Portfolio Lamborghini/2: al volante della Countach

IL SIGNIFICATO DI SUPERCAR. Se la Miura è l’auto che ha creato il mito Lamborghini, la Countach , costruita dal 1974 al 1990 (una carriera da record), è senza dubbio quella che l’ha consacrato, consolidando peraltro il concetto di supercar. A questo proposito, vale la pena ricordare che oggi questa definizione è legata ad argomenti come prestazioni, design e costi, mentre fino agli anni ’90 e all’avvento dell’elettronica, una supercar era prima di tutto una macchina “difficile”: difficile da avere, da vedere in strada, ma anche da guidare, pure nelle manovre basilari.

Lamborghini CountachIL BELLO DEL MISTERO. Ovviamente i prezzi delle supercar erano già esorbitanti come lo sono ora, fuori dalla portata dei più, ma informazioni e conoscenza sono disponibili nel mare magnum digitale. Basta un “clic” e si può scoprire ogni segreto di qualsiasi supercar e pure della sua guida al limite. Questa sovraesposizione impedisce di creare e alimentare i miti come succedeva fino a trenta anni fa, quando generazioni di ragazzi – tra cui il sottoscritto – sognavano sui poster e imparavano a memoria i pochi dati e articoli disponibili.

Lamborghini CountachTORNARE BAMBINI. Così, salire (ma sarebbe meglio dire scendere) sulla Lamborghini Countach vuol dire tornare bambini. La Countach provata in questa circostanza è una “25 anniversario” del 1990, l’ultima ad uscire dalle linee di Sant’Agata bolognese per entrare immediatamente nel museo della Casa del Toro a testimonianza di un’epoca che non tornerà mai più. Questa edizione finale ha perso un bel po’ della purezza delle forme disegnare dal mitico Marcello Gandini, in favore dell’opulenza tipica degli anni ’80, ma il risultato non cambia.

Lamborghini CountachCERCASI FACHIRO. Quando la portiera si apre verso l’alto obbligando alla contorsione, non si entra solo nell’abitacolo ma in un modo a parte. La posizione di guida definita dall’altezza poco superiore al metro è completamente sdraiata, con le braccia tese e il volante lontano. La pedaliera è piccola, stretta e totalmente disassata a destra, tanto che il piede sinistro fatica a trovare spazio. Ma a questo punto i guai sono appena iniziati, perché la frizione è dura come un macigno e non la si può nemmeno far slittare troppo per non surriscaldarla.

Lamborghini Countach…ANCHE MUSCOLOSO. Non c’è servosterzo, non c’è servofreno e il cambio richiede azioni decise e precise. La ciliegina sulla torta è un pedale del gas iper-reattivo. In altre parole, uscire dal parcheggio è giù un’operazione molto complessa. Tanto per avere un metro di paragone, fare la stessa cosa con la Aventador, al confronto è un gioco da ragazzi, o meglio, da neopatentati. Una volta su strada, poi, si viene avvolti da una serie di sensazioni meccaniche, suoni e vibrazioni che oggi davvero non esistono più.

Lamborghini CountachDOVE SARA’ IL LIMITE? Il 5,2 litri V12 24V da 455 CV ruggisce e fa sbuffare i carburatori, senza avere la velocità nel salire di giri delle generazioni successive ma con tanta passione. Un crescendo quasi epico! Così viene spontaneo domandarsi quanto possa essere difficile portare quest’auto al limite. Probabilmente servirebbe trascorrere molto tempo a bordo per abituarsi alle sue sensazioni e poi avere a disposizione una bella pista in esclusiva, con ampie vie di fuga. Ma questo rimane un sogno.

 

 

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