DIFFICILE DA RACCONTARE. Non è facile descrivere la linea della Hyundai Ioniq 6, la nuova berlina per la quale è stata data mano libera ai designer, con l’obiettivo di definire soprattutto una silhouette molto aerodinamica. L’obiettivo è stato centrato perché il Cx della vettura è solo di 0,21. Quanto alla bellezza delle linee…il giudizio estetico è sempre soggettivo, ma a noi la Ioniq 6 piace perché è originale e prova a dire qualcosa di diverso in un mondo conforme e omologato come quello dell’auto.
Hyundai Ioniq 6 e Porsche 911 (993)
LA CODA SA DI PORSCHE. Certo è che dietro sembra ispirarsi a una Porsche 911 della generazione 993, davanti pare una coupé giapponese anni ’90 e vista di lato mostra una specie di profilo alare. Nei suoi 4,85 metri di lunghezza si ritrova il concetto di “Streamliner” degli anni ’30, ma c’è anche l’ispirazione al Supermarine Spitfire, ovvero il caccia britannico della Seconda Guerra Mondiale. L’unico difetto di queste forme è la scarsa volumetria posteriore, sia per quanto riguarda l’abitabilità verticale per chi siede dietro (le gambe invece hanno molto spazio), sia per i soli 401 litri del vano bagagli, che ha anche un accesso “risicato” perché non c’è il portellone. Ma le “pecche” di quest’auto terminano qui, perché per il resto raccoglie solo elogi.
NATIVA ELETTRICA. Il merito è in primo luogo della piattaforma nativa elettrica e-gmp, che permette di scegliere tra uno o due motori, quindi tra la trazione posteriore o integrale, e due tagli di batteria: 53,3 o 77,4 kWh. Grazie all’architettura elettrica da 800 Volt, la potenza massima di ricarica è di 11 kW in corrente alternata e di 350 kW in corrente continua, mentre quella scaricata a terra può essere di 151, 229 o 325 CV.
CONSUMI BASSI. L’autonomia, infine, è di 429, 614 e 583 km in relazione con i tre livelli di potenza. Tenendo conto delle dimensioni delle batterie, le percorrenze sono ottime, grazie a consumi che in media vanno dai 14 ai 16 kWh/100 km. E durante la nostra prova non abbiamo faticato ad avvicinare i valori promessi senza usare particolari attenzioni.
INFOTAINMENT FLESSIBILE. Guidare la Ioniq 6 è un vero piacere, intanto perché è perfettamente insonorizzata, non ci sono fruscii né vibrazioni e i rumori dall’esterno sono completamente ovattati. Se il silenzio è troppo si può attivare e regolare il rumore artificiale. L’infotainment è personalizzabile in molti modi, anche se serve una conoscenza approfondita del sistema, che è uno dei migliori in circolazione: ha una grafica intuitiva e non rallenta mai, neppure quando il display da 12,3 pollici viene diviso in tre parti.
DINAMICA DA APPLAUSI. La Ioniq 6 comincia a farsi apprezzare già dopo aver percorso pochi metri: lo sterzo stupisce per precisione e anche l’assetto è messo a punto in modo molto accurato. Con le palette dietro al volante si può regolare la frenata rigenerativa su quattro livelli, l’ultimo dei quali permette di fare a meno del pedale del freno in ogni situazione, emergenze escluse, ma richiede una certa sensibilità nel piede destro. Quanto alle prestazioni pure, non c’è l’effetto wow in accelerazione che si trova su certe concorrenti, che però si collocano a un livello inferiore quanto a dinamica di guida.
325 MORBIDI MORBIDI Tutti i cavalli della versione bimotore 4WD sono sempre messi a terra in modo graduale e fluido, con l’elettronica che distribuisce in tempo reale la coppia su tutte le ruote. Questo, però, permette di andare forte e in totale sicurezza. Però non di divertirsi come al pubblico più sportivo verrebbe probabilmente voglia di fare avendo a disposizione questa “cavalleria”, perché anche un piccolo sovrasterzo di potenza è praticamente impossibile da ottenere. Peccato, perché mettendosi in coda a una Ioniq 6, qualcuno qualcuno potrebbe davvero scambiarla per una 911 e magari aspettarsi qualche reazione da Porsche. Il listino della berlina elettrica della Hyundai parte da 47.500 euro ma per la versione più potente, con 325 CV e batteria da 77,4 kWh, servono 62.450 euro.
