
Addio a Tom Matano, il “papà” della Mazda MX-5
Avrebbe compiuto 77 anni il prossimo 9 ottobre, Tsutomu “Tom” Matano, e chissà quali altre auto sognava di progettare, il designer e giornalista giapponese scomparso due giorni fa.
UNO DI NOI. Per il popolo dei motori, Matano ha sempre fatto e sempre farà rima con la Mazda MX-5. Molti proprietari della mitica spiderina l’avevano conosciuto nel 2019 al salone di Torino, dove al Parco Dora aveva autografato centinaia di cofani, osannato dal pubblico come una star. Tom amava stare tra la gente e il sacro fuoco per i motori non si è mai affievolito dentro di lui, col passare degli anni; in California, con la sua MX-5, si univa spesso ai ritrovi degli appassionati, coi quali era prodigo di consigli su come prendersi cura delle loro vetture. E anche su come migliorarne le prestazioni…
SEMPRE ISPIRATO. “Always inspired” (sempre ispirato, dall’inglese) era il suo motto. Il motto di un uomo che è stato fonte di ispirazione per tanti, simbolo di una modo di intendere l’auto sportiva oggi quasi scomparso: leggerezza e bilanciamento ideale dei pesi tra i quattro angoli della vettura, prima ancora che un motore grintoso. Questi, individuati con il collega americano Bob Hall e messi in pratica dal progettista giapponese Shunji Tanaka, gli ingredienti principali di quel piacere di guida che nella MX-5, seduti a un niente da terra e con l’aria tra i capelli, coinvolge tutti i sensi del pilota. A lungo dirigente della Mazda, prima negli Stati Uniti e poi in patria, Matano ha anche guidato il progetto della RX-7 rimasta forse più famosa, quella di terza generazione, siglata FD, e ha lavorato anche per la Holden in Australia e per la BMW in Germania.