De Tomaso P900: chi vivrà, vedrà

SCOMPARSO E POI RINATO. Il marchio De Tomaso è stato ufficialmente attivo dal 1959 al 2012 e il suo maggior successo è stata la Pantera, costruita tra il 1971 e il 1993. Dopo la morte del fondatore Alejandro De Tomaso – nel 2003 – ha passato varie traversie e, tanto per cambiare, adesso è nelle mani di una società cinese con sede a Hong Kong. E, tanto per cambiare, sta cercando di tornare sotto i riflettori producendo supercar in serie limitata o limitatissima. Che pare essere la moda del momento. Nel 2019 la De Tomaso Automobili ha annunciato la P72, spinta da un V8 (forse) di origine Ford, che dovrebbe essere costruita in 72 esemplari a partire dall’anno prossimo.

De Tomasp P900BIPOSTO PER CIRCUITI. Adesso invece è la volta della P900 che, a differenza della P72, non è destinata alla strada ma dovrebbe essere costruita solo per l’uso in pista. La produzione sarebbe limitata a 18 esemplari e il prezzo dovrebbe essere di 2,87 milioni di euro. Tasse escluse.

De Tomasp P900V12 D’ARCHIVIO. Una delle leggende della De Tomaso originale, racconta che Don Alejandro avesse nel cassetto il progetto di un V12 che, però, non nacque mai. La leggenda della De Tomaso di oggi, invece, spiega che i disegni originali di quel propulsore sono saltati fuori da quel cassetto e sono stati attualizzati, per ottenere l’unità che andrà a equipaggiare proprio la P900. Sembra che per ottenere la sostenibilità senza ricorrere all’elettrificazione si stia lavorando molto sulla riduzione del peso e sull’adattamento all’uso di carburanti sintetici. Anche se non è chiaro perché sia necessario affrontare questi sforzi progettuali per un auto che non è destinata alla circolazione stradale e quindi non sarebbe tenuta a rispettare le normative sulle emissioni. In ogni caso questo V12 aspirato di 6,2 litri, con un angolo di 60° tra le bancate, è accreditato di 900 CV a 12.300 giri ed è abbinato a un cambio sequenziale Xtrac che trasferisce la potenza alle ruote posteriori. Il complesso motore/trasmissione, poi, pare rimanga intreno ai 220 kg. Ma tutta la P90 dovrebbe essere leggerissima, perché il telaio e la carrozzeria in carbonio le consentirebbero di stare intorno ai 900 kg a secco.

MA IL MOTORE È IN RITARDO. Peccato, però, che la meccanica, così come è stata delineata, non sarà pronta prima del 2024, mentre le consegne della P900 dovrebbero cominciare già l’anno prossimo. E quindi? Semplice: a chi proprio non ce la farà ad aspettare che sia tutto pronto, la vettura verrà consegnata con un V10 Judd derivato ad quello utilizzato in F1 alla fine degli anni ’90. Che naturalmente sarà sostituito gratuitamente dal V12 quando i tempi saranno maturi.

De Tomasp P900AERODINAMICA E FANTASIA. Dai rendering della hypercar sembra che l’aerodinamica sia molto curata e il design è sinuoso e molto scenografico, nonché diverso da quello delle vetture pensate per la pista, che devono far fronte a una funzione specifica e garantire la massima la massima efficienza. Pare comunque che la linea sia stata definita nella galleria del vento e anche attraverso numerose simulazioni al computer. Sono previsti profili alari attivi e anche una funzione simile al DRS delle F1, che permette al pilota di diminuire la deportanza e migliorare la penetrazione dell’aria quando occorre raggiungere la velocità massima. Che comunque non è stata dichiarata.
Detto tutto questo, rimaniamo alla finestra e vediamo cosa succederà di questa vettura, così come della P72. Naturalmente tifando per loro. Quello che è certo fin qui, è che è la “creatività” nell’approccio tecnico e commerciale non è inferiore a quella che faceva di Don Alejandro uno dei personaggi più fuori dagli schemi del mondo dell’auto.

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