Porsche Taycan Cross Turismo: brutalità zen

Porsche Taycan Cross Turismo: brutalità zen

Dici auto sportiva tedesca e ti viene in mente Porsche, c’è poco da fare. Ma, oltre a saper produrre vetture dalle grandi prestazioni, con una meccanica raffinata e una precisione di guida chirurgica, la casa di Stoccarda sa anche realizzare auto in grado di muoversi sui terreni difficili. Da sempre. 

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UNA LUNGA STORIA. Sembra troppo andare a scomodare la Kübelwagen dell’esercito tedesco, progettata da herr Porsche quando ancora lavorava per la Volkswagen negli Anni ’30? Allora parliamo delle 911 che negli Anni ’70 si fecero onore (pur senza arrivare prime) nel rally più duro del mondo: l’East African Safari, dove la prima sfida era proprio quella di arrivare al traguardo senza soccombere in laghi di fango, buche profonde come l’auto e improvvisi attraversamenti di gazzelle ed elefanti. Negli Anni ’80, poi, è arrivato il successo alla Parigi-Dakar, ma la vera svolta risale al 2003, quando la Cayenne diede vita al fenomeno delle suv sportive. Un modello che da allora è stato un po’ come la Settimana Enigmistica, con innumerevoli tentativi di imitazione, ma che ancora oggi continua a essere una delle auto di riferimento nella categoria.  

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FUORISTRADA, SENZA DISTURBARE. Penso a tutto questo mentre tengo fra le mani un volante con lo stemma della cavallina di Stoccarda, e al contempo mi muovo a 20-30 all’ora su un fondo in parte sterrato e in parte sabbioso, seguendo i profondi solchi scavati dal passaggio dei fuoristrada. Non è la prima volta, di Cayenne e di Macan ne ho già provate lontano dall’asfalto, ma qui la sensazione è nuova. Sono seduto in basso, quasi come in una 911, e a solleticare i timpani non c’è la colonna sonora garantita da un sei o da un otto cilindri: solo il fruscio della vegetazione che accarezza il pianale e la carrozzeria.

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UNA GRANDE TRAZIONE. Sto guidando la nuova Porsche Taycan Cross Turismo Turbo S, un nome lungo per identificare la versione a metà tra una shooting brake e una crossover della sportivissima berlina elettrica arrivata un paio d’anni fa (qui la prova della Taycan berlina), nata per essere più pratica e garantire la mobilità anche sui terreni un po’ difficili. La Cross Turismo ha il tetto orizzontale invece che raccordato con il lunotto, e un comodo portellone posteriore: migliorano la versatilità e lo spazio. E poi, è rialzata: due centimetri in più, che diventano tre scegliendo il pacchetto Offroad Design, per arrivare fino a 17,6 cm di distanza da terra (non come una suv, ma molto più di un’auto normale) quando, premendo il tasto touch nel cruscotto, i ‘cuscini’ delle sospensioni pneumatiche si gonfiano al massimo. E oggi ne abbiamo proprio bisogno: senza, in qualche passaggio, rischieremmo di spanciare sul sottoscocca. Invece va tutto liscio, e con una facilità sconcertante se pensiamo che l’auto monta larghissime gomme estive da 21”. Il fatto è che la trazione di un’auto a batteria (qui 4×4, per la presenza di un motore davanti e uno dietro) può essere gestita dall’elettronica molto meglio rispetto a quella di una vettura classica, perché la coppia motrice è subito disponibile, oltre che molto corposa, e i tempi di reazione del sistema sono inferiori: in pratica non ci sono inerzie, e il minimo accenno di slittamento può essere corretto al volo. L’effetto è che chi guida, se usa con un minimo di attenzione l’acceleratore e ha inserito la modalità specifica Gravel, non si rende neppure conto di viaggiare su un fondo a bassa aderenza.

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BRUTALE. MA CONTROLLABILE. Il discorso cambia un po’ se si affonda il piede destro, ma qui la ‘colpa’ è dei 625 cavalli della Turbo S, che diventano 761 (con 1050 Nm di coppia motrice) usando il launch control. Nel giorno della prova il sole si alterna con qualche scroscio di pioggia, e quando torniamo sull’asfalto umido e chiediamo tutto, si percepisce che i pneumatici faticano a trasferire a terra la furia brutale dei due motori. Ma è giusto un attimo: neppure il tempo di pensare “sto esagerando”, che l’auto si ricompone e parte come una palla di cannone. Senza sgommare, neppure sul bagnato. È così che si traducono in sensazioni i freddi numeri dichiarati dal costruttore: 2″8 secondi nello ‘0-100’ e 9″7 nello ‘0-200’. E possiamo confermare quello che dicevamo all’inizio: le Porsche offrono grandi prestazioni, meccanica raffinata e precisione di guida chirurgica. Anche quando si parla di una shooting brake-crossover elettrica. (Testo: Davide Guglielmin)

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