Ferrari 12Cilindri, l’astronave da 9500 giri

stupore /stu·pó·re/ ovvero il sostantivo maschile che in italiano indica un senso di grande meraviglia, incredulità, disorientamento provocato da qualcosa di inatteso. Una definizione breve tra le mille mila pagine del vocabolario che gli uomini della Ferrari hanno preso alla lettera e fatto propria, elevandola a qualità indispensabile di cui ogni supercar del Cavallino deve fregiarsi una volta uscita dai cancelli della fabbrica di Maranello. Perché in un mondo dove costruire auto che vanno forte (almeno in rettilineo) è sempre più facile e creare del desiderio per i clienti più facoltosi è sempre più difficile, bisogna prima di tutto lasciare a bocca aperta, creare curiosità. E così, dopo mesi e mesi di speculazioni, con tanti nuovi progetti all’orizzonte a dir poco radicali (pensate che la prima Ferrari 100% elettrica sarà tra noi nel giro di 12 mesi…), ecco la gran turismo del Cavallino contemporaneamente più futuristica e tradizionale di sempre, la Ferrari 12Cilindri.

TRADIZIONE E TECNOLOGIA INSIEME. Ma andiamo con ordine, ripercorrendo in breve quelle che sono le specifiche tecniche della nuova Ferrari 12Cilindri. Il V12 aspirato sotto il cofano (enorme, bellissimo, ad apertura controvento) è una vecchia conoscenza: si tratta dello stesso 6.5 – aggiornato per ottemperare alla nuova normativa Euro 6E – della Ferrari 812 Competizione, qui dotato di una nuova linea di scarico per un sound inedito e abbinato al più recente cambio robotizzato doppia frizione a otto marce, preso in prestito dalla Ferrari SF90 Stradale. La trazione è sempre sulle sole ruote posteriori, e a controllare con precisione chirurgica che tutti gli 830 cavalli e i 678 Nm di coppia siano scaricati a terra nella maniera più efficace possibile ci sono le innumerevoli tecnologie sviluppate in questi anni dalla Ferrari come l’SSC, il Side Slip Control di ottava generazione, che riesce a capire ben prima di voi quanto grip avete a disposizione, sia che stiate andando piano sul bagnato, sia che abbiate messo i 395.000 euro di Ferrari 12Cilindri a bandiera su un tornante del Passo Giau. E poi ancora l’ABS Evo, che vi consente di frenare senza il rischio di sbandare anche se non si è a ruote dritte, e l’ATS, acronimo di Aspirated Torque Shaping, un sistema elettronico che stabilisce per ogni marcia quanta coppia darvi sotto al piede del gas.

VA FORTE, MOLTO FORTE. Insomma, la Ferrari 12Cilindri offre tutto ciò che serve per godersi senza patemi una moderna super gran turismo da oltre 340 orari e uno scatto da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi, ma senza rinunciare alle unicità di un propulsore che quanto a prestazioni pure potrà pure essere eguagliato da un otto cilindri turbo (e forse pure da un sei), ma resta irraggiungibile per carattere e sonorità. Diciamoci la verità: per tutti noi appassionati questo basta e avanza, perché se da un lato nuovi modi di farci andare veloci, con meno cilindri o con lo zampino dell’energia elettrica, possono essere altrettanto emozionanti (e chi ha avuto la fortuna di guidare una 296 GTB o una SF90 Stradale lo sa bene, sempre per rimanere in casa Ferrari), dall’altro sacrificare sull’altare di un’ipotetica svolta ecologica uno dei motori più incredibili della storia dell’automobilismo non sarebbe stata una gran cosa.

PROFUMA DI FUTURO. Gli uomini della Ferrari avrebbero potuto fermarsi qui: il portafogli ordini sarebbe stato già bell’e che pieno. Ma, come vi anticipavo all’inizio, non lavorerebbero a Maranello se non avessero trovato un modo per stupirci. Per lasciarci proprio a bocca aperta, anzi. E sulla Ferrari 12Cilindri è il design a fare clamore. Dimenticatevi tutto quello che avete visto dalla metà degli Anni ’90 a oggi, dalla Ferrari 550 Maranello all’ultima 812 Superfast, ecco il nuovo linguaggio stilistico firmato dalla matita di Flavio Manzoni, il capo del Centro Stile Ferrari. Dopo aver avuto la fortuna di vedere dal vivo questa nuova 12Cilindri possono sbilanciarmi e dirvi senza mezzi termini che è bellissima: un ufo atterrato sul pianeta terra capace di modernizzare le proporzioni classiche di una GT con il motore davanti come mai visto prima in tempi recenti e al tempo stesso capace di farci riassaporare gli intramontabili tratti stilistici di due Ferrari uniche del passato, la 365 GTB/4 Daytona del 1968 (specie nel frontale) e la concept Ferrari Modulo di Pininfarina del 1970. Più contemporanei gli interni, molto simili a quelli delle Ferrari più recenti, con tanti schermi, compreso quello, enorme, del cruscotto digitale e (purtroppo) anche tanti comandi sfioramento, che sì sono migliorati, ma non sono ancora il massimo della praticità.

CI SARÀ ANCHE SCOPERTA. Infine, ennesimo coup de théâtre del Cavallino, la disponibilità fin dal lancio di due carrozzerie, coupé e spider. Un qualcosa di mai visto a Maranello, almeno in tempi recenti. Godersi una Ferrari a cielo aperto, per giunta con un monumentale V12 sotto il cofano, regala un’esperienza a dir poco impagabile e i compromessi sono molto pochi (60 kg in più e 100 litri di bagagliaio in meno in sostanza), anche se a dire il vero è un peccato che sulla Ferrari 12Cilindri Spider si perda quel bellissimo motivo a boomerang che nella versione con il tetto in lamiera corre dai montanti al tetto. A ogni modo, a ognuno le sue preferenze. A patto di avere almeno 395.000 euro da parte (il 10% in più per la Spider), ed essere veloci ad aprire il portafoglio: questa Ferrari 12Cilindri non sarà in edizione limitata, ma la produzione, quella, è tutt’altro che infinita…