Dodge Charger, la muscle car che si ricarica
Era nell’aria, ce lo avevano detto in tutte le salse, a suon di edizioni finali e limitate delle muscle car della Dodge che bevono benzina e fanno tanto rumore. I tempi dei V8 Hemi sono finiti e anche dall’altra parte dell’Oceano si guarda al downsizing e all’elettrificazione con la nuova Dodge Charger. Un nome storico per la casa americana, e che, senza farlo apposta, suona pure bene con la natura elettrica della nuova nata, anche se forse più che Charger (“caricatore”, in italiano) questa muscle car avrebbero dovuto chiamarla Charged (“caricata”), perché solo attaccandola alla spina si potranno godere dal primo all’ultimo i 670 cavalli forniti dai due motori elettrici, uno per asse, alimentati da una batteria da circa 100 kWh con tecnologia a 400 Volt.
NON SOLO ELETTRICA. Numeri che sulla carta non fanno gridare al miracolo (va però detto che in America queste sono auto relativamente economiche, e non delle rivali della Porsche Taycan), ma che vanno considerati anche in relazione a un qualcosa di ben più interessante per noi europei, ovvero la piattaforma. La Dodge Charger è infatti la prima auto del gruppo Stellantis a poggiare sull’architettura STLA Large, ovvero la base meccanica modulare che troveremo un po’ su tutte le nuove vetture di grandi dimensioni del colosso guidato da Carlos Tavares. Una piattaforma che (per fortuna) non dice addio ai motori termici, ma che, invece, è studiata per essere polivalente. E polivalente, infatti, lo sarà pure la nuova Charger, che sarà presto offerta anche in una versione a benzina mossa da un 3.0 sei cilindri in linea. Inutile dire che con ogni probabilità sarà proprio lei la più venduta della gamma.
FARANNO RUMORE. Niente V8, quindi, almeno per il momento, il che significa che dovremo rimpiangere le note celestiali toccate dal 6.2 Hellcat (ascoltale nel video qui sotto). Due le carrozzerie, una coupé, una berlina, e rivisto da cima a fondo l’abitacolo, molto più moderno e, promette la casa, anche meglio rifinito. Non mancheranno poi tutte quelle “diavolerie” elettroniche per andare forte in sicurezza e fare un gran rumore anche se si opta per la variante “a pile”: un po’ in stile 500 Abarth elettrica, con la differenza che la Charger potrà contare sui decibel extra emessi dalle casse. Quanti? Non è dato saperlo, ma pare che il rombo, seppur digitale, sarà addirittura più potente del grosso otto cilindri della Hellcat. E poi ci sono gomme di taglia extra-large (fino a 305 davanti e 325 dietro), il che fa tanta scena ma non stupisce più di tanto, visto che da scaricare a terra – elettrici o termici, ma sempre su tutte le ruote – ci sono davvero tantissimi cavalli.
SI VA AVANTI O INDIETRO? Difficile dire al momento se la nuova muscle car della Dodge sarà un successo: la Charger e la Challenger appena pensionate sono rimaste in produzione per ben più di un decennio, diventando sempre più di moda con lo scorrere del tempo, e toccando l’apice della popolarità proprio quando ci siamo accorti che stavano per uscire di scena. Ora che è successo davvero, non ci rimane che mettere alla prova queste nuove creazioni yankee e scoprire se vale davvero la pena tenersi stretto il passato o se c’è qualcosa, soprattutto in termini di divertimento di guida, che un’auto del genere può offrire per cui ha senso accogliere il futuro a braccia aperte e senza troppi rimpianti. Le risposte non sono mai scontate, per cui non vediamo l’ora di metterla alla prova!