McLaren GT: l’inglese che fa colpo. Anche nella Motor Valley

McLaren GT: l’inglese che fa colpo. Anche nella Motor Valley

24 ore, 500 chilometri, una missione: scoprire che cosa significa reinventare il concetto di gran turismo piegandolo a quei diktat di leggerezza, rigidità e bilanciamento dei pesi che, dalle parti di Woking, non possono mai essere messi in discussione. Oggi stiamo infatti provando un’inglese, che di nome fa GT, ma che di cognome non fa né Bentley né Aston Martin, ma appunto McLaren. In un mondo automobilistico difficilmente prono alle rivoluzioni, la McLaren GT accende davvero la curiosità: la guardi da fuori e pensi che non possa essere nient’altro che un’elegante – ma estrema – supercar, scorri la scheda tecnica e nel giro di poche righe scopri che la monoscocca è fibra in carbonio e che ci sono 570 litri per i bagagli. Ingredienti, insomma, che hanno il sapore di una vera e propria ricetta ‘fusion’; ma il risultato finale riesce davvero a combinarli in un’unica, gustosa, pietanza? Partiamo alla volta dell’autostrada…

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IL TEST (DEL BAGAGLIAIO). Avere tra le mani una McLaren da 620 cavalli e 630 Nm di coppia, che accelera da 0 a 100 km/h in 3”2 e da 0 a 200 km/h in 9”, e sapere che diverse ore del tuo test drive verranno spese sulla A1 Milano-Bologna in un’affollata giornata di esodo potrebbe quasi far venire il magone, ma se questa supercar vuole davvero guadagnarsi una ‘seconda laurea’ nella facoltà di gran turismo è lì che deve prima di tutto eccellere. Lunghi viaggi, appunto, dove armati di valige, borsoni e magari qualche mazza da golf si parte alla volta del prossimo hotel cinque stelle. All’attrezzatura sportiva noi abbiamo preferito quella per il fotografo – con tanto di valige da moto appresso – ma tanto ci basta per scoprire che di spazio ce n’è davvero. La riprogettazione della monoscocca e il pratico portellone ad azionamento elettrico rivelano un vano capiente che va dall’estremità posteriore della vettura ai sedili. Certo rispetto a un bagagliaio tradizionale, l’altezza limitata e l’impossibilità di nascondere per bene tutto ciò che abbiamo risposto, riduce e di qualche punto la praticità, ma trasportare sci o le famose mazze da golf in un’auto a motore centrale non è mai stato così semplice. E in ogni caso, prima di dover arrivare a utilizzare lo spazio lì dietro, viene in soccorso il vano anteriore. Stando ai dati della McLaren ci sono 150 litri nel pozzetto, ma – sarà per la forma davvero regolare – ai nostri occhi paiono ancora di più. Abbastanza da far entrare senza fatica il bauletto rigido targato BMW Motorrad del nostro fotografo. 

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IN VIAGGIO. Abbiamo appurato che di spazio ce n’è, e ben più che a sufficienza, ma non basta: il secondo esame si chiama confort, o ancora meglio, relax di marcia. Due ore e mezza di autostrada sono rivelatrici di un comportamento generalmente ottimo, ma che in qualche caso tradisce la natura super sportiva del marchio McLaren. Più precisamente sto parlando dello sterzo – quasi ‘telepatico’, come scopriremo più avanti – ma che sulle giunture dei ponti autostradali richiede un po’ di forza in più nelle mani per rimanere al centro della corsia e della rumorosità: nonostante la buona insonorizzazione dell’abitacolo, con otto cilindri, lì, appena dietro la schiena, e una rapportatura del cambio che vi tiene ben oltre i 3000 giri già attorno ai 130 km/h, non ci si può aspettare la quiete di alcune GT alla vecchia maniera. Niente in ogni caso di eccessivo o di davvero invasivo, utile quasi a ricordarvi che quando arriverete a destinazione sarete voi quelli a divertirvi per la maggiore.

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UNA PIACEVOLE SORPRESA. Il motore centrale e la monoscocca, poi, portano in dote un vantaggio davvero inaspettato quando si parla di confort di marcia, ovvero l’assorbimento delle buche e più in generale delle irregolarità dell’asfalto. Con un telaio così rigido e bilanciato, gli ingegneri hanno potuto dotare la GT di ammortizzatori molto più accondiscendenti alle strade di tutti i giorni, senza perdere nulla in quanto ad agilità. Un risultato difficile da ottenere quando invece parliamo di possenti coupé a motore anteriore anteriore e vicine alle due tonnellate di peso: loro necessitano di tanto ‘sostegno’ in più tra le curve per divertirsi. Anche i sedili seguono la stessa filosofia dell’assetto: contenitivi quanto basta per permettervi di sfruttare le prestazioni di cui la McLaren GT è capace, ma abbastanza larghi e morbidi da accompagnarvi in viaggio per alcune ore senza patemi. Lo stile dell’abitacolo, naturalmente, porta avanti il mix tra lusso e sportività: il design è quello conosciuto delle altre McLaren stradali, ma qui il tutto è rivestito in morbida pelle che corre dall’imperiale fino ai pannelli inferiori delle portiere. Non mancano, poi, cuciture a profusione e dettagli raffinati come le manopole per le modalità di guida e la regolazione degli specchietti in metallo. Peccato soltanto per qualche comando – per esempio la regolazione dei sedili elettrici ‘incastrato’ nella parte bassa della seduta vicino al tunnel centrale – non sempre molto intuitivo. In sostanza: abitacolo da supercar sì, ma in abito da sera.

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ARRIVIAMO DAVANTI AI ‘GIUDICI’. Usciamo dall’autostrada e pochi chilometri dopo un ‘Cavallino’ ci avverte: siamo quasi arrivati a destinazione. Andare al lago ci pareva troppo scontato, raggiungere Montecarlo fuori dalla nostra portata: la meta del viaggio di oggi è la Motor Valley. Già dalle prime foto vi starete chiedendo perché abbiamo scelto di portare un’inglese nella ‘tana del lupo’, ma la risposta è semplice ed è la parola ‘percezione’. Lasciatemi spiegare: per una supercar o una gran turismo di lusso è naturale attirare gli sguardi di tutti coloro che le vedono passare; a meno che non ci si trovi dalle parti di Maranello e Sant’Agata. Questi paesi sono la culla della passione automobilistica italiana, ma è anche vero che quando ogni giorno di supercar ne vedi sfrecciare a decine, se non a centinaia, l’effetto di una singola vettura è ridotto. Ma cosa succede se un alieno verde e con accento british si trova a solcare proprio quelle strade?

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IL VERDETTO. Vedete, per quanto siano bastati pochissimi anni perché le McLaren stradali si affermassero sotto ogni aspetto, nel Bel Paese sono ancora qualcosa di raro, ma fanno emozionare quanto le loro rivali anche quando si parla di design e presenza scenica? Parola ai modenesi che – come potete osservare nella galleria – non hanno mancato di girarsi ad ammirare la creatura della McLaren con sguardi di stupore, quasi sbigottiti nel vedere un’auto tanto esotica e, allo stesso tempo, tanto diversa da quelle che nascono in Emilia. Sviluppare una GT a partire dalla meccanica di una supercar ha permesso agli uomini della McLaren di creare una vettura che emoziona tanto chi la guida quanto chi la osserva, e che mantiene tutta la sua esoticità pur con qualche valigia in più. Su strada, la McLaren GT non sembra avere nulla di meno – potenza a parte, ha 100 cavalli in meno di una 720S – delle sue sorelle più ‘cattive’, e regala un’esperienza di guida da vera sportiva di razza: con un peso di 1466 chili a secco, una servoassistenza ancora di tipo idraulica e tutto il bilanciamento dello schema a motore centrale, la McLaren GT danza tra le curve con un’agilità e – al tempo stesso – una stabilità davvero impressionante: bastano piccoli input sul volante per ottenere veloci e precisi cambi di direzione, mentre il pedale del freno garantisce un ottima modulabilità e potenza a ogni richiesta. Il conosciuto V8 4.0 biturbo che in questa applicazione promette di essere più fruibile alla basse velocità, lavora in buona armonia con il cambio robotizzato a doppia frizione a sette rapporti, ma per vivere le sue prestazioni c’è comunque bisogno di esplorare la zona alta del contagiri: una volta entrate in azione le due turbine la sua spinta si fa esplosiva toccando il picco di coppia a 5500 giri e la potenza massima a 7500, il tutto condito da un timbro sonoro sempre più piacevole con l’aumentare del regime motore. 

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DESTINAZIONE DIVERTIMENTO. Provare a combinare – ingegneristicamente parlando – le doti di passista di una gran turismo con le emozioni di guida di una vera supercar si è rivelata una grande sfida per gli ingegneri inglesi. Una simile base tecnica, nata con una totale dedizione alle performance e alla dinamica di guida, poneva alcuni compromessi a un utilizzo più rilassato e quotidiano della ‘GT’; ma attraverso soluzioni ‘furbe’ più o meno visibili come il bagagliaio, appunto, ma anche una maggiore facilità d’ingresso nell’abitacolo e uno sbalzo anteriore limitato che non vi obbliga a ricorrere ‘ogni due per tre’ al sollevamento dell’asse anteriore, – dopo averla guidatala McLaren GT vi lascerà ancora più voglia di vivere con lei, anche se – come nel nostro caso – vi troverete a fare più chilometri di autostrada che sui passi di montagna. Certo, se la vostra idea di GT è del tutto incentrata sul confort, probabilmente non troverete nella McLaren GT la vostra amata compagna di viaggio, ma se per voi i chilometri di autostrada sono solo l’apostrofo grigio tra casa vostra e le strade più belle da guidare, be’ vi assicuro che vale la pena guardare anche un po’ più a nord della Motor Valley. Più precisamente, dall’altra parte della Manica.

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