BMW M4 Competition: oltre le apparenze

La maggioranza dei commenti sotto alle pagine social di BMW M e agli articoli dei siti web di settore sono stati tutt’altro che clementi quando lo scorso autunno la BMW ha svelato le nuove M3 e M4. Sebbene le caratteristiche meccaniche potessero mettere d’accordo anche i puristi con trazione posteriore e cambio manuale ancora tra le voci della scheda tecnica, il suo design ha messo in discussione un’icona che dura da trentacinque anni. Già perché la nuova M4 è più grande e più sfacciata che mai, ma la verità è soltanto una, anzi due: va fortissimo, lo scopriremo, e a tantissime persone (che non commentano su internet) la sua mascherina piace.

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POTENZA E COPPIA DA VENDERE. Va fortissimo, già, merito prima di tutto di un nuovo cuore pulsante, sempre a sei cilindri sempre biturbo, ma tutto nuovo. Si chiama S58 e rispetto al precedente S55 porta in dote diverse novità meccaniche e tanta potenza in più: 510 cavalli e 650 Nm di coppia in questa variante Competition, 50 cavalli in più della massima evoluzione dell’S55 (che sulla M4 CS toccava i 460 cavalli). Ma soprattutto tutta questa potenza viene spalmata sul contagiri con maggiore linearità di prima, in un crescendo di forza e velocità: ai bassi regimi la M4 non è più così nervosa e avvicinandosi a limitatore (a 7200 giri) la forza di questo 3.0 non sembra mai placarsi. Grazie al nuovo albero motore alleggerito in acciaio forgiato la reattività agli input dell’acceleratore è davvero ottima e si sale e si scende di giri in un batter d’occhio. 

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TECNOLOGIA AL SERVIZIO… DELLE SBANDATE. Ma non pensiate che la nuova M4 abbia perso la sua – per così dire – cattiveria o la voglia di stracciare le gomme. Con 650 Nm tutti scaricati sulle ruote posteriori è ancora un oggetto da maneggiare con cura, almeno quando la strada non è perfettamente asciutta. Per chi ama la guida più pulita – in ogni condizione climatica – farà piacere sapere che la M4 sarà per la prima volta disponibile anche con il sofisticato sistema di trazione integrale M xDrive, lo stesso dell’ultima M5. Per tutti gli altri, questa M4 posteriore offre un controllo di trazione regolabile su dieci posizioni e il Drift Analyzer: un’applicazione del sistema multimediale che analizza per quanti metri e con quale angolo andate di traverso, dandovi persino un voto. Quanto verrà utilizzato? Sospetto poco, ma avere a disposizione un così raffinato controllo di trazione vi permette di cucirvi addosso questa M4 a seconda delle vostre capacità di controllare le sbandate e del vostro stile di guida. E per tutti coloro che come a me non piace dover ogni volta prendersi cinque minuti per selezionare tutte le impostazioni desiderate, non spaventatevi: si possono salvare due setting preferiti M1 e M2 richiamabili da questi due tasti rossi sul volante.

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LA FRENATA VALE ORO. La M4 Competition fa da 0 a 100 km/h in 3”9 e raggiunge i 290 km/h di velocità massima, ma prima di mettere alla prova questi numeri diamo un occhio a quello che ci ferma. La M4 Competition della prova monta pinze dei freni oro: in BMW M sono sinonimo di impianto frenante carboceramico un optional da oltre 8mila euro ma che – vi assicuro – li vale tutti: con dischi da 400 mm davanti e pinze a sei pistonicini e 380 mm dietro e pinze a quattro pistoncini dietro in condizioni ideali – ci si ferma dai 200 km/h in soli 128 metri. Ma soprattutto potendo operare alla massima efficienza fino a 700 gradi hanno una potenza frenante sempre forte e costante anche durante un lungo utilizzo in pista o scendendo da un passo di montagna. 

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GUARDA LE GOMME. Un fattore ancora più importante quando lo relazioniamo al peso della vettura. Da una generazione all’altra l’ago della bilancia è schizzato all’insù e di oltre 140 chili, non poco per una sportiva del genere, ma si sentono davvero alla guida? La risposta è no: la BMW M4 Competition ha una direzionalità e una precisione d’inserimento davvero notevoli e tra una curva e l’altra presto vi dimenticherete dei suoi 479 cm di lunghezza e dei suoi oltre 1700 chili. Merito dell’assetto, ben tarato e rigido, ma allo stesso tempo composto sugli avvallamenti, ma anche di gomme anteriori dalla sezione davvero generosa: 275 mm, appena 10 mm in meno delle ruote posteriori. Pneumatici che non sembrano togliere nulla all’agilità della vettura e che danno gran confidenza. Solo facendoli davvero lavorare al limite e per diverso tempo inizieranno a lasciare spazio a qualche piccola imprecisione nei rapidi e stretti cambi di direzione.

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E QUANDO SI CAMBIA MARCIA? Non possiamo poi non spendere qualche parola sulla trasmissione, un’altro tema caldo della nuova M4 Competition. Perchè se sulla M4 standard da 480 cavalli è un manuale a sei marce – una vera rarità di questi tempi – sulla Competition non è più robotizzato a doppia frizione, ma un automatico a convertitore di coppia ZF con otto rapporti. Come su tutte le BMW M automatiche la velocità di cambiata è regolabile su tre posizioni e lo ZF anche in questa applicazione non delude: i passaggi di marcia sono veloci e pure la logica di funzionamento in ‘auto’ è da vera sportiva, mentre utilizzando le palette non vi viene mai negata la marcia desiderata. Manca tuttavia quella secchezza dei precedenti DKG nei passaggi di rapporto ma questo a dire il vero è anche un bene: già perché senza le brevissime ma brusche interruzioni di potenza di una trasmissione con frizioni, il telaio non si scompone mai neanche se vi trovate costretti a cambiare nel pieno di una curva.

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SI FA NOTARE. Ma torniamo a parlare di design, perché mascherina a parte gli stilemi tipici di BMW M ci sono tutti, ma su questa M4 sembrano quasi urlati: come i quattro terminali di scarico, dei veri cannoni, incastonati in un vistoso diffusore in fibra di carbonio, piuttosto che le minigonne e le prese d’aria ai lati della calandra. Difficile passare inosservati e pure all’interno la M4 vuole davvero farsi notare; basti pensare ai sedili, a guscio in fibra di carbonio: sembrano presi da un’auto da corsa anche se sono a regolazione elettrica. Sono un optional da 3900 euro e sebbene non siano dei più comodi quando si tratta di salire o scendere dall’auto, quando le forze g aumentano difficilmente troverete un altro sedile che tenga così saldo. E non sono troppo rigidi da risultare scomodi anche dopo diverso tempo alla guida. Sempre facendo riferimento alla lunga lista degli optional non mancano poi finiture in carbonio dentro e fuori e tutta la tecnologia a cui le auto moderne ci hanno abituato. Insomma un pacchetto completo per abbinare tanta sportività a una buona dose di usabilità quotidiana.

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I TEMPI CAMBIANO, LE BUONE BMW RESTANO. Le BMW M3 e M4 sono diventate icone, non solo per la loro storia o per i successi sportivi della prima generazione, ma per la loro capacità di essere ogni volta al passo con i tempi senza tradire quel divertimento di guida tipicamente BMW che in tanti amiamo. E così in 35 anni i cilindri che erano quattro e poi sei e addirittura otto sono tornati a essere sei ma con la sovralimentazione per erogare sempre più cavalli, ma rispettare le più stringenti normative sulle emissioni e persino consumare un po’ meno benzina. Le dimensioni sono cresciute e il confort ha preso sempre più spazio perchè ormai chi compra queste prestazioni non rinuncia alla comodità. Lo stile si è evoluto e la platea di clienti si è allargata sfondando le porte di Europa e Stati Uniti a paesi e culture ancora più lontane. La nuova M4 è il miglior esempio di questa trasformazione. Ma che pensiate che lo scorrere del tempo sia un bene oppure no non fa differenza:  una volta che l’avrete guidata a fondo quella voglia iniziale di trovarle dei difetti vi passerà molto in fretta, lasciando spazio solo al suono del sei cilindri e delle gomme che stridono per terra.

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