Alla conquista dei poli con una Nissan Ariya

27.000 chilometri: una distanza che molti automobilisti non coprono neanche in un anno di guida, ma che i coniugi Chris e Julie Ramsey, stanno per percorrere “tutto d’un fiato” per entrare nella storia. Dal polo nord al polo sud, una grande spedizione come quelle che nel ‘900 segnarono gli enormi progressi della mobilità e che oggi tornano alla ribalta per mostrare le potenzialità della spinta elettrica.

Nissan Ariya spedizione ai PoliDALLA CITTÀ ALLA TUNDRA. L’epica traversata del globo partirà a marzo: l’auto che si cimenterà in questa impresa è una Nissan Ariya, una crossover non certo sviluppata per spingersi nelle località più remote del mondo, ma che come possiamo vedere da queste prime immagini è stata rivista in molte sue componenti per guidare là dove l’asfalto è solo un ricordo lontano.

Nissan Ariya spedizione ai PoliPRONTA A TUTTO. Rialzata, rinforzata, ma sopratutto allargata nei passaruota per fare spazio agli enormi pneumatici da 39” della BF Goodrich, la Nissan Ariya della spedizione Pole to Pole EV utilizza la configurazione a trazione integrale della crossover giapponese con due motori elettrici, uno per asse, con batteria da 87 kWh e 306 CV di potenza combinata (qui per saperne di più).

QUESTIONE D’AUTONOMIA. Difficile dire quale sarà l’autonomia reale della vettura, che di serie, dichiara oltre 400 chilometri tra un “pieno” e l’altro: quello che è certo è che con le grandi gomme da fuoristrada e le temperature molto basse dei poli o bollenti dell’equatore, il range si ridurrà sensibilmente. Niente che possa interrompere precocemente i sogni di gloria dei due avventurieri, già esperti della guida in elettrico e capaci di portare a termine i 17.000 chilometri del Mongol Rally al volante di una Nissan Leaf.

Nissan Ariya spedizione ai PoliCON LA SPINTA DEL VENTO. Pianificare le ricariche sarà la chiave per procedere spediti lungo le Americhe, ma come faranno a non fermarsi lì dove la corrente elettrica non arriva neanche alle abitazioni? La risposta più semplice potrebbe essere quella di dotarsi di un generatore a gasolio, ma l’obiettivo di Chris e Julie Ramsey è ancora più ambizioso: ovvero portare a termine la missione a zero emissioni. E così ecco che per le località più remote i due utilizzeranno un ingegnoso sistema di accumulo dell’energia attraverso i pannelli solari e una turbina eolica capace di convertire in corrente i forti venti artici nei momenti di stop della spedizione. Sarà sufficiente per arrivare fino in fondo? Per avere una risposta non resta che seguire i progressi di Pole to Pole EV attraverso i loro canali social!

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