GMA T.50: cambio, aerodinamica e design

GMA T.50: cambio, aerodinamica e design

Continua l’approfondimento sull’ultima creatura di Gordon Murray, la T.50

CAMBIO. Il V12 Cosworth GMA è accoppiato ad un cambio manuale a sei rapporti, fissato direttamente al telaio e su cui sono ancorati i triangoli delle sospensioni posteriori. Sviluppato e realizzato in Inghilterra dalla Xtrac; è raffinato, molto corto e – con un peso di soli 80,5 kg – estremamente leggero. Un peso piuma da un lato, un baluardo di robustezza e qualità dall’altro. Il suo schema ad H – o a griglia, per dirla come si direbbe nella MotorValley – è un altro pezzo di design eccezionale che solo la T.50 può sciorinare. Essendo stato fittato su quest’auto, ogni sua singola componente è stata ottimizzata quanto a peso e dimensioni: basti pensare che in Xtrac sono riusciti a creare un case in alluminio di soli 2,4 mm di spessore. Dopo i test iniziali, che hanno definito movimento e rapportatura, il lungo processo di finalizzazione è stato controfirmato da Murray in persona. Abbiamo quindi un cambio con innesti corti e cancellati trasversali molto stretti, per passaggi di marcia fluidi, precisi e puliti; i primi cinque rapporti sono ravvicinati per garantire un’accelerazione da cardiopalma, mentre il sesto, più lungo, armonizza le andature di crociera. La frizione a triplo disco misura 184 mm di diametro.

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AERODINAMICA, NEXT LEVEL. “Ci siamo concentrati per dare alla T.50 la forma più pura possibile, obiettivo che abbiamo raggiunto attraverso le migliori innovazioni ingegneristiche disponibili al momento e l’aerodinamica del sottoscocca attiva”. La T.50, di fatto, ha preso per mano l’aerodinamica delle migliori supercar e l’ha portata a un nuovo livello: il Professore ha aggiunto un nuovo capitolo al libro delle regole che migliorano le capacità di effetto suolo delle vetture stradali. Prestazioni aerodinamiche che fanno capo ad una ventola posteriore da 40 cm – vi ricordate la Brabham BT46B con quella specie di elica/aspirapolvere posteriore ideata dagli assistenti di Murray nel 1978? – che ha la funzione di accelerare l’aria canalizzata sotto la vettura, forzandola attraverso una coppia di spoiler attivi che si trovano nell’estremità posteriore. Attraverso due modalità aero automatiche e quattro selezionate dal conducente, la T.50 è in grado di aumentare il carico aerodinamico del 50 percento, ridurre la resistenza del 12,5 percento, ridurre la frenata da 200 km/h di una decina di metri e – come abbiamo nel capitolo dedicato al motore – aggiungere circa 50 cavalli al computo della potenza massima. La ventola e il relativo sistema di canalizzazione migliorano l’interazione dei flussi d’aria sopra e sotto l’auto, bilanciando resistenza e deportanza a qualsiasi velocità. Come se non bastasse, consentono di eliminare vistose appendici e quindi di purificare il design delle superfici superiori del mezzo: sulla T.50 l’aria scorre sulla carrozzeria senza essere disturbata da sgradevoli prese d’aria, condotti o alette di qualsiasi genere. La ventola è azionata da un piccolo motore a 48V. Il design particolare e il sottoscocca eliminano in toto la necessità di minigonne — come quelle usate sulla BT46B; dei filtri appositi posti nei condotti assicurano che non passino detriti stradali attraverso il sistema. Questa macchina dei sogni, da oggi divenuta realtà. vanta sei diverse modalità aerodinamiche: due sono automatiche – Auto e Braking – le restanti quattro – High, Downforce, Streamline, V-Max Boost e Test Mode – sono selezionabili direttamente dal conducente.
(Auto: è l’impostazione predefinita, in questa modalità la T.50 funziona con deportanza passiva come una normale supercar; Braking: sposta gli spoiler posteriori a 45 gradi quando sono richiesti alti livelli di decelerazione e la ventola funziona in simultanea raddoppiando il carico aerodinamico, migliorando stabilità, aderenza e riducendo la distanza di frenata. Inoltre, in caso d’emergenza, questa funzione precede qualsiasi altra modalità; High Downforce: offre una trazione migliore, gli spoiler posteriori si aprono a 10 gradi e la ventola si alza aumentare il carico aerodinamico del 50 percento; Streamline: gli spoiler si aprono a -10 gradi, riducendo la resistenza del 12,5 percento e aumentando la velocità in linea retta riducendo anche consumo di carburante e carico aerodinamico. Inoltre, la ventola attira l’aria dal ponte superiore per ridurre al minimo la resistenza e prolungare la scia finale della vettura, creando un longtail virtuale e producendo fino a 15 kg di spinta; V-Max Boost: è la modalità T.50 più estrema, utilizza quanto visto nella modalità Streamline unitamente al generatore 48V liberando energia all’albero di trasmissione. Combinato con l’induzione ram-air, aumenta la potenza a 700 cavalli per brevi, ma intensissimi momenti di godimento; Test Mode: funziona quando l’automobile è ferma, la ventola si porta fino al suo massimo di 7000 giri, gli spoiler posteriori doppi si spostano lungo tutta la loro gamma di movimento, le valvole del diffusore si aprono e si chiudono progressivamente prima di tornare alla posizione di riposo)

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PUREZZA E INGEGNERIA. A dominare il design della T.50 ci sono purezza ed equilibrio. Resa possibile da una fra le aerodinamiche più avanzate ed efficaci mai vista su una vettura stradale, la carrozzeria del gioiello di Murray si distingue per le sue linee semplici, senza tempo e per l’ascetica pulizia visiva di tutte le superfici. Un design che basa e non ricerca la sua aggressività con ali, prese d’aria o condotti arzigogolati per enfatizzare le proprie capacità prestazionali; piuttosto, l’occhio è qui attratto da proporzioni compatte, equilibrate e sopratutto dalla simmetria incentrata su chi siede al posto di guida.

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SI ALZANO I SIPARI. Le porte diedrali si alzano creando un impatto visivo sorprendente e facilitano l’ingresso e l’uscita degli occupanti anche in spazi di parcheggio ristretti. Queste sono unite ad una coppia di aperture posteriori che – come abbiamo anticipato parlando del motore – rivelano il V12 Cosworth in tutto il suo splendore. Ai lati di questa zona, ci sono due vani da 90 litri a carico verticale lungo i lati della vettura, che uniti al vano anteriore consentono una di portarsi via bagagli leggeri per i tre occupanti. Già, non ve lo avevamo ancora detto: a bordo della T.50 salgono tre persone, proprio come sull’iconica McLaren F1. Con tutte e quattro i vani aperti — le due portiere più le coperture motore — la T.50 sembra un insetto alato predatore pronto a spiccare; qualsiasi vano può essere aperto a distanza tramite chiave.

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UNO AL COMANDO. Come per ogni elemento di questa pietra miliare dell’automobilismo, anche l’elemento guidatore è stato preso in carico sulla stregua di motore e aerodinamica. Infatti, una delle caratteristiche più evidenti è sicuramente la posizione di guida centrale e l’equilibrio naturale che essa conferisce a tutto il progetto. Un’immaginaria linea centrale corre dal logo posto all’estremità del cofano anteriore e prosegue nell’abitacolo, oltrepassa il cruscotto e taglia in due il sedile del guidatore, proseguendo nel posteriore. All’esterno, la linea è riflessa da un’impercettibile dorsale che va dalla base della presa d’aria sul tetto al bordo superiore dell’alloggiamento della ventola sul retro. Questa linea sottolinea la simmetria dell’auto e tutto il suo innato equilibrio innato.

DISSIPATORE. All’anteriore un paio di LED ad alta intensità di ultimissima generazione dichiarano il legame di questa vettura con la McLaren F1 del 1993, un chiaro segno di riconoscimento. Ogni faro è composto da una coppia di anelli allineati orizzontalmente che funzionano come luci di marcia diurna e indicatori; il centro di ogni anello contiene le luci anabbaglianti e abbaglianti. Un dissipatore di calore e una serie di fessure sotto e sopra i fari fanno circolare l’aria attorno a ciascun raccordo per raffreddare le unità: la maggior parte dei produttori nasconde questa funzione di raffreddamento, mentre Murray ha giocato al meglio questa carta trasformando questo requisito funzionale in un elemento distintivo di stile e arte ingegneristica.

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SPAZIO, TANTO. L’interno incredibilmente spazioso, ha un aspetto esteriore elegante. Mentre la dorsale s’adagia verso la parte posteriore della vettura, le superfici vetrate continuano, offrendo uno scorcio V12 sotto al suo air box in fibra di carbonio. Il posteriore favorisce la canalizzazione dei flussi d’aria verso gli spoiler attivi e il raffreddamento dell’olio motore: in modalità aerodinamica, l’aria viene catalizzata e poi espulsa dalla ventola posteriore. Il corpo nero che la contiene contrasta con la vernice della carrozzeria e si fonde con la ventola stessa che sporge drammaticamente sopra il livello del ponte posteriore. Ai fianchi di questa troviamo due terminali di scarico da 80 mm posti all’interno di una griglia nera a trama esagonale. Nelle estremità posteriori trovano infine posto le i proiettori posteriori a LED circolari rossi che attirano lo sguardo con le loro forme 3D, riflettendo la luce verso l’esterno per creare un elegante punto focale; queste unità fungono anche da indicatori di direzione posteriori.

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COMPATTA. Di profilo, la T.50 si distingue per il condotto d’uscita del radiatore dietro la ruota anteriore, per la divisone dei finestrini laterali e per i cerchi in lega di alluminio forgiati da 19” davanti e da 20” dietro. La T.50 è lunga 435 cm e larga 185 cm; all’interno può ospitare tre persone e bagaglio per 288 litri complessivi. L’aggiunta di telecamere per la retromarcia non aggiunge ulteriore larghezza e consente all’auto di evitare il peso, la resistenza aerodinamica e la sgradevolezza degli specchietti esterni. Una terza telecamera risiede appena sotto la ventola, offrendo una vista perfetta per il parcheggio in retromarcia. Il badge della Gordon Murray Automotive è probabilmente il logo automobilistico più antico del mondo, essendo il tartan della famiglia Murray già dal Dodicesimo Secolo, a testimonianza dell’heritage tutta scozzese di quel genio del Professore.

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