Il giovane Giorgetto Giugiaro

Torino 1959. Tutto merito, o tutta colpa, decidete voi, di una guardia giurata. Non una qualsiasi, ma quella che dava un occhio allo stand della Carrozzeria Bertone al salone di Torino del 1959. Il personaggio è in amicizia con un giovane di talento, tal Giorgetto Giugiaro in forze alla Fiat, dove s’è già messo in luce anche disegnando semplici accessori, come dei bei copricerchi. Dicevamo, Giorgetto è attento, consapevole delle sue possibilità e non gli manca l’audacia dei giovani. Quindi, gli chiede se può combinare un breve incontro con Nuccio Bertone per mostrargli i suoi lavori. All’epoca la Carrozzeria Bertone è una fra le più in vista nel panorama del design italiano e la circostanza raccontata nel libro ‘Il giovane Giorgetto. Come si diventa il car designer del secolo‘ (a firma di Giosuè Boetto Cohen e pubblicato dall’ASI) lascia immaginare un mondo di relazioni umane, per così dire, più semplice, diretto e senza intermediari in cui una guardia giurata aveva così confidenza con un dirigente, da potergli proporre un nome. Situazioni che ricorrono spesso nel libro, che racconta non solo di macchine ma anche di un momento storico in cui le relazioni umane erano, appunto, umane. Ma, torniamo al salone: Giorgetto incontra davvero Nuccio, che è uno capace di riconoscere al volo i talenti e, in men che non si dica, Giugiaro, di padre pittore, di nonno pittore e a sua volta pittore, illustratore e, passatemi il termine, artista, si trova assunto alla Carrozzeria Bertone. Una mossa che richiede una buona dose di coraggio perché nessuno, in quegli anni, avrebbe lasciato la certezza di un posto di lavoro alla Fiat. 

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DA BERTONE ALL’ITALDESIGN. Non è questa la sede per elencare l’infinita serie di auto disegnate da Giugiaro, minuziosamente raccontata nel libro e, seguendo l’ordine cronologico degli eventi, si narra anche del sofferto distacco dalla Carrozzeria Bertone per creare l’Italdesign, l’amicizia con il futuro socio Aldo Mantovani, l’avventura Alfasud con anche la chicca, nell’inserto fotografico del libro, delle foto del prototipo dell’Alfasud spider dato per certo in sede di progetto e, purtroppo, naufragato nel marasma seguito a quell’avventura industriale. Poi, la scoperta del pianeta Giappone, stimato cliente del designer torinese, il viaggio in Corea dove, dal nulla, il ‘nostro’ vede nascere la Hyundai, che gli affida il design della sua prima auto: la Pony. Poi una Volkswagen sull’orlo del fallimento, come oggi noi nemmeno ci sogneremmo, che non sa come sostituire il Maggiolino. L’aneddoto della Fiat 128 smontata negli uffici di Wolfsburg, attentamente studiata dai tecnici germanici, e la nascita della Golf. E, gli Anni ’80 alla Fiat, con le Panda, Uno, Delta (fra l’altro, si racconta l’interessante genesi sulla forma di fanali) e Thema verso cui non manca qualche frecciatina su certe leggerezze nella qualità del prodotto: costate care, sul lungo periodo, al gruppo italiano. C’è anche lo spazio per un giovane tedesco, venuto alla Italdesign per una stage, si chiamava Ferdinand Piech… Insomma, la vita di Giorgetto si legge come un romanzo, di quelli che non lasciano staccare gli occhi, perché è come un’avventura. (Testo: Luca Banchio)

Giosuè Boetto Cohen
ASI
Prezzo: 24 euro

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