Così lo stile italiano ha reso immortali le BMW

Così lo stile italiano ha reso immortali le BMW

Quando è il momento di dare forma a una nuova auto, alla BMW difficilmente si lavora in punta di matita. Pochi altri marchi, negli ultimi vent’anni, hanno cambiato così profondamente la loro immagine senza paura di fare fiasco e, piaccia o non piaccia, il mercato dell’auto, dove oggi è straordinariamente facile perdere la bussola e trovarsi spiazzati, ha premiato questa filosofia.

Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25

Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25

UN OMAGGIO ALLO STILE ITALIANO. Che aspetto avranno le BMW di domani l’hanno anticipato l’anno scorso la berlina Vision Neue Klasse e la suv Neue Klasse X. Nomi scelti mica per caso: Neue Klasse è la famiglia di vetture che, negli anni ’60, Giovanni Michelotti disegnò per la casa tedesca, ponendo solide basi per la nascita e il successo di intere generazioni di berline di lusso. Al genio del designer torinese e a quello dei colleghi e concittadini Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini, il museo di Monaco ha dedicato la mostra “Belle Macchine”: disegni e schizzi originali e decine di automobili firmate dalle più raffinate carrozzerie del Bel paese che raccontano il modo in cui lo stile italiano ha influenzato il modo di pensare e disegnare le BMW dal secondo dopoguerra ai giorni nostri.

Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25

SI VOLTA PAGINA. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale la BMW era un’azienda sul lastrico e per uscire dalla crisi scelse di guardare oltre i confini di una Germania da ricostruire e di affidarsi a Michelotti, che con fogli e matite aveva cominciato ad armeggiare già a 14 anni, quando agli Stabilimenti Farina arrivava prima di tutti e li faceva trovare pronti sui tavoli da disegno per i colleghi più anziani. Dalla matita del designer torinese, giusto per dare un’idea della portata innovativa dei suoi progetti, alla fine degli anni ’50 uscì la piccola 700 (foto sopra), che fu la prima BMW con la scocca portante in tempi in cui le vetture della casa di Monaco erano sì eleganti e rifinite di tutto punto, ma non più al passo coi tempi da un pezzo.

Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25

UN DESIGN BUONO PER OGNI AUTO. Se con Michelotti la BMW assaporò il gusto di una modernità prima sconosciuta, è con Bertone che raggiunse quella maturità che le ha permesso di compiere uno dopo l’altro i passi decisivi verso il successo globale. Senza la Garmisch di Gandini (foto sotto) difficilmente Paul Braq avrebbe avuto il guizzo giusto per scrivere il primo capitolo di due avventure, quelle della Serie 3 e della Serie 5, che proseguono  ancora oggi. Ed è merito di Giugiaro, che alla fine degli anni ’70 tirò fuori dal cilindro la M1, se la casa bavarese ha messo un piede in un mondo, quello incantevole e rarefatto delle supercar, all’epoca frequentato esclusivamente da marchi prestigiosi come Ferrari, Lamborghini e Maserati. Insomma, nel Dna delle BMW che hanno lasciato il segno c’è un bel pezzo d’Italia. E la mostra “Belle Macchine” lo racconta così bene che, da sola, vale il prezzo del biglietto.    

Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25

  • Ausstellung Belle Macchine BMW Museum 6-25
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