Il cuore di questa Fiat batte a Maranello!

Il cuore di questa Fiat batte a Maranello!

Con una stima d’asta da 250 a 300mila dollari, pari a 220-250mila euro, la Fiat Dino Spider 2400 è sicuramente la Fiat più ambiziosa, quanto a prezzo di aggiudicazione, tra quelle che andranno all’asta durante la Monterey Week, che avrà il suo apice nel weekend di Ferragosto. Proprio sabato 16 andrà sotto il martelletto del banditore uno splendido e genuino esemplare della convertibile moderna più sexy tra quelle firmate dalla Casa torinese, anche se nel caso specifico occorre suddividere il merito del successo del modello tra la città della Mole Antonelliana e Maranello.

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UNA COLLABORAZIONE NATA PER ESIGENZE DI… OMOLOGAZIONE. Non è un caso infatti che la 2400 Spider si chiami Fiat Dino: a metà degli Anni 60, infatti, la Ferrari, all’epoca ancora Costruttore relativamente piccolo, cercò di omologare il suo motore V6 da 2,0 litri per le competizioni di Formula 2 ma, non avendo la capacità di soddisfare la richiesta di produzione annuale di 500 unità, trovò un insospettabile partner nella Fiat, che si impegnò a costruire i motori e a sviluppare una vettura da gran turismo adatta a ospitarli. Ecco quindi nata la Fiat Dino: presentata al Salone dell’Automobile di Torino del 1966 in forma di Spider carrozzata da Pininfarina, la Fiat Dino presentava il V6 a 4 camme Ferrari montato nella parte anteriore, con una potenza dichiarata di 160 CV e uno degli stili più intramontabili di Pininfarina, con linee fluide, proporzioni equilibrate e un’identità italiana decisa. 

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NEL 1969 DINO DIVENTA UNA GAMMA NEL LISTINO FIAT. Nel 1967 seguì la Coupé a passo allungato firmata da Bertone, ma fu il lancio delle 2400 nel 1969 a portare sostanziali progressi meccanici. La cilindrata del motore aumentò infatti a 2418 cc, portando la potenza a 180 CV, mentre la riprogettazione del blocco motore ne migliorò l’affidabilità. La 2400 ricevette anche un cambio ZF a 5 rapporti, freni a disco maggiorati e sospensioni posteriori indipendenti, migliorando notevolmente il comportamento su strada. Ammirare il quadro strumenti di una Fiat di metà Anni 60 con il tachimetro scalato fino a 250 km/h (velocità che in casa Fiat venne toccata solo dalla Coupé 20v Turbo alla fine del secolo scorso) e con il contagiri dotato di fondo scala a 9000 giri produce comunque una certa sorpresa mista ad ammirazione.

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RESTAURO IMPEGNATIVO E TANTI ACCESSORI ORIGINALI. L’auto che andrà all’asta sabato prossimo a Monterey è uno dei 425 esemplari equipaggiati con il propulsore V6 Ferrari da 2,4 litri: questa straordinaria Fiat Dino 2400 Spider, telaio 1396, è stata ultimata nel 1971 e consegnata nuova in Italia, dove pare sia rimasta almeno fino alla metà degli Anni 80. Importata negli Stati Uniti dall’attuale venditore nel 2014, la vettura è stata successivamente sottoposta a un accurato restauro pluriennale che ha incluso la ricostruzione del motore, della trasmissione, del differenziale, delle sospensioni e dell’impianto frenante. Rifinito nell’elegante tonalità di fabbrica Amaranto (162) con selleria in vinile beige, capote ripiegabile in tela nera, volante a calice con corona in legno e dotata di cerchi in lega leggera Campagnolo, questo esemplare è ulteriormente arricchito da un raro hard-top originale. La vettura è accompagnata dal libretto di circolazione italiano, dal tettuccio rigido di fabbrica con relativo cavalletto di sostegno, da un treno di gomme di scorta con cerchi in lega coordinati e da un fascicolo di fatture che documentano le spese sostenute per il restauro. Combinando l’ingegneria Ferrari con l’artigianato torinese, il tutto ammantato da uno stile senza tempo firmato Pininfarina, la Fiat Dino 2400 Spider rimane un’affascinante e collezionabile gran turismo italiana, tanto esaltante da guidare quanto da ammirare. Occorrerà ora vedere se ualcuno sarà disposto a investire una somma così importante per un’auto di gran pregio ma pur sempre presente all’epoca nel listino di un marchio generalista.

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