Ferrari Portofino M: nata sotto il segno del rombo

C’è qualcosa di straordinario ogni volta che ci si accompagna con una Rossa. Non è solo una questione di potenza, status o storia, ma si tratta di quella speciale messa a punto. Di quel modo in cui sono pensate, curate in certi dettagli piuttosto che in altri. C’entra quel modo in cui sono amate – in un certo senso – da quando ancora sono nelle menti dei loro creatori. Sono certo che stia tutto qui il vero dietro le quinte delle auto di Maranello, in quel qualcosa che gli altri non riescono a replicare. ‘Gli altri’ sono il resto del mondo: che osserva e analizza Maranello. In certi casi qualcuno riesce pure a fare meglio, ma senza quella sottile presenza che poi è il sangue vero e proprio delle Ferrari.

Ferrari-Portofino-M-27

CIELO RUGGENTE. Ora arriva la Portofino M, dove M sta per modificata. Modificata nei dettagli utili a renderla ancora più speciale, veloce e coerente con la sua missione. Che poi è quella di accompagnare con un sound d’altri tempi cavalcate infinite tra scenari da selezionare con cura; almeno se l’idea è quella di farci un giro la domenica o di accompagnare i propri figli verso culture automobilistiche dedicate al WWF (spero abbiate capito in quale senso, però). Il riferimento, certo, è al sound – sempre pazzesco – e sul quale torniamo nel paragrafo dedicato al motore. Scenari, dicevo, che in ogni caso possono essere anche quelli del quotidiano perché, come la Roma, anche questa Portofino M è stata pensata per chi la Ferrari non la vuole tenere solo in garage. Ma vuole usarla tutti i giorni. 

Ferrari-Portofino-M-36

METTERSI COMODI. La cosa che più mi ha sorpreso al volante della Portofino M è il confort. Sebbene ampiamente imparentato con la Roma, il suo confort è di natura diversa, assai più incline ad assorbire le asperità per massimizzare il piacere di viaggiare col vento tra i capelli. Non che la Roma (qui video e speciale) sia scomoda, anzi, ma è lampante quanto la comodità della Portofino abbia altre mire. Da vivere in pace coi sensi, per certi aspetti. Se non fosse chiaro cosa sia l’imprinting Ferrari quando cominci ad alzare il volume della prestazione, a tratti potresti pensare di essere alla guida di un’auto di un’altra Casa automobilistica. Questa dicotomia è esattamente l’aspetto speciale che, secondo me, caratterizza le Ferrari come la Portofino M: capaci di essere egregiamente fittate sulle esigenze per cui è stata concepita; anche grazie alle messe a punto multiforma richiamabili dal Manettino. È così che la Portofino M sa essere dolce coi paesaggi o assurdamente veloce quando le strade si aprono. 

Ferrari-Portofino-M-9

SENSAZIONE TATTILE. Comoda, dunque. E, dentro, piena di tasti: dopo l’abbuffata di touch screen e pad touch dell’assurdamente veloce SF90 o dell’incredibilmente bella Roma, qui si torna ai cari vecchi tasti fisici. O meglio restano. La scelta degli uomini di Maranello è stata quindi quella di concentrare gli aggiornamenti della variante M della Portofino sul versante meccanico; andando a effettuare un fine tuning sul sistema di infotainment già esistente sulla Portofino prima maniera. Il risultato è stato una sorta di ‘tuffo nel passato’ nel quale su un’auto di ultima generazione è possibile riassaporare la sensazione tattile di azionare i comandi: come quelli del climatizzatore, per esempio. O della radio. Cosa che, personalmente, ho apprezzato. In ogni caso: lo schermo tattile è ora più grande (10″25) e non mancano Apple Carplay e Android Auto. Ovviamente a pagamento…

Ferrari-Portofino-M-20

PRESTAZIONE PRÊT-À-PORTER. Queste le cose che più mi hanno colpito di questa nuova Portofino M, oltre alle lievi – delicate – modifiche apportate alla carrizzeria. Poche, come potete vedere, a esclusione del posteriore, assai più ‘scavato’ e dettagliato di prima. Per il resto, prestazioni e piacere di guida che – lecitamente – aspettavo da questo modello imparentato per il 70 per cento con la Roma. Anche qui il Manettino è ora spettabile in cinque posizioni, con l’ultima, la più performante Race, che dispensa perle di sovrasterzo ai driver; col risultato di regalare brividi sicuri a tutti – ma proprio tutti – i driver. Divertente pensare di portare a spasso mogli, fidanzate, figli o amici sapendo di poter contare su quest’arma per strapazzarli in sicurezza. Senza dimenticare, in ogni caso, che al di là di qualche piccola gioia, per sfruttare tutta la potenza di quest’auto servirebbe in ogni caso una pista visto che i cavalli in ballo sono una montagna. Ma sebbene iper attrezzata, questa Portofino M da pista non è. Per quello, come sapete, la Ferrari ha messo a punto modelli con altro sangue nelle vene.

Ferrari-Portofino-M-33

CIAK SI GIRA (A 7500 GIRI). Sempre V8, sempre biturbo, ma ora con 20 cv più di prima. È abbinato all’inedito cambio robotizzato doppia frizione a otto rapporti, uno in più della vecchia Portofino. Questa trasmissione – introdotta a partire dalla SF90 Stradale da 1000 cv e dalla GT Roma – ha dimensioni delle frizioni più piccole, pur garantendo passaggi di marcia ancor più rapidi e un sensibile miglioramento dei consumi e delle emissioni grazie all’ottava marcia di riposo. Per rispettare le normative sulle emissioni Euro 6D, la Ferrari Portofino M è inoltre dotata del filtro antiparticolato, ma gli uomini del Cavallino hanno lavorato parecchio perché il sound del motore non venisse compromesso da questa ulteriore strozzatura. Per questo la linea di scarico, priva dei silenziatori finali, è ‘accordata’ in modo attivo da speciali valvole che ne intonano il ‘canto’. Questa soluzione tecnica – ovvero l’eliminazione dei silenziatori – è anche la ragione per cui i designer hanno potuto ridefinire alcuni stilemi della parte posteriore. 

Ferrari-Portofino-M-34

EMOZIONI SCOPERTE. Il suono è vigoroso fin dai regimi più bassi, in un crescendo costante fino alla linea rossa a 7500 giri. La potenza massima di 620 cavalli si trova nella parte più alta del contagiri (tra i 5750 e i 7500 giri) mentre la coppia varia in funzione del rapporto selezionato, grazie alla tecnologia Variable Boost Management: al salire delle marce viene aumentata la quantità di coppia erogata fino a raggiungere il valore massimo di 760 Nm in settima e ottava marcia (tra i 3000 e i 5750 giri). In questo modo, viaggiando in souplesse, si gode di tutta quella spinta che caratterizza i motori turbo ai bassi regimi, mentre nella guida più sportiva – e nelle marce più basse – il ritardo della sovralimentazione viene sostanzialmente eliminato. Lo sterzo sempre pronto e preciso, i veloci passaggi di marcia e gli ammortizzatori a controllo elettronico permettono cambi di direzione ‘da Ferrari’, mentre i rettilinei si fanno sempre più corti grazie alle accelerazioni imposte dal V8: alla Portofino M bastano infatti 3″45 per passare da 0 a 100 km/h e 9″8 per toccare, sempre da fermo, i 200 all’ora. La velocità massima è coerente con le potenze in gioco, 320 km/h. Velocità a cui si può andare anche con capote abbassata e wind stopper. A proposito, il confort è sempre buono fino a 130/140 all’ora. Si riesce a parlare col vicino, per intenderci, senza perdere i capelli. Merito, sopratutto del paravento. Per aprire e chiudere la capote, di alluminio, servono 14” e l’operazione è eseguibile fino ai 40 all’ora.

Ferrari-Portofino-M-30

CONDIVIDI SU

Lascia un commento

VIDEO
ALTRI VIDEO
INCENTIVE