Auto elettriche: l’UE sfida America e Cina

Auto elettriche: l’UE sfida America e Cina

La Commissione Europea mette gli occhiali rosa e lancia la sfida alla Cina per rendere l’UE autonoma nella produzione di batterie a tutto vantaggio della transizione alla mobilità elettrificata, ma anche a garanzia di una maggiore indipendenza in settori chiave, diversi dalla produzione di automobili. L’obiettivo per il 2025 di Bruxelles è trasformare l’Unione europea nel secondo produttore globale di batterie agli ioni di litio dopo il Dragone con un massiccio piano di investimenti pubblici e privati. L’autonomia sul fronte delle batterie è considerata dalla Commissione una tappa fondamentale nell’esecuzione del Green Deal europeo (qui per saperne di più), che dovrebbe portare i paesi dell’Unione alla neutralità climatica nel 2050.

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AUTOSUFFICIENTI. “Ci aspettiamo di essere in grado di coprire tutte le esigenze industriali delle nostre case automobilistiche per quanto riguarda le batterie già entro quattro anni”, ha annunciato il vice presidente della Commissione europea, Maros Sefcovic. “A quella data ci aspettiamo che le giga-fabbriche in Europa produrranno tra i sette e gli otto milioni di batterie, quindi più di quelle attualmente a piano per i produttori di veicoli elettrici”. Il che non soltanto renderebbe autonoma l’Unione Europea, ma ne farebbe anche un esportatore. La Commissione allo stesso tempo ammette però che il raggiungimento di un obiettivo tanto ingente richiederà massicci programmi di formazione professionale, in modo da fornire sufficienti lavoratori qualificati e consentire all’Europa di mettersi al passo con i produttori di batterie concorrenti.

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GLI INVESTIMENTI PROMESSI. L’obiettivo è formare e riconvertire 800mila lavoratori da qui al 2025, grazie a un intensivo programma di investimenti. Sul piatto ci sono 20 miliardi di euro (ai quali si potrebbero aggiungere 50 miliardi dai privati) destinati a finanziare 70 progetti in 12 Stati membri, con un impatto occupazionale dai tre ai quattro milioni di nuovi posti di lavoro. Per garantire l’autonomia nel settore delle batterie, la Commissione lavora anche allo sviluppo di forniture indipendenti di materie prime chiave come litio, nichel e grafite, tanto che alcune miniere europee hanno già riaperto i battenti come nel caso di quelle della Svezia. Entro il prossimo anno, la Commissione punta inoltre a introdurre nuovi e rigorosi standard ambientali per le batterie, compreso il riciclaggio dei materiali, per contrastare le importazioni, che sono più vantaggiose in alcuni casi in termini economici, ma meno sostenibili dal punto di vista ambientale, il che creerebbe un controsenso insostenibile e dannoso ai fini del Green Deal. L’alleanza, chiamata da alcuni ‘l’Airbus delle batterie’, raggruppa decine di aziende tra cui case automobilistiche e gruppi energetici, che in aprile firmeranno un accordo con la Commissione per finanziare la ricerca nel settore, per un importo di circa 900 milioni di euro.

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