Sauber, 33 anni di Formula 1 e non solo. La storia

Sauber, 33 anni di Formula 1 e non solo. La storia

Con il Gran Premio di Abu Dhabi dello scorso weekend si è chiusa la storia della scuderia di Formula 1 Sauber, proseguita per ben 33 anni e conclusasi con gli ultimi 2 punti conquistati in pista con il nono posto dal tedesco Nico Hülkenberg, già autore di un terzo posto da podio al Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone a luglio e vincitore di una 24 Ore di Le Mans, nel 2015 su Porsche 919 Hybrid. Tra i meriti di Peter Sauber si possono annoverare l’aver scoperto talenti sopraffini come Michael Schumacher, Karl Wendlinger, Heinz-Harald Frentzen, Kimi Raikkonen, Felipe Massa, Sebastian Vettel, Robert Kubica, Charles Leclerc e… vedremo se Gabriele Bortoleto proseguirà l’elenco, e l’aver preso per primo alcune decisioni storiche nel mondo della Formula 1, come l’aver promosso a team principal una donna, il suo avvocato Monisha Kaltenborn, l’aver realizzato la prima galleria del vento per un team privato (affittata sistematicamente al Gruppo Volkswagen per le auto di serie), l’aver ceduto parte del team (alla BMW) e poi esserselo riacquistato pur di tutelare i suoi dipendenti. Tra le note di colore, anche l’aver offerto il volante delle sue monoposto a un ex-campione del mondo di Formula 1, Jacques Villeneuve, l’aver affidato per primo la sua monoposto a un pilota cinese, Guanyu Zhou, e l’aver ospitato il ritorno dell’Alfa Romeo nella massima serie automobilistica, sia pure da sponsor, a fronte della fornitura dei motori Ferrari. Fino al pochi mesi fa, la Sauber è stata l’ultima scuderia a dare un volante di F.1 a un pilota italiano, quell’Antonio Giovinazzi poi consacratosi con la vittoria alla 24 Ore di Le Mans del 2023. Ma, aspetto forse ancor più importante, fu la Sauber a riportare gradualmente alle corse automobilistiche, fino alla Formula 1, la Mercedes-Benz, dopo aver condiviso con la Casa di Stoccarda tanti successi nel Mondiale Sport Prototipi.

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DAI SEMAFORI DEI GENITORI ALLE AUTO DA CORSA. In realtà la storia del team elvetico con sede a Hinwil, nel Canton Zurigo, prende le mosse nel 1970 con il suo fondatore Peter Sauber, presente sempre (o quasi) in prima fila fino alla gara d’addio tra i cammelli della Penisola Arabica, dove la Formula 1 formato Netflix ha deciso negli ultimi anni di organizzare ben 4 Gran Premi. Peter Sauber debutta professionalmente come venditore di automobili proprio a Hinwil, dove ha sede oggi una struttura quasi fantascientifica per un Paese noto soprattutto per la qualità dei servizi finanziari, per le piste da sci e per i prodotti caseari. È nel 1970 che realizza la sua prima vettura, da competizione, dopo aver deciso di non proseguire con il business familiare (commercio di illuminazione e semafori per uso stradale, tanto per restare in tema…). Questo bolide, basato su un telaio tubolare con un motore Ford-Cosworth da 1 litro di cilindrata, si chiama Sauber C1 (la “C” sta da allora per Christiane, il nome della moglie) e viene allestito in un magazzino dei suoi genitori. La vettura, iniziò a gareggiare nelle cronoscalate del campionato svizzero del 1970 ed ebbe una lunga vita agonistica correndo per tutto quel decennio nelle mani di vari piloti, tra cui Friedrich Hürzeler, che si aggiudicò il titolo nel 1974.

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LE PRIME VOLTE A LE MANS. Nel 1973 iniziò la vera attività di vendita di vetture su commissione, quando costruì tre nuove Sauber C3 per vari clienti. La vettura era progettata da Guy Boisson, e venne usata principalmente nel campionato svizzero sport prototipi che oltre alle cronoscalate in terra elvetica, prevedeva alcune gare all’estero (specialmente nei circuiti tedeschi, francesi e a Monza). La successiva C4 fu la prima vettura con chassis in alluminio sviluppata dal team e fu seguita dalla prima vettura di grande successo, la C5 utilizzata in vari campionati riservati alle vetture Sport 2 litri con il suo motore BMW a 4 cilindri (molto diffuso in Formula 2 e nelle gare sport), in particolare con la vittoria nel campionato Interserie del 1976 nelle mani di Herbert Mueller. Progettata secondo le regole del Gruppo 6, la vettura fu ammessa a partecipare alle 24 Ore di Le Mans del 1977 e 1978, dove restò anche in testa nella propria categoria prima di ritirarsi. Seguì un periodo relativamente sottotono, ch terminerà nel 1985, quando debuttò la C8, primo bolide nato dalla collaborazione tra la Sauber e la Mercedes-Benz. Un fortunato connubio che porterà la C9 dotata del motori tedeschi al successo alla 24 Ore di Le Mans del 1989 e a due titoli iridati Sport Prortotipi nel 1989 e 1990, cui seguirà un terzo trionfo ottenuto con la C11 marchiata sol Mercedes-Benz, però.

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1993: TEMPO DI FORMULA 1. La Sauber debutta in Formula 1 nel 1993 nel GP del Sudafrida, sempre sotto l’egida della Mercedes (la cui stella a tre punte compariva sulle fiancate), col motore costruito dalla Ilmor Engineering (ma denominato Sauber) e con i piloti Karl Wendlinger (austriaco) e JJ Lehto (finalndese). Proprio nel primo GP JJ Lehto coglie un ottimo 5º posto finale. Alla fine di quella prima stagione in Formula 1 la Sauber si piazza al 7º posto nel Campionato Costruttori con 12 punti. Nel Gran Premio d’Italia del 1995, a Monza, arriva il primo podio con Heinz-Harald Frentzen, seguito da quello di Monaco 1996 da Johnny Herbert. Nel 1997 due pilota italiani sono al volante, temporaneamente, della Sauber: Nicola Larini (5 gare) e Gianni Morbidelli (4 Gran Premi). Nel 1998 arriva la prima partenza dalla prima fila, con Jean Alesi al Gran Premio d’Austria e un altro podio, sempre con il francese terzo al Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps dietro le due Jordan di Damon Hill e Ralf Schumacher.

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L’UNICA VITTORIA CON I MOTORI (E I SOLDI…) BMW. Bisognerà attendere il 2001 per vedere la Sauber ottenere il suo miglior piazzamento nel Mondiale Costruttori: quarto, grazie ai piazzamenti dei giovani Raikkonen e Heidfeld. Nel 2004 arriva il primo pilota italiano a tempo pieno nel team di Hinwil: è Giancarlo Fisichella, già in orbita Ferrari, che termina ripetutamente a punti grazie anche al contributo dei pneumatici Bridgestone, più efficienti dei rivali Michelin. Il 2005 vede il ritorno in Formula 1 di Jacques Villeneuve: sarà una delusione e i debiti accumulati dal team elvetico porteranno alla cessione alla BMW. Il team fu ribattezzato BMW Sauber, con Peter Sauber consulente operativo e sede a Hinwil. Il pilota canadese ex-iridato fu licenziato dopo 12 gare per lo scarso rendimento, ma Heidfeld e Kubica ottennero tali e tanti piazzamenti da portarela scuderia zurighese al secondo posto nel Mondiale Costruttori. Sempre nel 2005 debuttò in gara Sebastian Vettel, che andò subito a punti, mostrando tutto il suo talento anche nelle prove del venerdì mattina, dove fu sempre il più veloce. Nel 2006 la prima e unica vittoria in un GP: fu in Canada, e fu doppietta con Heidfeld davanti a Kubica. A fine 2009 la BMW uscì di scena e Peter Sauber riacquistò il suo team, per schierarlo nel 2010 con i motori Ferrari, un legame che dura tuttora.

Robert Kubica BMW Sauber F1.06

UN LUNGO PERIODO SENZA ACUTI MA CON TANTI TALENTI E I MOTORI FERRARI. Dal 2010 al 2017 la scuderia elvetica non fu tra le più competitive, anche per aver puntato su piloti forse emergenti ma poco redditizi. Solo il 2012 fu sorprendentemente positivo, con quattro podi conquistati dal futuro vicecampione del mondo Sergio Perez e dal vincitore di Le Mans Kamui Kobayashi, che valsero alla Sauber il sesto posto tra i Costruttori. Nel 2018 arrivano la sponsorizzazione Alfa Romeo, durata fino al 2023, e Fred Vasseur, che prende il posto di CEO sostituendo Monisha Kaltenborn, ma non i successi. A emergere è soprattutto Charles Leclerc, che lascia poi il volante per la Ferrari cedendolo l’anno successivo al rientrante Kimi Raikkonen, che sarà affiancato per due stagioni da Giovinazzi. Un periodo gramo che solo nel 2025 terminerà con tanti piazzamenti di Hülkenberg (a podio a Silverstone) e il promettente debutto di Bortoleto che vengono confermati anche per il 2026, quando però correranno con il marchio Audi cui Peter Sauber, ormai 82enne, ha ceduto il team, compreso il Direttore Tecnico e COO Mattia Binotto, giunto a Hinwil dopo un passato recente ai vertici della Scuderia Ferrari.

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