Opel GSe: da iniezione a elettrificazione il passo è breve

Opel GSe: da iniezione a elettrificazione il passo è breve

“Un po’ di héritage non fa mai male” si potrebbe dire per tutte quelle volte che le case auto rispolverano le vecchie glorie per lanciare un nuovo prodotto. Ultima, in ordine cronologico, a intraprendere questa strada è la Opel e siamo sicuri che, a Rüsselsheim, gli occhi di qualche direttore marketing saranno brillati quando ha realizzato che GSe era la sigla ideale per lanciare un nuovo marchio sportivo: una storia di successo alle spalle con le coupé Monza e Manta, una “e” in fondo al nome perfetta per parlare di elettrificazione. E cosi “Grand Sport Einspritzung” (“iniezione” in tedesco) è diventato “Grand Sport Electrified” e il restomod della Opel Manta a batterie è nato a suggellare questo passaggio di consegne. Arriviamo, quindi, a oggi con un’intera gamma di Opel elettrificate che non vogliono solo emettere di meno ma anche divertire i loro proprietari. Missione riuscita? Andiamo a scoprirlo.

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SOPRA I 200 SENZA PROBLEMI. I tempi delle “OPC” sono lontani: il concetto stesso di sportività della Opel è cambiato e ora parla a tutti coloro che vogliono combinare l’efficienza nella guida di tutti i giorni con quel pizzico di brio in più quando serve. D’altronde parliamo sempre di un marchio che, seppur parte dell’universo italo francese di Stellantis, rivendica fieramente la sua germanicità, fatta di rigore e razionalità sì, ma anche di autostrade senza limiti di velocità. E così prima ancora di parlarci di potenze, batterie ed elettroni, gli ingegneri di Opel sottolineano il valore di velocità massima delle nuove Opel Astra e Grandland GSe: 235 km/h. Niente male per delle ibride plug-in, generalmente penalizzate sul fronte della punta massima dal peso e dal basso apporto del motore elettrico alle alte velocità. Cerchi dedicati, dettagli a contrasto in nero lucido per la carrozzeria e sedili dai fianchetti più pronunciati per contenere meglio in curva sono la cifra stilistica delle nuove Opel GSe: niente di esagerato, qui, lo avrete capito, non si punta a esagerare, ma c’è quel che basta per sentirsi al volante di un oggetto un po’ più speciale. 

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LA SPINTA NON MANCA. La prima parte di test la svolgiamo al volante della Grandland GSe: è la crossover più grande della casa tedesca, ma grazie alle novità estetiche dell’ultimo restyling ha guadagnato una buona dose di grinta che, quasi inaspettatamente, ritroviamo anche sotto il pedale dell’acceleratore. Il modo più semplice di pensare al suo sistema ibrido è quello di immaginare la formula della bellissima Peugeot 508 PSE (qui la prova): la potenza combinata della suv è minore (300 CV contro i 360 della sportiva berlina francese), ma il principio di funzionamento è simile, con un 1.6 turbo a benzina e un motore elettrico all’anteriore e una seconda unità elettrica a muovere con discreta decisione le ruote posteriori quando serve. Tradotto in esperienza di guida questo significa poter aprire un po’ prima in uscita di curva e contare su un buono spunto da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi. I percorsi più tortuosi non sono, naturalmente, il pane quotidiano di questa Grandland, ma l’ottima stabilità e la precisione dello sterzo ci permettono di consigliarla a tutti quei papà che non vogliono rinunciare a un po’ di pepe nelle vacanze con la famiglia. 

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PIÙ TURISMO CHE SPORT. Simile per tratti stilistici alla Grandland, ma molto più moderna al suo interno, la Opel Astra è il cuore della gamma GSe con due carrozzerie – berlina o station wagon – e 224 cavalli di potenza massima. Qui, al contrario della suv, manca il motore elettrico posteriore: tutto avviene sulle ruote davanti con l’1.6 turbo a benzina e l’unità elettrica da 110 CV a spingere la media tedesca da 0 a 100 km/h in 7,5 secondi. Un valore discreto, lontano dalle vere e proprie hothatch, come del resto dimostra anche il comparto telaistico e la trasmissione: si viaggia svelti al volante della Astra, si riprende velocità in fretta e ci si sente molto sicuri, ma le emozioni non sono il fulcro dell’esperienza di guida. Il cambio automatico a otto marce è fluido ma un po’ poco reattivo quando gli si chiede quel qualcosa in più e manca un differenziale autobloccante anteriore a scaricare con decisione tutti i cavalli a terra. Una comoda viaggiatrice, insomma, che conta su un assetto ribasso e ammortizzatori passivi Koni FSD a smorzamento differenziato per non farsi trovare impreparati nelle scampagnate su qualche strada di montagna. Il primo passo di GSe nell’era dell’elettrificazione si rivolge a una clientela vasta, quello che serve per farsi conoscere, e non chiude le porte a varianti più potenti e (magari) più coinvolgenti da guidare delle ibride ed elettriche di casa Opel. 

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