
Mazda MX-5 Kazari, la spider con un tocco di classe
Devo dire la verità, per me andare forte in macchina non va d’accordo con l’avere il vento tra i capelli. Sono due cose in antitesi, perché per dare gas sul serio devo essere concentrato solo sulla guida, mentre se c’è una capote ed è tirata giù, allora mi viene voglia di sentire la musica, annusare i profumi della natura e magari fumare anche un bel sigaro. Tutte cose che cozzano con l’entrare in curva col coltello tra i denti, percorrerla sentendo quanto si deforma la spalla del pneumatico e uscire leggermente di traverso. Per cui la Mazda MX-5 Kazari, con la sua eleganza raffinata, mi è piaciuta un bel po’.
SOLO 1.5. Ammettiamo anche che con il 1.5 da 131 CV – il 2.0 da 184 CV non è più importato in Europa – l’unico modo per andare veloce è stare quasi sempre a limitatore e quindi torniamo al discorso precedente: per me lo spirito di una spider non è questo, anche se il nuovo sistema di aspirazione ha reso il sound molto più godibile. Questo è uno degli aggiornamenti tecnici del model year 2025, insieme alla riduzione delle dimensioni dello schermo dell’infotainment per migliorare la visibilità e altre piccole cose qua e là, come il tasto DSC Track per allentare l’elettronica e la nuova regolazione del servosterzo.
TOCCO DI CLASSE. Inoltre, la nuova serie speciale Kazari, dona alla MX-5 un plus di classe che le sta proprio bene e che ti fa venire voglia di mettere un bel paio di guanti traforati e un foulard, come i gentleman driver di una volta. All’interno spiccano i rivestimenti in pelle nappa per sedili, cruscotto e pannelli, che nel caso dell’auto della nostra prova sono chiari; all’esterno fa bella figura la capote, che è multistrato e color beige, a contrasto con il blu scuro della carrozzeria. Del resto questo è un abbinamento che non tradisce mai.
UNA TONNELLATA. L’apertura manuale della capote è così semplice e veloce che in qualche modo ti fa tornare all’essenza delle auto di una volta, quelle dove contava la meccanica e non il portellone a chiusura automatica. Ma del resto sappiamo che la MX-5 è sempre più una mosca bianca: la leggerezza è una delle sue caratteristiche fondanti dal 1989, così come la trazione posteriore, la lunghezza inferiore ai quattro metri, i due posti secchi e la rinuncia a tutto quello che è superfluo. Portare a spasso solo una tonnellata vuol dire avere poca inerzia in tutte le situazioni e sentire l’auto davvero in mano.
DIVERTIMENTO. La seduta bassa, il baricentro rasoterra, lo sterzo diretto e il cambio preciso permettono alla piccola Mazda di trasmettere tantissime informazioni riguardo a quello che sta accadendo tra lei, l’asfalto e chi la guida che non viene mai colto di sorpresa. Le prestazioni in linea retta non mancano – 204 km/h di velocità massima e 8,3 secondi per scattare da 0 a 100 km/h – ma è nelle curve che la MX-5 dà il meglio, perché trova l’appoggio in modo rapido, dopodiché comunica perfettamente quello che ogni ruota sta facendo e ti fa sentire davvero connesso con l’asfalto. Tutto questo per 36.500 euro, che forse sono un po’ tanti.