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Honda

Alzi la mano chi non ha nel cuore i suoi motori ululanti che girano a regimi fantascientifici. Perché la Honda è anche questo: ingegneria pazzesca, per tutti. E l’aver democratizzato concetti tecnici dalla sportività assoluta ha reso intramontabili alcuni suoi modelli. La storia marchio giapponese comincia dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1948, quando il Giappone è in ginocchio va motorizzato. Si comincia con la produzione di motociclette e presto la honda porta un attacco letale al gotha del motociclismo mondiale, rappresentato dai marchi inglesi, italiani e tedeschi. Il primo prodotto a quattro ruote arriva negli anni ’60 ed è un pick-up, ma poco dopo debutta la “spiderina” S500, con motore motociclistico di “mezzo litro”. Ma già nel 1964 c’è il debutto in F1, con una vettura costruita interamente in casa, come solo la Ferrari fa a quei tempi. E l’anno dopo arriva la prima vittoria. Ma è solo una breve parentesi, che verrà riaperta nel 1983 e, in meno di un decennio, le monoposto motorizzate Honda vincono 6 mondiali costruttori e 5 titoli piloti. Poi, la fornitura di motori, in modo più o meno ufficiale va avanti con altri successi e con l’epopea della Red Bull con Sebastian Vettel e Max Verstappen. Ritornando alla produzione di serie, negli anni’80 nascono i primi motori V-Tec a fasatura variabile, che infilano la Honda nel cuore di chi ama le prestazioni e la bella meccanica: dalle varie versioni della Civic fino a prodotti top come la prima NSX, che viene addirittura sviluppata con la collaborazione di Ayrton Senna, e la spider S2000.

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