Come sopravvivere al weekend/32. Turismo d’asfalto

Come sopravvivere al weekend/32. Turismo d’asfalto

In pista come le guardie (Anagni, Frosinone)
Se per la settimana di Ferragosto vi siete piazzati nel basso Lazio non potete saltare la visita alla pista ISAM di Anagni. Nasce nel 1956 come tracciato per prove di autoveicoli e attività di ricerca e sviluppo per le case automobilistiche, ma il motivo per visitarla è un altro. Tra le peculiarità del tracciato, infatti, ci sono i corsi di guida per le forze dell’ordine, continuazione di quell’attività in capo ad Alfa Romeo fino al 1977. In parole povere è la pista dove gli agenti di Polizia e Carabinieri imparavano a mettere di traverso le Giulia Super che hanno fatto la storia di un certo cinema di genere ein tempi più vicini a noi, a condurre in sicurezza volanti e gazzelle.Probabilmente avranno fatto un passaggio da queste parti anche gli agenti della Squadra Acrobatica della Polizia di Stato, reparto glorioso e purtroppo consegnato alla storia da decenni. Gita perfetta per gli amanti delle auto in divisa (la pista organizza anche track-day auto e moto, magari riuscite pure a percorrerla).

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La Fortezza che non c’è più (San Piero a Sieve, Firenze)
Spoiler alert: questa del Circuito della Fortezza è una storia triste. Il tracciato, privato, nasce nel 1971: era un percorso volutamente impegnativo pensato per i preparatori locali, che all’apertura ospitò persino qualche test della Tecno di F1. Voleva essere una struttura polivalente, adatta per test egare di accelerazione. Breve – solo un chilometro – ma intenso, perfetto per battagliare con qualche coupé vitaminizzata dell’epoca. La sua sfortuna? Quella di essere troppo vicino al Mugello, la cui ascesa ha tagliato le gambe a questa pistina goduriosa. Poco rimane del tracciato, ormai riassorbito dalla civiltà, in ogni caso merita una visita la fortezza medicea poco distante. Se poi avete pruriti da pista e volete scaricare a terra un po’ di cavalli resta sempre il Mugello, poco distante.

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L’Anello dei Signori (Nardò, Lecce)
Quando vi siete stancati degli aperitivi del Salento potete prendervi qualche ora per voi e andare in pellegrinaggio alla pista di Nardò, un grande cerchio alieno che si vede persino da Google Maps: oggi è un centro di prova Porsche (aperto comunque alle altre case per lo sviluppo di nuovi modelli) ma nasce come pista Fiat nel 1975. Parliamo di pellegrinaggio perché qui sono stati battuti decine di record, la velocità ‘da principiante’ è superiore a 250 km/h e devi stare attento anche alla forza G, come sugli aerei. Se ci sono dei test segreti delle case diventa off-limits, altrimenti è aperto anche per eventi esterni (non ci sono però le sessioni di track day per il pubblico). Un tracciato esagerato, in cui la velocità non perdona. Chiedetelo a Loris Bicocchi,che qui con una Bugatti Veyron ha avuto un incidente (senza conseguenze, per fortuna) a quasi 400 km/h.

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A cannon(au) (Mores, Sassari)
L’Autodromo Nazionale Franco di Suni è il primo ed unico circuito sardo in grado di ospitare gare automobilistiche e motociclistiche. Nonostante l’attività agonistica non sia molto estesa è una pista molto viva e dal 2007 è diventata anche centro di guida sicura. In piccolo, c’è tutto: 1650 metri di tracciato con diversità di pendenze e continui sali e scendi ambientato in un’affascinante cornice paesaggistica, i box e tutto il corollario. In questo periodo non sono previste attività particolari, tuttavia può essere una parantesi motoristica per uscire qualche ora dalla perfezione di Porto Cervo e dalle fatiche della vita Smeralda. Magari riuscite anche a girare, caldo permettendo.

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La fenice siracusana (Siracusa)
Circolare, non c’è niente da vedere! Purtroppo, è quasi vero per l’Autodromo di Siracusa, una delle eterne opere incompiute dell’automobilismo nostrano. Negli Anni ‘50 e ‘60 ha ospitato diverse gare di Formula 1, seppur non valide per il campionato del Mondo, e ha visto correre sul proprio asfalto tante scuderie tra cui Ferrari, che proprio qui vide la prima vittoria di una propria vettura da corsa a trazione posteriore. Purtroppo, non lo ricorda nessuno, tranne Mansory, che a questa ricorrenza (e al circuito dove è successo) dedica la sua interpretazione della Ferrari 458 Italia. Caduto nell’oblio dagli Anni ‘70, nel recente passato è ritornato al centro dell’agenda delle istituzioni, che hanno lanciato un programma di ampliamento che prosegue – tra varie battute d’arresto –. Merita una visita, se non altro per dare un messaggio di incoraggiamento.

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