Corvette E-Ray: il brivido dell’ibrido

Quando nel 2019 Chevrolet ha spostato il suo V8 dietro le spalle del guidatore, ha riscritto la storia di un’icona. L’ottava generazione della Corvette ha abbandonato la tradizionale architettura “front engine” per diventare una vera supercar a motore centrale. Oggi, con la E-Ray, quel concetto raggiunge la maturità: un V8 da 6,2 litri e 502 CV lavora insieme a un motore elettrico da 161 CV, portando la potenza complessiva a 643 cavalli. Risultato? Lo 0-100 km/h in appena 2,9 secondi. E se la batteria da 1,9 kWh è piccola, la sua funzione è tutt’altro che marginale: alimenta l’anteriore per dare trazione e sicurezza dove altre sportive lottano con l’asfalto. E per qualche chilometro, può perfino muoversi in silenzio, solo a elettroni, fino a 70 km/h.

NON PASSA INOSSERVATA. Bassa, larga, cattiva. Con i suoi 4,73 metri di lunghezza e appena 124 cm di altezza, la Corvette eRay sembra più pronta a decollare che a partire da un semaforo. Le linee tese e le prese d’aria scolpite dichiarano subito i suoi intenti. Coupé o Convertible, poco importa: anche nella versione chiusa basta sganciare tre leve e si viaggia con il vento tra i capelli. I due bagagliai – uno anteriore e uno posteriore – offrono una capacità complessiva di 355 litri, anche se quello dietro, vicino al motore, tende a scaldarsi un po’.

BENE, MA NON BENISSIMO. L’abitacolo è una miscela di teatralità e funzionalità. La console centrale divide i due sedili come in un jet da combattimento, con una lunga fila di comandi fisici per il climatizzatore e un piccolo display da 8” per l’infotainment: completo, ma lento e poco definito. Il cruscotto digitale invece convince, ricco e configurabile, mentre il volante “squadrato” in Alcantara e carbonio offre una presa perfetta, anche se qualche comando è meno intuitivo di quanto ci si aspetterebbe su un’auto da oltre 170.000 euro.

NON TOGLIE, AGGIUNGE. Il motore elettrico anteriore lavora in sincronia con il V8 posteriore senza alcun collegamento meccanico diretto, ma con un’intelligenza elettronica che calibra ogni istante di trazione. In modalità Sport o Pista, basta affondare il pedale per percepire la spinta combinata che incolla all’asfalto: trazione perfetta, accelerazioni rabbiose, passaggi di marcia secchi e rapidissimi grazie al cambio doppia frizione Tremec a 8 rapporti. E quando la strada si fa mossa, ci pensano le sospensioni a controllo elettronico a tenere tutto sotto controllo. Sorprende la capacità di assorbire le buche senza sacrificare la precisione, mentre lo sterzo, seppur un po’ filtrato, restituisce una guida naturale e sicura.

SUONI E SENSAZIONI. Il V8 americano resta fedele a sé stesso: un borbottio profondo, quasi ruvido, che non punta all’isteria dei motori europei da 8.000 giri, ma alla forza della coppia, tutta disponibile presto. Il limite è fissato a 6.600 giri, ma la spinta è infinita già dai 3.000. A fermare gli oltre 1.800 kg della eRay ci pensa un impianto carboceramico Brembo degno di una sessione di pista, potente e instancabile.