Alfa Romeo Giulietta SZ: Coda Tronca e 200 orari

Alfa Romeo Giulietta SZ: Coda Tronca e 200 orari

Dai 400.000 ai 500.000 dollari. Questa è la spesa da mettere in conto per portarsi a casa l’Alfa Romeo Giulietta SZ Coda Tronca del 1961 che il prossimo 15 agosto, insieme ad altri gioielli da corsa della casa milanese, come l’unica TZ1 con il tetto a doppia gobba costruita e una T33/2 con un passato nelle corse di durata tra Europa e Stati Uniti, verrà battuta nell’asta di RM Sotheby’s a Monterey, in California. 

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QUESTIONE DI RARITÀ. Cifre da supercar (una Ferrari 12Cilindri nuova fiammante, per intenderci, costa “solo” 395.000 euro) per una piccola coupé che, sotto il cofano, ha un piccolo 1.3 a quattro cilindri con un centinaio di cavalli. Ma i numeri, come spesso accade, non dicono tutto, e questo ne è un esempio perfetto: delle appena 216 Alfa Romeo Giulietta SZ allestite dalla carrozzeria Zagato tra la fine degli anni ’50 e l’inizio del decennio successivo, solo le ultime 41 hanno la coda tronca…

L’Alfa Romeo Giulietta SZ nelle due configurazioni di carrozzeria in cui venne costruita: Coda Tronca e Coda Tonda

L’Alfa Romeo Giulietta SZ nelle due configurazioni di carrozzeria in cui venne costruita: Coda Tronca e Coda Tonda

E L’ALFA SCESE IN PISTA. Del risultato estetico si può discutere (c’è chi preferisce il lato B più affusolato della Coda Tonda e chi quello “tagliato con l’accetta” degli esemplari di fine produzione), ma non c’è dubbio che il designer Ercole Spada ed Elio Zagato ebbero un’intuizione vincente: con la coda tronca, la velocità massima dell’auto (con cui l’Alfa Romeo intendeva “ristabilire le gerarchie” e arginare i successi delle leggere e scattanti Giulietta SVZ che, nelle mani di piccoli team privati, facevano faville) passava da poco meno di 190 a oltre 200 km/h.

Più leggera di quasi 150 kg rispetto alla Giulietta Sprint da cui derivava, la SVZ fu allestita a partire dal 1956 dalla Zagato. Erano auto costruite “su misura”, in base alle richieste dei clienti sportivi

Più leggera di quasi 150 kg rispetto alla Giulietta Sprint da cui derivava, la SVZ fu allestita a partire dal 1956 dalla Zagato. Erano auto costruite “su misura”, in base alle richieste dei clienti sportivi

La coda tronca della Giulietta SZ caratterizzò anche le successive Giulia TZ, auto ancora più sofisticate e veloci grazie al telaio tubolare e a un esuberante 1.6 che a fine carriera arrivò a fornire circa 170 CV

La coda tronca della Giulietta SZ caratterizzò anche le successive Giulia TZ, auto ancora più sofisticate e veloci grazie al telaio tubolare e a un esuberante 1.6 che a fine carriera arrivò a fornire circa 170 CV

Leggerissima e con un grintoso 1.2 da circa 100 CV elaborato dalla Cosworth, la Lotus Elite era una temibile avversaria per l’Alfa Romeo Giulietta SZ

Leggerissima e con un grintoso 1.2 da circa 100 CV elaborato dalla Cosworth, la Lotus Elite era una temibile avversaria per l’Alfa Romeo Giulietta SZ

C’ERA UNA LOTUS DA BATTERE. Sotto la “pelle” d’alluminio della Alfa Romeo Giulietta SZ c’era il pianale della Giulietta Spider e della coupé Sprint Speciale della Bertone, leggermente accorciato nel passo per guadagnare agilità nei cambi di direzione. Quanto alla modifica della coda, si iniziò a discuterne già nel 1960, quando agli uomini dell’Alfa Romeo fu chiaro che, per quanto grintoso, da solo il quattro cilindri bialbero non rendeva l’auto abbastanza competitiva nei confronti delle rapidissime Lotus Elite, che grazie a una leggerissima scocca in fibra di vetro a vuoto pesavano meno di 600 kg, contro gli oltre 850 della Giulietta.

La Giulietta SZ Coda Tronca proposta da RM Sotheby’s alla 3 Ore di Daytona del 1962. Pilotata da Paul Richards, si piazzò 26ª assoluta e terza nella classe GT1.3 (Foto: Revs Institute, Albert R. Bochroch Collection)

La Giulietta SZ Coda Tronca proposta da RM Sotheby’s alla 3 Ore di Daytona del 1962. Pilotata da Paul Richards, si piazzò 26ª assoluta e terza nella classe GT1.3 (Foto: Revs Institute, Albert R. Bochroch Collection)

L’INIZIO DI UN’ERA VINCENTE. La coda tronca evitava dannose turbolenze nel momento in cui il flusso dell’aria si staccava dalla carrozzeria, rendendo l’auto molto più veloce; la leggenda narra che, cronometrato da Spada, in un collaudo Elio Zagato toccò addirittura i 227 orari. Al debutto, nel giugno 1961, c’era proprio il designer-pilota milanese classe ’21, che conquistò pole position e vittoria nella Coppa Sant’Ambroeus. Seguirono altri successi, anche negli Usa, dove nel ’62 la vettura gemella di quella raffigurata in queste foto, con Charlie Kolb alla guida, trionfò nella classe 1.3 alla 3 Ore di Daytona. Appena anno dopo debuttarono la Giulia T.I. Super e la Giulia TZ, e con la nascita dell’Autodelta, per la casa del Biscione, cominciò una lunga e avvincente stagione di successi che ancora oggi fa battere il cuore degli appassionati.

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Foto: RM Sotheby’s

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