
Mazda MX-5 Homura: cartolina dal passato
Gli uccellini cinguettano, il sole splende e due spider giapponesi attendono con la capote abbassata: tutto sembra perfetto. Ma il quadro idilliaco si dissolve rapidamente. Alle sei e un quarto del mattino, mentre faccio benzina alla mia anziana Mx-5, nubi scure si avvicinano portando pioggia a catinelle. Quando arrivo all’autolavaggio, la MX-5 ND Homura è pronta, lucente nonostante il diluvio. Il suo rosso Soul Red Crystal resta inarrestabile, come fuoco greco.
UNA DECENNALE SEMPRE ATTUALE. La ND compie dieci anni, ma il suo aspetto resta fresco e attraente. Abbandona i tratti dolci delle sue antenate per uno stile più affilato e grintoso. Dal muso perplesso della NC e quello tonto della NB, si passa a un frontale minaccioso. E non è solo questione estetica: nel 2016 ha vinto il World Car Design of the Year. Sotto la pelle, però, è sempre lei: una vera MX-5. Nonostante l’industria corra verso l’oversize, la piccola spider resiste, più compatta e leggera di prima, ma sempre fedele al suo spirito originario.
HOMURA, LA FIAMMA DELLA GAMMA. La versione Homura – che in giapponese significa “fiamma” – è il top della gamma ND. Cerchi Rays da 16’’, sedili Recaro, pinze rosse Brembo, specchietti neri: dettagli curati per chi ama guidare. A livello tecnico, l’impianto frenante resiste di più alla fatica e l’aspirazione più sonora. Nella 2.0 ci sono anche Bilstein e autobloccante. Noi però siamo al volante della 1.5 da 132 cavalli, più fedele alle origini e perfetta per confrontarla con la mia NBFL. Una differenza di 22 anni che si sente poco: la nuova ND conserva il divertimento di sempre con i vantaggi della modernità.
ALLA RICERCA DELLE CURVE. Destinazione: Zone, piccolo borgo montano raggiungibile solo con una strada tutta tornanti. L’ND 1.5 non è una dragster, ma con 1.005 kg da muovere si difende bene. Va fatta girare in alto per dare il meglio, proprio come la vecchia 1.6. L’aspirazione canta, lo scarico un po’ meno. L’acqua si placa, abbasso la capote in tre secondi netti: semplice, geniale. Verso Zone il cambio viene usato spesso: la leva è fluida, il punta-tacco facile grazie al pedale dell’acceleratore perfetto. Il telaio? Morbido, sincero, ma forse un po’ troppo ondeggiante per chi vuole guidare col coltello tra i denti.
LIMITI E PREGI. La Mazda MX-5 ND Homura 1.5 ha talento, ma non è priva di difetti. Il differenziale aperto fatica in uscita di curva, la ruota interna pattina e si perde trazione. L’autobloccante sarebbe un’aggiunta sensata anche su questa versione. Il volante è un po’ grande e nei primi gradi di sterzo non è così comunicativo, ma in percorrenza diventa sincero e appagante. Alla fine, la ND conferma la sua identità: trazione posteriore, cambio manuale, leggerezza e quella semplicità analogica ormai rara nel 2025.
AMORE VECCHIO E NUOVO. Non solo divertimento: la ND convince anche nella vita quotidiana. Consumi buoni (fino a 16 km/l), baule discreto, ma pochi spazi portaoggetti. La Homura è una MX-5 eccellente, ma a questo prezzo – vicino ai 39.000 euro – avrebbe meritato di più. Sospensioni e autobloccante inclusi. Rimane comunque fedele allo spirito del 1989, regalando emozioni sincere. Meglio questa o una vecchia NA/NB ben tenuta? Magari una ND usata? Non ho tempo per decidere: all’orizzonte si apre uno spiraglio di sole. Bisogna correre, la strada chiama.