Ducati Scrambler: vado, sbanco e torno

Ducati Scrambler: vado, sbanco e torno

Del Webb era amico di Howard Hughes. E tu sai chi era Howard Hughes. Quindi non ti deve sorprendere se anche Del era uno con le mani in pasta a Las Vegas (la creatura di Hughes, appunto). Devi sapere che il vecchio Del era il proprietario del Mint, uno degli alberghi più scintillanti dello Strip. Perché Del era uno che aveva un vizietto. Oltre a quello che pensi, gli piaceva essere il primo. “Se uno deve venire a Vegas, il Mint è il primo albergo che gli deve venire in mente”, diceva sempre. E così, per lanciare la sua bettola, perché a Vegas sono tutte bettole e ne vanno fieri, non chiama mica i soliti tromboni in concerto come fanno tutti gli altri, niente Rat Pack di Sinatra o maggiorate platinate come Dolly Parton. No. A Del piacciono corse, velocità e polvere. Per sua fortuna è nel posto giusto per la gara che ha in mente, la Mint 400. Competizione che, fin dal suo inizio negli anni ’60, porta piloti e scalmanati nel bel mezzo di questo nulla col deserto intorno che è Vegas. Città che, come sai, è a due passi dalla Los Angeles dei divi. E in quegli anni lì girava gente come Steve McQueen, che ovviamente non se la fa mancare.

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LA RINASCITA. Ma poi a un certo punto anche le cose più belle, finiscono. E la Mint pare archiviata per sempre. Roba da museo. Almeno fino a dodici anni fa. Quando torna. A quanto pare più in forma che mai, visto che anche i grossi marchi vogliono partecipare a tutti i costi. Come Ducati che, per l’edizione 2020, ha fatto le cose in grande. La strategia per sbancare Las Vegas è semplice. Prendi due Scrambler Desert Sleds, modificale il giusto, cacciaci su due piloti come Jordan Graham e Ricky Diaz (e nel dubbio iscrivi anche una terza moto con doppio equipaggio) e fai gestire il tutto al team vincente del Pikes Peak, lo Spider Grips. Iscrivi le Scrambler nella neonata categoria Hooligan, strettamente riservata ai mezzi di serie, e il gioco è fatto. Il programma del 6 marzo prevedeva due giri di pista, volendo chiamare così una lingua di sabbia polverosa che serpeggia tra i cactus, per un totale di 160 miglia (257 km). Partenza alle 7 del mattino, astenersi perditempo.

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IL DOMINIO. Gommate Pirelli Scorpion, ammortizzate Fox e con colonna sonora Termignoni, le bolognesi hanno portato a casa i due gradini più alti del podio. Unica nota, si segnala che tra il pubblico, quella Scrambler numero 47 che tagliava il traguardo tre quarti d’ora prima della seconda (sempre Ducati), ha fatto venire il dubbio che Graham stesse partecipando a un’altra gara. Peccato per Diaz! Appiedato da un sasso che gli ha spaccato la leva del cambio.

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