
Nel 2026 potrebbe tornare la Ferrari 288 GTO
Scegliere il nome di un’auto è una questione più delicata di quanto si possa credere: non potete chiamare una supercar Batuffolo e pensare di spaventare qualcuno, così come non potete chiamarla Senna, come ha fatto la McLaren, e tirare fuori una macchina deludente. La Automobili Maggiore, per fare un esempio recente, ha attinto dalla nomenclatura Ferrari, tirando in ballo la mitica sigla GTO, tre lettere usate fin dal 1962 per identificare quelle rosse nate per la strada ma con un Dna da auto da corsa. Era proprio il caso di farlo? A voi l’aria sentenza…

ODE AL TURBO. L’azienda toscana è già nota per il suo restomod Project M, reinterpretazione moderna della Ferrari 308 GTB. La loro seconda supercar vuole invece omaggiare i motori turbo del Cavallino, e in particolare il V8 biturbo della 288 GTO e il suo progettista, Nicola Materazzi. Per non risultare troppo audaci, il nome scelto è GranTurismO scritto per esteso, e non GTO, ma la sostanza rimanda inequivocabilmente all’antenata della Ferrari F40. Il punto di partenza è sempre una 308 GTB, stavolta modificata molto più in profondità rispetto alla Project M.
ANALOGICA FINO AL MIDOLLO. Il 3.0 senza turbo della piccola Ferrari è stato stravolto: in pratica, resta solo il monoblocco. Ci sono nuove teste, otto farfalle (una per ciascun cilindro), uno scarico più sportivo, lubrificazione a carter secco e, dulcis in fundo, un paio di turbine sequenziali per ridurre al minimo il ritardo della risposta al pedale dell’acceleratore. Potenza raggiunta? 600 cavalli, il 50% in più rispetto a quelli forniti dal V8 della 288 GTO. La trazione resta posteriore, con un cambio manuale a sei marce, mentre le sospensioni sono state realizzate con leghe di derivazione aeronautica e i freni potenziati sono della Brembo.

MUSCOLI ANNI ’80. Il telaio della Ferrari 308 viene esaminato da cima a fondo e rinforzato per non flettersi come una carta da gioco, date le nuove potenze in gioco, coperto alla vista da una carrozzeria in fibra di carbonio che strizza l’occhio a quella della 288 GTO. I dettagli nostalgici sono numerosi: fari a scomparsa, cerchi a stella, la forma delle aperture del paraurti anteriore, le “branchie” sui parafanghi posteriori, i fanalini tondi, le linee spigolose o, ancora, il cambio con il selettore a griglia. Insomma, un buon tentativo, anche se la linea della musa ispiratrice resta insuperabile. La Automobili Maggiore non ha più rilasciato aggiornamenti riguardo questo omaggio alla 288 GTO. Vedremo se nell’arco del 2026 la GranTurismO comincerà a frequentare l’asfalto o resterà un progetto che galleggia tra rendering e realtà.

















