un appassionato, come tutte le persone come lui, ha un viaggio da ricordare per ogni auto trovata. Miataland, insomma, è un totem alla passione per questo straordinario modello della Mazda. Ecco perché abbiamo deciso di ritornare su quest’auto con un video dedicato all’ultimo aggiornamento della MX-5 (il model year 2020 sia della versione 1.5 sia della 2.0) e a Miataland (Foto: Enzo Petrucci).

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