Morgan Plus Six, una belva british d’altri tempi

Morgan Plus Six, una belva british d’altri tempi

È pensiero comune che le Morgan siano gradevoli vetture da passeggiata, capaci di magnetizzare gli sguardi, ma non propriamente dei veri animali da track day. Niente di più sbagliato. La storia delle vetture della casa di Malvern, infatti, è sempre stata intrecciata a doppio filo con quella del motorsport (memorabile la vittoria di classe nella 24 ore di Le Mans del 1962).

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DAL V8 AL SEI IN LINEA. Se fino a qualche anno fa le Morgan più potenti erano mosse da motori V8 (prima il Rover-Buick dai mille impieghi, poi, a partire dagli anni 2000, il “4400” di origine BMW), oggi le roadster al vertice della gamma della casa britannica sono equipaggiate con un 3.0 sei cilindri in linea bavarese, l’osannato B58 che equipaggia anche la BMW Z4 e la cugina giapponese Toyota Supra.

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SUPER CLASSICA, CON QUALCHE CONCESSIONE ALLA MODERNITÀ. Tralasciando per un attimo le prestazioni, la Morgan Plus Six è certamente una scelta anticonformista e un po’ fuori dal coro rispetto al panorama delle sportive ad alte prestazioni di oggi. La silhouette, inconfondibile, è quella di sempre, aggiornata negli ingombri e in qualche curva, ma strettamente parente di quella delle auto che uscivano dai cancelli dello stabilimento di Pickersleigh Road già nella seconda metà degli anni Trenta. Riconoscibilissima, quasi uguale a quella che guidava Mick Jagger nei primi Anni 70. Sempre con la capote in tela manuale (ma c’è anche l’hardtop tra gli optional), i plexiglass dei pannelli porta asportabili e la coda piatta e ampia a cui fissare la ruota di scorta o, in alternativa, un portapacchi.

POCO, MA QUALCOSA CAMBIA. In realtà, qualche differenza rispetto al passato c’è perché il tempo passa anche per le Morgan e il modello, ora unificato nella cosiddetta serie “Plus” con la sorellina a quattro cilindri, la Plus Four, ha ricevuto una serie di aggiornamenti importanti, tra cui gli airbag, l’ABS e l’ESC. Concessioni alla modernità, fortunatamente non invasive, che mantengono pressoché inalterato il piacere e la purezza di guida tipiche di quest’auto. Caratteristiche che, amalgamate in una formula magica e inimitabile, hanno regalato un’incredibile longevità a un modello sul piano delle prestazioni molto superiore ai precedenti senza rinunciare a una costruzione artigianale e all’uso di materiali d’altri tempi e non per modo di dire, come il legno che ancora oggi adorna le sovrastrutture del telaio in alluminio della nuova piattaforma CX.

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ESTREMA, MA SOLO QUANDO VUOI TU. Guidare oggi una Morgan Plus Six è un’esperienza dai sapori antichi che, volendo, puoi goderti a passo d’uomo. Magari tra le colline della Toscana, che d’accordo, non saranno quelle del Worcestershire, la terra in cui nascono le Morgan, ma sembrano fatte apposta per acquisire a mano a mano sempre più confidenza con gli automatismi necessari a cogliere le mille sfumature di quest’auto così fuori dagli schemi a cui siamo abituati. Una cambiata tira l’altra e si scopre che è un gran divertimento “giocare” con l’automatico ZF a 8 rapporti di derivazione BMW: messo in modalità sequenziale, azionando le palette dietro il volante regala grandi soddisfazioni grazie agli innesti rapidi e diretti, che nella guida più sportiva restituiscono sonori schiaffi sulla nuca.

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“TAGLIA” LE CURVE COME UN RASOIO. Ci si può muovere in maniera languida e sorniona, oppure si può essere più nervosi sull’acceleratore, ed è a quel punto che tutte le considerazioni sullo stile senza tempo, gli sguardi rubati al semaforo e l’odore della pelle molto british dei sedili lasciano il posto a una sportività bruciante. Perché una volta che si spengono i (pochi) aiuti elettronici alla guida, la Plus Six sfodera il suo lato più oscuro e diventa quasi brutale, forte della propria leggerezza (1.114 kg a secco) e della generosa coppia (500 Nm) del cuore BMW. La casa promette allunghi sul filo dei 270 km/h e uno “0-100” in 4,2 secondi. Numeri a parte, a lasciare a bocca aperta sono i cambi di traiettoria e gli inserimenti in curva, rapidi e precisissimi, con l’estremità del lunghissimo cofano anteriore che si trasforma in un affilatissimo rasoio con cui “pelare” il punto di corda di “esse” e tornanti, mentre il suono del sei cilindri in linea dilaga potente tra gli alberi che costeggiano la strada. Fortuna poi che rallentare il ritmo e fermarsi, quando occorre, non è mai un problema grazie al potente impianto frenante firmato AP Racing.

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IMPOSTAZIONE DA  JET SUPERSONICO. La Morgan Plus Six è una belva in abito da gran galà che nell’abitacolo fa di tutto per nascondere la sua indole più corsaiola. Nella disposizione dei comandi e nella scelta dei materiali il suo Dna da nobile inglese è evidente. La plancia è l’apoteosi del less is more tanto caro a Colin Chapman. Ci sono solo due rotelle per il controllo del “clima” e cinque pulsanti: l’approccio è aeronautico, difficile distrarsi. La radio non c’è, ma la casa, per chi proprio non può farne a meno, ha previsto un modulo bluetooth opzionale per collegare lo smartphone e diffondere la propria musica attraverso il sistema audio Sennheiser, il cui volume può essere regolato attraverso un interruttore nascosto sotto la plancia lato guidatore (visto il contesto, bisognerebbe chiamarlo potenziometro).

SI STA SEDUTI “A UN NIENTE” DA TERRA. Non mancano gli accessori old school, come la pompetta a mano per regolare il supporto lombare dei sedili, che volendo possono fare il paio con finiture tipiche della produzione Morgan come legni e pellami pregiati, anche se è possibile optare per abbinamenti più “freschi” e adatti alle nuove generazioni di appassionati del marchio (che ultimamente sta portando avanti – globalmente e anche in Italia, tramite l’importatore Romeo Ferraris – un’importante campagna di svecchiamento). Materiali e comandi a parte, l’impostazione rimane quella di un ambiente squisitamente essenziale ma confortevole, ancorché caratterizzato da una seduta bassa e schiacciata, da vera auto da corsa. Il suono del motore, invece, invade l’abitacolo con prepotenza, soprattutto quando con il cambio in modalità sportiva si attiva il pulsante S+. Oltre al suono più cupo e agli scoppiettii dello scarico in rilascio, è diversa anche la risposta dell’acceleratore, che si fa più rabbiosa.

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NON SCENDE A COMPROMESSI MA È FRUIBILE. In sostanza, aggiornamento dopo aggiornamento la Morgan Plus Six sta “subdolamente” diventando un’alternativa molto credibile a vetture ad alte prestazioni molto più in vista. Magari non la soluzione universale per chi vuole una sportiva multiuso (per quanto ingentilita, rimane pur sempre una roadster a due posti secchi in cui infilare a fatica una piccola borsa da weekend), ma certamente adatta tanto per una passeggiata in Costa Azzura quanto per un track day in cui guidare col coltello tra i denti. Versatile è versatile, ma non è certo una macchina per tutti i guidatori, perché salire, o meglio scendere a bordo richiede un minimo di elasticità. Ma ha un grande pregio: unisce uno stile da concorso d’eleganza ad accelerazioni al cardiopalmo. Siamo forse di fronte al più limpido esempio di applicazione del concetto – ampiamente sdoganato nel mondo delle moto – di modern classic: classica nelle forme, moderna nelle soluzioni tecniche e distante anni luce dallo spauracchio dell’elettrificazione. Ovviamente il prezzo è adeguato al campionato in cui gioca, anche se parlare di listino, per una vettura costruita su ordinazione in maniera totalmente artigianale, lascia il tempo che trova: si parte da poco meno di 114.000 euro (IVA inclusa, spese di immatricolazione escluse), ma il livello di personalizzazione delle finiture e delle dotazioni incide quasi sempre (e non poco) sull’assegno finale.

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GAMMA RINNOVATA E RETE IN ESPANSIONE. Sotto la guida dell’amministratore delegato (ex Lamborghini)  Massimo Fumarola, il marchio Morgan sta vivendo un momento di rinnovato dinamismo, con un ampliamento della gamma senza precedenti che ha visto il lancio dei modelli della famiglia Plus con il model year 2023 e l’avvio delle vendite della Super 3, erede moderna dell’iconica 3-Wheeler e già declinata in una serie speciale in collaborazione con il brand d’abbigliamento e accessori lifestyle legati al mondo dei motori Malle. Un fermento che si respira anche tra gli appassionati italiani del marchio, che grazie a Romeo Ferraris hanno potuto ammirare le proposte della casa di Malvern anche in eventi di grande impatto mediatico come il Festival di Sanremo o di richiamo per i petrolhead come il Poltu Qualtu Classic o la Coppa Milano Sanremo. In espansione anche la rete di vendita in tutto il mondo e in Italia, dove durante l’estate è stato siglato un accordo con Maldarizzi Automotive per l’apertura di un punto vendita anche per il Sud, a Bari.

(Testo di Cesare Sasso)

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