Cassetta Abarth: torna, uguale a ieri, 55 anni dopo

RIPRODUZIONE FEDELE – Una cassetta di legno entrata nella leggenda e un nome, quello di Carlo Abarth, anche lui storia dell’automobilismo. Erano i primi anni sessanta e nello stabilimento di Corso Marche a Torino nasceva l’elaborazione destinata alle vetture di massa. Da quei tempi la passione per lo Scorpione non si è mai fermata e così, a cinquantacinque anni dal primo kit di elaborazione del motore della Fiat 500, è stata commercializzata la replica della famosa cassetta di trasformazione. I tecnici di FCA Heritage hanno studiato e riprodotto tutte le componenti presenti nel 1963: canne e pistoni di diametro 73,5 mm, serie di molle valvole, albero a camme, guarnizione testa, coppa olio, carburatore Weber 28, scarico completo e relative staffe di fissaggio.

MENO DI 2MILA EURO – Infine, le nuove parti sono state montate su una ‘vettura laboratorio’ iscritta all’ultima edizione della Targa Florio: un test vero per verificarne il corretto funzionamento prima dell’arrivo sul mercato. La Cassetta di trasformazione Abarth Classiche 595 è proposta al prezzo di lancio di 1952 euro. Anche le grafiche sul legno si ispirano all’originale, mentre il sigillo Abarth Classiche garantisce l’originalità del prodotto e la sua realizzazione nel rispetto della tradizione sportiva dello Scorpione. Nel video qui sopra abbiamo provato la 595 di FCA Heritage Hub e abbiamo intervistato i responsabili del progetto.

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Un commento su “Cassetta Abarth: torna, uguale a ieri, 55 anni dopo”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    La 500 perfetta non era Fiat e nemmeno Abarth.

    ‪Il motore, bicilindrico parallelo, il punto debole della Fiat 500 che Dante Giacosa per sua stessa ammissione avrebbe voluto contrapposto, venne sostituito nella 500 perfetta, realizzata in Austria dalla Steyr Puch, da un motore boxer bicilindrico, più potente e prestante dell’originale Fiat, con cilindrate che partirono dai 493 cm³ nel 1957 per aumentare a 643 cm³ nel 1963 e a 660 cm³ nel 1964.‬

    ‪La 500 Made in Austria risultò la 500 perfetta, maggiori prestazioni, vibrazioni ridotte al minimo, equilibrio motoristico, grande affidabilità ed elevati chilometraggi.‬

    ‪La Steyr Puch era la 500 con il motore perfetto che Dante Giacosa avrebbe voluto realizzare, tecnicamente ispirato ai boxer di Hans Ledwinka, copiati da Porsche per il Maggiolino.

    Uno scattante, affidabile e leggero motore boxer in alluminio, gestito da un cambio ZF sincronizzato, freni, ammortizzatori e ruote maggiorate per aggredire i tornanti delle Alpi.

    La muscolosa 500 alpina, Made in Austria diventò subito famosa ed ambita, molto più delle torinesi Abarth, ma era irraggiungibile per gli italiani.

    In Austria fu subito un successo. Venne ribattezzata Puchwagen e diventò immediatamente la vedette dell’Automobile Club e delle Poste austriache, e i postini austriaci diventarono dei piloti sulle loro Puchwagen, praticamente una Porsche bicilindrica, la miglior 500.

    Lo dimostrò nel 1964 quando una Puchwagen 650 TR2 vinse il Rally di Monte Carlo nella classe fino a 1.000 cm³.

    Usata, oggi raggiunge prezzi elevati, a confermare il suo elevato valore tecnico ed anche perché FIAT impedì la vendita in Italia, nonostante fosse molto richiesta per le importanti prestazioni.

    Comunque il grande Dante Giacosa aveva ragione: il bicilindrico della 500 Steyr Puch come tutti i bicilindrici boxer ha equilibrio e minime vibrazioni, se si eccettua una modestissima coppia non bilanciata, oltre ad avere un funzionamento straordinariamente regolare in quanto le fasi utili risultano distanziate uniformemente, cosa che rende particolare la tonalità del contrapposto. Come se non bastasse, l’albero a gomiti poggia su due soli supporti di banco e ha i perni di biella a 180°; a collegarli provvede un braccio di manovella lungo e non supportato proprio come il cuore di questa brillante ed affidabile 500 Made in Austria, quella che avrebbe voluto Dante Giacosa, il suo papà.

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