I motori termici vivranno più a lungo di quanto pensava l’Ue

I motori termici vivranno più a lungo di quanto pensava l’Ue

Non è un’inversione col freno a mano lungo uno dei tornanti del Col De Turini, ma la recente decisione dell’Unione europea è comunque un segnale di deviazione dalle intenzioni originarie. Diciamo un destra 3 su sterrato con salto, per rimanere in tema di rally. Lo stop alla produzione di veicoli a benzina e diesel previsto per il 2035 e in seguito ipotizzato al 2040, in sostanza, non esiste più. Questo significa una cosa molto precisa: il futuro dell’auto in Europa non sarà solo elettrico. Chi l’avrebbe mai pensato, vero?

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QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA. Va bene assecondare le manie “green” – sensate solo in pochi casi – dell’Ue, ma quando queste decisioni controproducenti minacciano la sopravvivenza di case automobilistiche che danno lavoro a decine di migliaia di persone e dei già tartassati portafogli degli automobilisti, allora bisogna farlo presente. Le vendite delle auto elettriche non decollano, i prezzi delle auto nuove sono saliti alle stelle e le infrastrutture scarseggiano. Inoltre, sappiamo bene come le auto a “pila” in realtà non siano a emissioni zero. Insomma, sarà anche la scoperta dell’acqua calda, ma l’auto elettrica non è la sola soluzione.

C’È L’”INGHIPPO”. La cosa è tanto lampante che l’Ue ha salutato l’obbligo di riduzione delle emissioni del 100%, ponendo un più blando 90% come obiettivo. Non c’è tutta questa differenza, è vero, ma ciò vuole dire non sbattere la porta in faccia ai motori a combustione (benché per raggiungere il target di emissioni le case dovranno comunque vendere più auto elettriche di quanto abbiano fatto finora…).

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ALTRI FIUMI DI (NOSTRI) SOLDI PER L’ELETTRICO. Il pallino dell’auto elettrica, comunque, continua a rimbalzare nei piani testardi dei decisori di Bruxelles. Ne è una dimostrazione lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro in forma di prestiti a tasso zero per spingere l’elettrificazione del parco auto. Inoltre, nasceranno le cosiddette e-car, auto elettriche non più lunghe di 420 cm che beneficeranno di svariate agevolazioni fiscali  su produzione, acquisto, parcheggi, pedaggi e via dicendo.

VITA DURA, PER CHI HA UN’ELETTRICA. Questa mossa, se non altro, è abbastanza di buonsenso, perché le “piccoline” a batteria hanno nei centri urbani il loro “habitat” naturale, ma nei lunghi viaggi i tanti inconvenienti delle auto elettriche, dall’autonomia che cala drasticamente alle velocità autostradali alle difficoltà di ricarica, fanno capire come sia molto improbabile che, in un libero mercato, verranno comprate più auto a corrente che ibride, diesel o a benzina.

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