Come sopravvivere al weekend/22. Piccoli diamanti (e qualche zircone)

Come sopravvivere al weekend/22. Piccoli diamanti (e qualche zircone)

LA NANO-ASTON. Riuscite a immaginare James Bond che lancia un missile sorseggiando champagne Bollinger da una citycar 2+2 posti? Impossibile per chiunque, tranne che per Ulrich Bez, l’amministratore delegato di Aston Martin che nel 2011 lanciò il progetto Cygnet: una Toyota IQ con il marchio della casa di Gaydon e rifinita con la stessa cura e lusso delle iconiche coupé della casa. Una alternativa molto chic alla Smart e con due posti in più, allora ideale come tender per la DBS Coupé o soltanto per farsi notare al semaforo di una grande città. Prestazioni e handling in linea con la macchina da cui discendeva (che di listino costava un terzo), rimase in vendita fino al 2013 e non verrà di certo ricordata tra i modelli più gloriosi della casa inglese. Se ne trovate una potrebbe aver senso in ottica collezionistica, un po’ come se aveste tenuto la Duna di vostra zia 30 anni fa. Nel caso, aguzzate la vista: ne esiste una sola con il V8 da 430 cavalli. Se la trovate, avete fatto bingo (ma andate piano).

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LA 500 DI CASTAGNA. Che la Fiat 500 moderna si presti per le edizioni speciali probabilmente lo sapete già. E probabilmente sapete anche che la sua famosa antenata – la Nuova 500 del 1957 – era stata in molti casi rivisitata dai carrozzieri dell’epoca per creare spiaggine (come la Jolly o la Gamine) o vetturette di lusso (come le 500 My Car di Francis Lombardi).Metti insieme le due cose, aggiungi un nome sacro delle fuoriserie anteguerra come Castagna e hai tutti gli ingredienti per trasformare una moderna utilitaria in una one-off da collezione. L’atelierCastagna, finito nell’oblio negli anni Cinquanta e poi riportato in vita dal designer Giachino Acampora nei primi anni duemila, non si limita ad aggiungere rifiniture di lusso e materiali pregiati, ma procede in molti casi alla modifica radicale delle forme della vettura, nel solco dei grandi carrozzieri come Pininfarina e Zagato. Il risultato sono eleganti spiaggine e persino la 500 Woody Wagon, un omaggio molto riuscito alla 500 Giardiniera. Amate da molti, pare che alla caduta del regime in Libia ne abbiano trovata una persino nel garage di Gheddafi.

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LA SMART SOTTO STEROIDI DI BRABUS. Distinguersi con una Smart? All’apparenza semplice, complici una gamma di colori molto ampia e tanti accessori pensati per automobilisti giovani, ultramoderni e cittadini. In realtà, nonostante le tante opzioni si tratta sempre di una macchina di grande serie e molto diffusa, nelle grandi città basta fare un giro dell’isolato per trovarne una identica alla propria. Se volete evitare questa spiacevole eventualità e magari volete darvi un tono ci sono anche le pepatissime versioni di Brabus, il tuner tedesco satellite di Mercedes, che da sempre mette sul mercato la propria interpretazione della piccola citycar di Mercedes (compresa la nuova versione electric-only). Nuovi paraurti, diffusori e altre modifiche estetiche, trionfo di pelle all’interno e cura vitaminizzante al motore, lo stesso trattamento che il tuner dedica ai Classe G e alle Classe S di Stoccarda. Brutale, ma non la porteremmo trai i cordoli di una pista.

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DAVID BROWN E LE SUE MINI. Sono piccole, cittadine, e molto curate ma rispetto alle altre giocano in un altro campionato. Perché sono vintage ma rinnovate e migliorate in ogni bullone, hanno tutti i comfort moderni ma non saranno mai comode come una qualsiasi citycar di ultima generazione. Sono le Mini Remastered, la versione 2.0 della Mini Classica secondo David Brown Automotive. È inutile girarci intorno, sono perfette. È come se Alec Issigonis fosse stato teletrasportato nella civiltàdell’iPhone direttamente da quella dei 45 giri, è una macchina fedele all’originale in tutto e per tutto ma con qualche piccolo trucco moderno – la sicurezza però rimane praticamente quella degli anni Sessanta. Impossibile trovarle un difetto, o forse no: costa come una Porsche 718 Cayman GT4.

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LA MICRA-JAG. L’abbiamo lasciata per ultima, per non turbarvi i sogni: sospendete per un attimo ogni giudizio estetico e giudicate l’idea (folle, ma simpatica) prima del risultato. Mitsuoka è un carrozziere giapponese che costruisce omaggi a vetture lussuosissime del passato basati su auto di oggi decisamente più umili. La specialità della casa? La Viewt, una Nissan Micra stravolta per assomigliare, nelle linee, a una Jaguar MKII. A guardarla in foto sembra la copia giocattolo in scala per un bambino, ma un’occhiata più attenta tradisce la parentela con la citycar di Yokoama. Ricercati anche gli interni, con simil-pelle e finta radica che fanno capolino tra le plastiche e i cupholder in plastica originali. No, non è una macchina da mezze misure: o piace o non piace. Sappiate però che dal 1993 ne hanno vendute più di dodicimila, a cui si aggiungono gli altri modelli di Mituoka tra cui spiccano finte Rolls basate su berline Nissan e soprattutto la Rock Star, un clone-omaggio alla Corvette Sting Ray costruito intorno a una Mazda MX5. Cosa dicevate della Duna?

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