Drive to Survive: la quarta stagione su Netflix

Drive to Survive: la quarta stagione su Netflix

Dieci episodi da 45 minuti l’uno. Nove ore in totale. È questa la quarta stagione di Drive to Survive, la serie TV esclusiva Netflix che in Italia è visibile da venerdì 11 marzo. Praticamente dall’altroieri. E noi di veloce.it abbiamo sacrificato quasi metà weekend per guardarla appena uscita e raccontarvela, o meglio, per fornire un commento critico all’atteso tormentone dedicato al Campionato del Mondo di Formula 1 del 2021. 

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GRAN SPETTACOLO. Iniziamo col dire che, probabilmente, se non ci fosse stata la prospettiva Netflix, probabilmente il Campionato del Mondo di Formula 1 non sarebbe finito così. Non stiamo dicendo che avrebbe vinto Hamilton al posto di Verstappen, tuttavia negli ultimi due Gran Premi diverse decisioni della Direzione Gara sono state orientate, anche in modo clamoroso, a favore di uno spettacolo all’americana più che nel rispetto dei regolamenti, vedi il permesso di sdoppiarsi al penultimo giro ad Abu Dhabi ristretto solo alle cinque monoposto in pista tra il pilota inglese di origini caraibiche della Mercedes e il rivale della RedBull. La serie è fortemente anglosaxon-oriented: quasi interi episodi sono dedicati alla Haas, alla McLaren e alla Williams. Di contro, solo una decina di minuti a Ocon e alla Alpine, che pure hanno vinto un Gran Premio, in Ungheria, qualche istante in più alla Ferrari, e soprattutto per l’incidente di Leclerc prima della partenza del Gran Premio di Monaco, zero alla Sauber-Alfa Romeo (solo una presenza in una sigla), qualche secondo alla Aston Martin del canadese Lawrence Stroll. 

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DALLA RUSSIA CON FURURE. A proposito della Haas, piace registrare l’impietoso ritratto che viene tracciato del pilota russo Nikita Mazepin, portato in Formula 1 dagli ingenti denari del facoltoso padre con la sponsorizzazione Ural Kali. Un giovane arrogante e presuntuoso, sempre perdente in qualifica contro il compagno di squadra e altrettanto debuttante in Formula 1 Mick Schumacher, aizzato dal genitore altrettanto tronfio, pronto a minacciare con il team diretto da Guenther Steiner, altoatesino di lungo corso nel Mondiale Rally e di Formula 1, il ritiro della sponsorizzazione se il figlio non fosse stato aiutato di più nell’adattamento alla monoposto. Situazione tragicomica, al pensiero della rapidità con cui il ricco oligarca russo è stato buttato fuori dal Circus pochi giorni fa dalla scuderia americana Haas, e con lui il figlio Nikita in qualità di pilota, sostituito al volo dal danese Kevin Magnussen, dopo l’attacco russo all’Ucraina (e il blocco delle sostanze degli oligarchi).

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GLI UOMINI, LE CORSE. Per l’appassionato che segue ogni gara sui migliori canali tematici la serie Netflix è forse fin troppo superficiale (ma l’obiettivo più o meno dichiarato è fornire un racconto romanzato, non una lettura critica della stagione), mentre per l’utente occasionale della Formula 1, Drive to Survive offre un punto di vista interessante, che permette di conoscere un po’ del dietro le quinte del sempre più dorato mondo della massima categoria automobilistica, con pochi flash sulla vita privata di qualche personaggio. Gradevole, da questo punto di vista, la sequenza dell’incontro tra l’ormai dimissionato Valtteri Bottas a casa di Toto Wolff a Monte-Carlo, con il finlandese che si presenta su una Mercedes-AMG GT Black Series dalla livrea personalizzata e il manager austriaco che gli chiede massimo impegno per mettere in carniere l’ottavo titolo Costruttori consecutivo. Mentre un po’ più melense e scontate sono le riprese delle videochiamate tra Horner e Wolff con i rispettivi figlie e figli prima dell’ultimo GP, con la richiesta del team principal della RedBull “chi vincerà?” e la scontata risposta “Max”. In tutto questo, pathos e adrenalina esplodono magicamente nel decimo e ultimo episodio, quello dedicato interamente al Gran Premio di Abu Dhabi, con il contestato ultimo giro che ha permesso all’olandese Verstappen di sorpassare, complici le gomme fresche, Hamilton. Se non aveste visto la diretta del Gran Premio, ecco un’occasione d’oro per rivedere i numerosi episodi salienti che hanno deciso il Mondiale 2021.

Toto Wolff

Toto Wolff

SOTTO PRESSIONE. Impietosamente vengono mostrate le conversazioni tra i team principal di RedBull e Mercedes, rispettivamente Christian Horner e Toto Wolff, con Micheal Masi, il Direttore di Gara incolpato da ambo le parti prima da Horner per le penalizzazioni a senso unico contro Verstappen e poi da Wolff per la discutibile e discussa gestione della Safety Car nelle ultime battute della gara di Yas Marina, ad Abu Dhabi. A proposito della Mercedes di Toto Wolff: molti si sorprenderanno che a causare l’incidente rivelatosi decisivo per l’assegnazione del titolo 2021 sia stato Nicolas Latifi,  pilota Williams-Mercedes, quindi teoricamente in grado di favorire invece Hamilton e il team Mercedes. Ma… that’s motorsport, bellezza: e il canadese in lotta con Mick Schumacher per non arrivare ultimo, tradito da un errore di inesperienza, ha condizionato in modo decisivo il Mondiale 2021 con la ormai famosa Safety Car negli ultimi giri, con Hamilton in netto vantaggio che si ritroverà invece, a 5 km dalla bandiera a scacchi, Verstappen prima negli scarichi o poi davanti.

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MEGLIO IN INGLESE. Qualche consiglio non richiesto per la fruizione: gustatevi i ‘dietro le quinte’, alcuni davvero interessanti e noti solo a pochi superappassionati e agli addetti ai lavori. E soprattutto, chi padroneggia la lingua inglese, guardi la serie in lingua originale, magari con i sottotitoli in italiano. La versione doppiata nella nostra lingua è inascoltabile e, tra l’altro, piena di insulti e imprecazioni che sarebbe stato preferibile non tradurre. Un conto è sentirle nei volgari bisillabi in inglese, ma ascoltati in italiano deturpano l’audio di questa serie per certi versi gradevole. Quel che è peggio, comunque, è la lettura all’inglese del nome della squadra francese ex-Renault, Alpine. Sentirla pronunciare “alpain” è veramente uno strazio. Se ci sarà una quinta serie di Drive to Survive, auspichiamo un doppiaggio adeguato.

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