Mitsubishi Lancer Evolution

Con questo modello, che ha ottenuto grandi successi nei rally e ha avuto una lunghissima carriera agonistica, la Mitsubishi si è costruita una solidissima reputazione, facendo proseliti in ogni angolo del mondo. Stiamo parlando del modello rimasto forse più famoso nella storia della casa giapponese, ovvero la Lancer Evolution, versione sportiva – declinata in ben dieci generazioni – della popolare berlina rimasta sulla breccia dal 1992 al 2016. In particolare, le versioni dalla I alla V (tutte seguono il sistema di numerazione romano) della Mitsubishi Lancer Evolution hanno rappresentato la base di partenza per lo sviluppo dei modelli da rally Gruppo A che hanno conquistato ben quattro titoli mondiali consecutivi, dal 1996 al 1999. E pensare che, in origine, la Lancer Evolution doveva essere venduta solo in Giappone… Per fortuna, però, a partire dalle Evo V venne esportata anche nei più importanti mercati europei, mentre con la Evo VIII la Lancer sbarcò finalmente anche negli Stati Uniti. La prima Mitsubishi Lancer Evolution era mossa da un 2.0 quattro cilindri litri turbo con 250 CV e offriva un grip eccezionale grazie a un efficace sistema di trazione integrale permanente. Incoraggiata dai brillanti risultati ottenuti dalla sua berlina super sportiva, la Mitsubishi cominciò ad aggiornarla già nel 1993, anno del debutto della Evo II (260 CV), seguita due anni più tardi dalla Evo III, leggermente rivista nel look e con 10 CV in più sotto il cofano, per una punta massima di 240 km/h. Con la Evo IV del 1996 la potenza salì a 280 CV e fu introdotto il sistema AYC, un dispositivo che consentiva il controllo attivo dell’imbardata, rendendo la guida più semplice la guida veloce.
A seguito del cambio di regolamento deciso dalla FIA, che in pratica dava maggior libertà ai costruttori, nel 1998 la Mitsubishi presentò la Evolution V. Sulla GSR (la Lancer era disponibile in due diverse versioni: la standard GSR e la più estrema RS) vennero montati nuovi sedili Recaro, mentre dietro apparve un nuovo alettone (regolabile) in alluminio. La potenza rimase invariata. Sulla Evo VI comparve un intercooler più grande e l’estetica beneficiò di piccoli aggiornamenti. Alle due versioni GSR e RS si aggiunse la RS2 (in pratica una RS con alcuni optional della GSR). Nel 2001, per uniformarsi al nuovo regolamento del Mondiale rally, diverso da quello del Gruppo A, la casa modificò la nuova EVO VII in diversi punti, concentrandosi soprattutto sullo sviluppo di un differenziale centrale attivo elettronico e di un differenziale posteriore a slittamento limitato di offrire il massimo grip su ogni fondo, dall’asfalto alla ghiaia alla neve. La potenza rimase invariata a 280 CV. La Evo VII vide anche l’esordio, nella versione GT-A, di un cambio automatizzato: si trattava di un 5 rapporti a controllo elettronico capace di adattarsi allo stile di guida del pilota, modificando in base alle circostanzei passaggi di marcia. Nel 2003 venne presentata la Evolution VIII con un cambio manuale a 6 marce: l’auto era disponibile anche nella pepatissima versione MR (Mitsubishi Racing), utilizzata come base di partenza per la preparazione di modelli super aggressivi come la serie FQ creata dalla Ralliart inglese, forte di ben 402 CV. Nel 2005 tocca alla Evolution IX e infine, nel 2008, il testimone passa alla Evolution X. Al top della gamma si colloca la raffinatissima FQ-400, il cui motore, pesantemente eleborato, raggiunge quota 403 CV. L’elettronica gestiva totalmente la trazione, mentre l’assetto poteva contare su molle Eibach e ammortizzatori Bilstein. L’impianto frenante aveva dischi in alluminio aerospaziale e carbonio con pinze carbo-ceramiche. Rivista anche la carrozzeria, modificata con nuove prese d’aria sul cofano, spoiler anteriori e diffusori posteriori in carbonio. Infine, nel 2015, l’auto esce definitivamente dai listini con la Final Edition, realizzata in 1600 esemplari.