Alla Honda giocano col pongo. E le stampanti 3D

Alla Honda giocano col pongo. E le stampanti 3D

Le mode hanno il brutto vizio di partire per la tangente. Succede con gli oggetti, ma anche con le parole. Adesso è tutto un lockdown e qualsiasi cosa diventa una pandemia. Fino a qualche anno fa chiunque aprisse anche un baracchino di fiori parlava di start-up… È successa la stessa cosa per la stampa 3D. C’è stato un tempo in cui sembrava di poterci fare tutto. Case comprese. Ma oggi, quest’ennesima invenzione del secolo digitale ha trovato finalmente il suo impiego: diventando un ulteriore strumento nella cassetta degli attrezzi di artisti e progettisti. Del resto non è che con l’arrivo del cacciavite, il martello è andato in pensione, no? A ognuno il suo (ferro del) mestiere, insomma. 

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TECNOLOGIA SULLA CRESTA DELL’HONDA. E così, la casa giapponese dell’ala ha appena annunciato che la stampa 3D di Wasp verrà affiancata al lavoro che fanno quelli dell’R&D, i centri di ricerca e sviluppo dove si inventa ciò che vedremo sulle strade di domani. L’idea è quella di rivoluzionare il modo in cui si sviluppano moduli e modelli a due ruote. Già, perché se fino ad oggi non c’era niente come l’argilla industriale, una specie di pongo con cui designer e stilisti giocavano a dar forma alle proprie creazioni, da adesso questo sistema che sa di atelier di scultura, è stato perfezionato. Proprio grazie alla stampa 3D. Utilizzata come ragazzo di bottega, quello che fa il lavoro sporco, cioè la bozza (in gergo tecnico il semilavorato), che il maestro con pochi e sapienti tocchi renderà un’opera d’arte. Tandem perfetto che fa risparmiare un gran tempo, a tutto vantaggio della creatività, liberata finalmente dalla routine. 

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