Preparati: stai per vedere la Ferrari più brutta di tutti i tempi

Preparati: stai per vedere la Ferrari più brutta di tutti i tempi

Chiunque s’intende un minimo di car design l’avrà senz’altro notato: molto spesso, nel passare dallo stadio di prototipo alle luci della catena di montaggio, l’auto finisce per perdere buona parte del fascino di quella che ne aveva anticipato le forme.

IL PROTOTIPO DELLA ENZO. Ovviamente, non mancano eccezioni alla regola e un caso che lo dimostra in maniera più che eclatante è quello del prototipo della Ferrari Enzo. Allestita nel 2000, un paio d’anni prima che la casa di Maranello lanciasse l’erede della F50, la concept car è quanto di più lontano ci sia dall’auto mozzafiato disegnata dalla Pininfarina. E non certo in senso buono…

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UN V12 DA SOGNO. Quella che però potrebbe sembrare un’inspiegabile caduta di stile da parte di una delle carrozzerie più rinomate al mondo, in realtà, fu una scelta ben precisa. All’epoca, mentre sui tavoli da disegno della Pininfarina gli stilisti facevano a gara a chi avrebbe disegnato l’auto più bella, gli sforzi degli ingegneri della Ferrari erano concentrati sulla creazione di un V12 che sarebbe dovuto essere il più incredibile mai concepito per una vettura stradale del cavallino rampante.

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FU UN DEPISTAGGIO. Ma sul piano della comunicazione c’era un’esigenza altrettanto pressante: bisognava in tutti i modi stemperare l’attesa febbrile per la nuova auto da sogno che prometteva di alzare la già elevatissima asticella delle prestazioni e del coinvolgimento di guida che la Ferrari aveva fissato con la F50. Per depistare gli obiettivi indiscreti dei fotoreporter che le redazioni dei giornali specializzati avevano sguinzagliato nel raggio di 200 chilometri dalla fabbrica di Maranello con la precisa richiesta di rubare un’instantanea della nuova Ferrari Enzo, quindi, la casa del cavallino ebbe un’idea tanto semplice quanto efficace.

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UN PASSO (TROPPO) LUNGO. In pratica, la Ferrari decise di “vestire” la meccanica della Enzo con una carrozzeria deliberatamente sgraziata, con il frontale della 348 degli anni ’80 e la coda della F355 del decennio successivo separati da una distanza esageratamente lunga. Di questo “Frankeinstein”, ottenuto stiracchiando senza mezze misure il telaio di una povera 348 dimenticata in chissà quale angolo nascosto della fabbrica, per quel che è dato sapere, esiste un solo esemplare. E pare che un collezionista l’abbia comprato nel 2014 per una cifra molto, molto importante. L’abito non fa il monaco, recita il proverbio, ma ammetterlo è più facile se ci si può togliere lo sfizio di mettersi in garage un’auto del genere…

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Foto: Ferrari, Modena Motorsport 

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