Ferrari – Gli anni d’oro (edizione ampliata)

Ammettetelo, nessuno ve ne vorrà, neanche a Maranello: la Ferrari vi manca un po’ e siete a disagio con quella sensazione che le Rosse non siano più il modello da raggiungere, il sogno da inseguire. Ma per combattere questa sindrome da caduta degli dei potete trovare un efficacissimo rimedio in libreria. Si tratta dell’edizione ampliata di ‘Ferrari – Gli anni d’oro‘ di Giorgio Nada editore che in 400 pagine, fitte di ricordi fotografici e di racconti, ripercorre i momenti salienti della storia sportiva, ma non solo, del Cavallino.

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SOLO AL COMANDO. Ma non è una storia di motori o solo di motori e rombi: è una storia di passioni, di idee e di uomini, soprattutto di uno, ovvero di Enzo Ferrari – e come poteva essere altrimenti? -, quell’uomo solo al comando che creò e fece crescere il mito dei bolidi rossi. Non a caso la narrazione si ferma all’agosto del 1988, quando il Drake uscì di scena, segnando anche la fine degli anni d’oro delle sue creature, come sembra suggerire l’autore del volume, Leonardo Acerbi. Il quale nell’introduzione è esplicito e dichiara l’essenza del progetto: rendere omaggio alla Ferrari di Ferrari, “che è stata comunque altra cosa da quella che sarebbe venuta negli anni a venire”.

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GLI UOMINI. Ma non esiste nessun grande progetto che un uomo da solo possa realizzare e imporre al mondo, perché alla fine di questo si tratta e non bisogna mai dimenticare quando si parla di Ferrari e delle Ferrari che le Rosse non sono e non sono state solo macchine superbe. A Maranello è nato un modo diverso di concepire l’auto, fatto di bellezza e velocità, alternativo a quello americano di Ford e che si è affermato proprio a partire dai campi di gara. E per imporlo il Commendatore si circondò di uomini che, ciascuno nel suo ruolo, seppero fare la differenze e portare fino in fondo le scelte del capo. Così ‘Ferrari- Gli anni d’oro’ è anche un omaggio a tecnici e direttori motorsport (Chiti, Dragoni, Forghieri, Montezemolo) e ad altri personaggi chiave nella vicenda sportiva della Ferrari, come Gioacchino Colombo, John Barnard o Aurelio Lampredi.

Clay Regazzoni - Ferrari 312B

UN VIAGGIO NEL TEMPO. Ci si potrebbe anche solo limitare a ripercorrere i ritratti, snocciolati decade per decade, per saperne già molto di più di quel pezzo di storia italiana che la Ferrari ha scritto. Ma val la pena andare fino in fondo e godersi tutto il volume che si presta a molti modi diversi di fruizione ed è stato pensato per alternare le accelerazioni delle foto con le staccate delle letture. Così si può saltare da una pagina all’altra, immergendosi nelle immagini (dell’Archivio Franco Villani, che fu tra i fotografi di riferimento della Ferrari); leggere i testi in ordine cronologico; mischiare di volta in volta gli approcci. In ogni caso, sarà un viaggio nel tempo, dagli Anni ‘40 alla soglia degli Anni ’90, nel quale si dipanano sotto gli occhi del lettore sfide tecnologiche e scontri culturali, gare di velocità motoristica e di intelligenza umana, sconfitte e vittorie che non erano mai di una macchina o di una persona, ma di un team e di un modo di concepire l’industria e le corse automobilistiche. E alla fine, le vittorie erano sempre maggiori delle sconfitte, dalle quali quegli uomini – il Drake in testa – imparavano. Perché gli dei possono cadere, ma poi si rialzano. Per questo sono dei ed è per questo che li amiamo. Ieri, come oggi.

Leonardo Acerbi
Giorgio Nada Editore
Prezzo: 75 euro

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