Berlinetta Boxer, storia di una Ferrari leggendaria

“Mai mettere il carro davanti ai buoi”. Un po’ anche per la simpatica immagine bucolica che restituisce, il celebre adagio di Enzo Ferrari oggi fa quasi sorridere. Ma all’alba degli anni ’70, a Maranello quella sorta di regola non scritta continuava a risuonare un po’ come un monito a non fare il passo più lungo della gamba, nonostante gli strepitosi successi della 156 in Formula 1 e della 246 SP nella Targa Florio.

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UNA SFIDA NON DA POCO. Per vincere le corse era un conto; d’altronde, le monoposto inglesi avevano dimostrato per prime che quella ormai era la direzione da seguire per rimanere sulla cresta dell’onda. Ma piazzare il motore tra il pilota e le ruote posteriori invece che davanti in una gran turismo di lusso destinata a multimiliardari e celebrità, beh, era decisamente un altro paio di maniche. E per tutta una serie di ragioni tecniche, in primis il notevole ingombro longitudinale di un motore piatto con dodici pistoni, non era certo un passaggio automatico. Il “tabù” fu infranto, non senza clamore, con la Dino, macchina bellissima, ma il cui “piccolo” V6 condiviso con l’omonima sportiva a marchio Fiat e la Lancia Stratos all’inizio faticò un po’ a farle conquistare i gradi di una vera Ferrari.

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SI VOLTA PAGINA. Le cose cambiarono per sempre, e come meglio non avrebbero potuto, con la 365 GT/4 BB, vettura che segna l’inizio di una nuova era e che molto ha contribuito a fare della Ferrari il costruttore di auto da sogno che conosciamo oggi. Alla prima vettura di produzione del cavallino con motore a dodici cilindri collocato in posizione centrale, nata esattamente mezzo secolo fa e prodotta in tre serie e più 2.000 esemplari fino alla metà degli anni ’80, è dedicato l’ultimo libro di Daniele Buzzonetti per Artioli Editore, Berlinetta Boxer “The Legend”. Una monografia in lingua inglese ricca di spettacolari immagini in bianco e nero e a colori e condita da una marea di aneddoti e curiosità non solo sui modelli stradali, ma anche sulle meno conosciute versioni da corsa che il servizio clienti della casa a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 allestiva per i gentleman driver e i piloti privati che inseguivano la gloria nelle gare di durata più famose come la 12 Ore di Sebring e le 24 Ore di Daytona e Le Mans

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I RICORDI DI PIERO FERRARI. “Era una Ferrari di quelle a cui era meglio dare del lei, una macchina tutta motore da guidare in punta di dita. Tant’è che mio padre, che pure non dubitava delle mie capacità al volante, si sincerava sempre coi suoi collaboratori che non mi facessi prendere troppo dall’entusiasmo, quando la usavo – dice della Berlinetta Boxer Piero Ferrari, che ha firmato la prefazione del volume e quando l’auto visto le luci della catena di montaggio aveva 28 anni -. Ricordo il progetto della 365 GT/4 BB come una delle sfide tecniche più grandi per la nostra azienda, con il cambio posizionato sotto la coppa dell’olio per far spazio ai sei tubi di scarico (caratteristica unica nella produzione Ferrari, ndr) e un motore 12 cilindri a V di 180º derivato da quello nato nel 1970 e con cui Niki Lauda e Jody Sheckter hanno vinto tre Mondiali di Formula 1”.

Arturo Merzario (a sinistra) e Piero Ferrari alla presentazione del libro a Milano

Arturo Merzario (a sinistra) e Piero Ferrari alla presentazione del libro a Milano

UNA PIETRA MILIARE. Per Arturo Merzario, che con la Ferrari ha corso 11 Gran Premi di Formula 1 nelle stagioni 1972 e 1973, la Berlinetta Boxer è rimasta fino agli anni ’90 la massima espressione di artigianato applicato a una macchina sportiva: “Erano i tempi dei battilastra veri, gente che con una manciata di chiodi aeronautici e una punta di trapano da 4 millimetri trasformava in poche mosse un’intera carrozzeria per migliorarne l’efficienza aerodinamica”.

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MANI SAPIENTI. Gente come Franco Bacchelli, che dopo essersi fatto le ossa nella carrozzeria di Piero Drogo, negli anni ’60, si è occupato dell’allestimento delle Ferrari BB da competizione, per ricevere nel 1976 l’”investitura” a riparare le Ferrari da un guru del marchio come Sergio Scaglietti : “Venne con Gaetano Florini (storico direttore dell’assistenza clienti della Ferrari e primo artefice dell’avventura sportiva della Berlinetta Boxer, ndr), dicendomi che ero autorizzato a costruire le carrozzerie in fibra di vetro delle 308 – racconta con un’enfasi tutta modenese e gli occhi lucidi per l’emozione -. Naturalmente ero al settimo cielo, ma con la massima onestà risposi loro che di plastica non ne sapevo nulla. Mi dissero di andare da quelli che fanno le barche, e di stare tranquillo che mi avrebbero insegnato tutto loro…”.

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IL LIBRO

Berlinetta Boxer “The Legend”

Daniele Buzzonetti

Artioli Editore

256 pagine

Prezzo: 195 euro (185 euro se acquistato online sul sito della casa editrice)

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