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Renault 5 Turbo

Renault 5 Turbo

Quotazione da 80.000 € a 220.000 €

Simbolo di un’epoca, la Renault 5 Turbo è uno dei punti di vanto della divisione sportiva della casa parigina. Prodotta in meno di 5.000 esemplari tra prima e seconda serie, da nuova costava parecchio e in molti hanno potuto solo desiderarla, vedendola vincere nei rally e “spadroneggiare” sulle strade di tutti i giorni, compagna di “vita spericolata” di tanti ragazzi di buona famiglia dal piede pesante. Oggi continua a far battere i cuori degli appassionati, con quotazioni in costante ascesa che riflettono il suo status di vera regina tra le berline “pronto corsa” degli anni ’80. Presentata nel 1980 al salone di Bruxelles e rimasta in listino per i successivi cinque anni, la Renault 5 Turbo è il risultato di un progetto partito nella seconda metà degli anni ’70, quando il marchio della losanga decise di tornare nel Mondiale rally per rinverdire i fasti dell’Alpine A110. Alla definizione dello stile della più potente delle Renault 5 contribuì anche il centro stile della Bertone, all’epoca guidato da Marcello Gandini, che nel 1978 allestì un primo prototipo per il salone di Parigi. Al di là delle forme della carrozzeria, che lo specialista Heuliez rendeva più muscolose con ampi passaruota e generose prese d’aria, dell’utilitaria da cui derivava la Renault 5 Turbo manteneva ben poco. Le portiere, l’intero padiglione e il portellone erano in alluminio, i paraurti e i parafanghi in resina e l’alettone in poliuretano. I progettisti ripensarono anche l’interno, con una plancia di nuovo disegno e una dotazione che comprendeva alzacristalli e specchi retrovisori regolabili elettricamente. Il motore, messo a punto nella fabbrica Alpine di Dieppe e collegato alle sole ruote posteriori, era un esuberante 1.4 turbo a benzina con 160 CV, collocato non più davanti ma a centro vettura, a pochi centimetri dalla testa del pilota. Si trattava di un motore non solo molto potente, in rapporto alle dimensioni ridotte della vettura che era chiamato a muovere, ma anche dalla meccanica molto raffinata, con distribuzione ad albero a camme laterale con aste e bilancieri e alimentazione a iniezione meccanica. La turbina Garrett T3, raffreddata da un intercooler aria-aria, lavorava a una pressione di 0,86 bar, il cambio manuale era a cinque marce e la frizione bidisco a secco più robusta rispetto a quella delle normali Renault 5. Le prestazioni dichiarate dalla casa erano quasi da supercar, con una velocità massima di 206 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi. Nel 1983 arrivò la Turbo 2: la meccanica non cambiava, ma per ragioni di costi la casa rinunciò alla carrozzeria in alluminio, virando sul più economico (ma anche pesante) acciaio e decise di adottare la plancia delle normali Renault 5. Numerose furono le configurazioni realizzate in base ai diversi regolamenti sportivi: quelle preparate secondo le specifiche del Gruppo B, in particolare, avevano potenze comprese tra i 240 e i 300 CV, con un picco di 350 CV raggiunto a cavallo tra il 1984 e il 1985 grazie a un aumento della cilindrata del quattro cilindri a 1.527 cc. Una menzione particolare spetta anche alla Renault 5 Turbo Produzione per la pista, allestita nel biennio ’86-’87: mossa da un 1.4 con 370 CV, in quegli anni prese parte al Campionato francese superproduzione. La Renault 5 Turbo ha mostrato le sue doti migliori nei rally, dimostrandosi un osso durissimo per qualunque avversaria specialmente sull’asfalto, sia asciutto sia bagnato (memorabile la vittoria nel Rally di Monte Carlo 1981 conquistata dallo specialista Jean Ragnotti in coppia con Jean-Marc Andrié). La carriera di questa “belva” in taglia small si concluse nel 1986, con il tramonto dei mostri del Gruppo B, ormai diventati troppo veloci e troppo pericolosi per correre, ma il mito è senza tempo.

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Renault 5 Turbo 1980
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