BMW: il futuro è anche a idrogeno

BMW: il futuro è anche a idrogeno

“Siamo convinti che in futuro esisteranno differenti sistemi di propulsione uno accanto all’altro […]. Nel lungo termine la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno potrebbe diventare il quarto pilastro del nostro portafoglio di propulsori”. Klaus Fröhlich, membro del consiglio di amministrazione di BMW Research and Development, ha ribadito l’impegno del marchio tedesco nello sviluppo delle celle a combustibile a idrogeno nella lotta all’abbassamento delle emissioni di CO2. Perché se l’elettrico puro è la propulsione alternativa più in voga per la maggioranza dei costruttori automobilistici, BMW compresa (a breve arriveranno sul mercato la suv iX3 e la berlina i4 a trazione 100 percento elettrica), la casa di Monaco continua a battere sul tema idrogeno. Per arrivare là dove si evidenziano i limiti delle auto elettriche, nelle lunghe percorrenze.

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COME FUNZIONA. La propulsione a idrogeno studiata dalla BWM in collaborazione con la Toyota combina le caratteristiche di un’auto elettrica alla possibilità di fare rifornimento in modo simile a quanto siamo abituati con le vetture a benzina. Infatti se a muovere le ruote ci pensa uno o più motori elettrici dell’ultima generazione delle BMW ‘a batterie’ l’energia elettrica con cui sono alimentati è prodotta all’interno della vettura da un sistema di celle a combustibile attraverso la reazione chimica tra l’ossigeno dell’aria e l’idrogeno. Quest’ultimo è immagazzinato all’interno di due serbatoi a pressione e per un rifornimento completo bastano solo pochi minuti.

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I TEST. Ancora di più delle auto elettriche, l’arrivo sul mercato di vetture a idrogeno si scontra con una mancanza generalizzata di infrastrutture che ne sostengano la diffusione. Per questo la casa tedesca non ha in programma di lanciare sul mercato nei prossimi anni nuovi veicoli a idrogeno di serie, ma la sperimentazione e i test di questa tecnologia non si fermano e – in attesa che si compiano passi avanti nella produzione e nella rete di rifornimento dell’idrogeno – nei prossimi due anni la BMW proverà estensivamente il powertrain a idrogeno su una piccola flotta di BMW X5.

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Un commento su “BMW: il futuro è anche a idrogeno”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    Sull’idrogeno e le fuelcell credo che molte corrette opinioni di oggi che ne sconsigliano l’utilizzo saranno smentite domani.
    Vero è che sono disponibili la Mirai di Toyota e la Hyundai Nexo ma quello che manca sono le stazioni di rifornimento.
    Confido presto e spero di aver ragione, purché sia idrogeno verde e non nero. Prodotto esclusivamente da fonte rinnovabile.
    Confido in futuro nell’idrogeno perché è il vettore energetico per eccellenza e può essere facilmente distribuito, come avviene in molte aree produttive attraverso gli idrogenodotti e prodotto con l’apporto gratuito del sole.
    Purtroppo, l’idrogeno di impiego industriale ha subito la devastante concorrenza dei metanodotti che non devono produrre, bensì trasportare, pressurizzare e depressurizzare CH4.
    L’idrogeno deve essere prodotto, non l’abbiamo disponibile in natura come il metano e gli idrocarburi, per cui la sfida tecnologica è proprio lì, nella produzione.
    Oggi ci sono investimenti notevoli negli US e tecnologie semplici ed efficaci, poco energivore che consentono di produrre idrogeno ed ossigeno direttamente nelle stazioni di servizio, ma mi ripeterei.
    L’Idrogeno sarà sempre più protagonista, sarà una delle fonti energetiche del futuro.
    L’immissione sul mercato non sarà immediata, non vedremo a breve la terza rivoluzione industriale annunciata da Jeremy Rifkin, ma non ci sono dubbi, sarà un sicuro protagonista.
    Lo scorso anno sono andato a vedere Arb il combustore solare di SoHHytec che ricaricava in cortile le Toyota Mirai fuelcell dell’Università di Losanna.
    Arb è un sistema one stop per tutte le esigenze energetiche domestiche, che si tratti di combustibile, elettricità o calore per sostituire l’energia convenzionale a base di combustibili fossili.
    Arb prende solo la luce del sole e l’acqua come input e produce contemporaneamente idrogeno, ossigeno, elettricità e calore. Arb ha un’efficienza totale di quasi il 70% e richiede uno spazio minimo a terra o su un tetto.
    In Italia abbiamo Ares – Fondazione Bruno Kessler, diretta da Luigi Crema che persegue questa interessante ricerca e che spinge il Trentino, assieme all’Alto Adige, fra i territori leader in ricerca e diffusione dell’idrogeno in Europa. Idrogeno che nonostante sollevi ancora critiche sul piano tecnologico, strutturale, economico, normativo e di accettazione sociale, rappresenta il futuro, o quantomeno uno dei futuri possibili.
    Oltratlantico, a Brawley, in California, ci sono gli Stars di SoCalGas realizzati con il Pacific Northwest National Laboratory che ha sviluppato la tecnologia STARS (Solar Thermal Advanced Reaction System) con il finanziamento del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e della Southern California Gas Company (SoCalGas).
    La tecnologia STARS consente la produzione di gas idrogeno da fonte rinnovabile da gas naturale utilizzando energia solare concentrata, con una riduzione di oltre il 30% delle emissioni di CO2 rispetto alle tecnologie convenzionali.
    Le applicazioni immediate includono stazioni di rifornimento di idrogeno per veicoli a celle a combustibile. Lì è possibile rifornirsi di idrogeno pressurizzato a 900 bar, il gas più infiammabile ed esplosivo della tavola periodica che richiede estrema cautela e una approfondita competenza sulle condizioni d’innesco.
    Sono comunque fiducioso che presto potremo produrre idrogeno verde dal solare su vasta scala, senza apporto energetico e rifornirci da soli, con estrema prudenza ovviamente.

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