
Il WRC riparte dal Monte. Ecco tutte le novità per il 2025
Nel pomeriggio di giovedì 23 gennaio prenderà il via il Rallye Monte-Carlo, gara di apertura del Campionato del Mondo Rally 2025, giunto quindi alla sua 53esima edizione per una serie nata nel 1973. Il rally più antico e famoso del Mondiale apre anche nel 2025 la serie WRC che quest’anno prevede 14 round e che include per la prima volta gare nelle Isole Canarie, in Paraguay e in Arabia Saudita.
ADDIO ALL’IBRIDO! Per il 2025 sono previste anche modifiche significative al regolamento tecnico. La categoria regina delle vetture Rally1 non utilizzerà più unità ibride plug-in: di conseguenza, il peso minimo è stato ridotto da 1260 a 1180 chilogrammi e le dimensioni della flangia sono state ridotte da 36 a 35 millimetri per mantenere un rapporto peso/potenza simile a quello degli anni precedenti. Secondo Tom Fowler, Direttore Tecnico del team Toyota Gazoo Racing WRC, la differenza tra le precedenti Rally1 Hybrid e le vetture del 2025 sarà impercettibile a colpo d’occhio dagli spettatori e anche a livello cronometrico, con le nuove auto che potrebbero rivelarsi mediamente più lente di solo 1 secondo al chilometro.
NUOVE GOMME, NUOVI PUNTI. Nel frattempo, Hankook, che subentra a Pirelli, sarà per la prima volta l’unico fornitore di pneumatici per le categorie principali del WRC. Al Rally Devoluy di fine 2024 non è andata bene al “gommista” asiatico. Speriamo meglio a Monte-Carlo. C’è stata anche una modifica al regolamento sportivo. I punti saranno sempre assegnati in base alle prime dieci posizioni della classifica assoluta al termine del rally, con la vittoria che vale ancora 25 punti, ma la classifica del Super Sunday dell’ultimo giorno offrirà cinque punti bonus (contro gli 8 della scorsa stagione), così come la Power Stage di fine rally agli autori dei migliori tempi (dell’ultima tappa e dell’ultima PS) e rispettivamente 4, 3, 2, 1 al secondo, terzo, quarto e quinto.
TRE PILOTI FULL-TIME PER HYUNDAI. Le line-up delle tre squadre iscritte al Mondiale Rally 2025 presentano alcune novità di rilievo. Il belga Thierry Neuville, campione del mondo Piloti in carica e sempre navigato dal connazionale Martijn Wydaeghe, sarà affiancato a tempo pieno da due equipaggi presenti a tutti i 14 appuntamenti iridati, quello composto dai confermati Ott Tanak e Martin Jarveyoja e il neo-acquisto francese Adrien Fourmaux, con Alex Coria a dettargli le note. Escono di scena quindi i poco efficaci piloti part-time Dani Sordo, Andreas Mikkelsen ed Esapekka Lappi.
ROVANPERA A TEMPO PIENO. Rivoluzione anche in casa Toyota, il team campione del mondo Costruttori, con il due volte iridato Kalle Rovanpera che torna al programma a tempo pieno affiancato dall’eterno secondo, il gallese Elfyn Evans, e, part-time, dall’altro plurcampione Sebastien Ogier. Con loro il giovane finlandese Sami Pajari che, dopo le eccellenti prestazioni mostrate nelle scorse stagioni nelle categorie inferiori, è stato promosso per disputare una stagione a tempo pieno con le nuove Rally1, e il giapponese Takamoto Katsuta, ancora alla ricerca della sua prima vittoria in WRC. Sami Pajari, campione WRC2 2024, inizia la sua prima stagione nella massima categoria, per la quale si è riunito con l’esperto copilota Marko Salminen. Per supportare al meglio il suo sviluppo, pur seguendo un percorso simile a quello precedentemente tracciato da Katsuta, la GR Yaris Rally1 di Pajari è iscritta con un secondo team, TGR-WRT2, che si aggiungerà anche alla concorrenza nel campionato Costruttori.
LE PUMA PER I PRIVATI DI LUSSO. Da parte sua la Ford, Casa sempre presente nelle precedenti 52 edizioni del Mondiale Rally, si affida al Team M-Sport di Malcolm Wilson e ai denari della Red Bull per confermare l’olandese Gregoire Munster al volante della Puma Rally 1 accanto all’irlandese John McErlean promosso dalla categoria WRC2 per disputare la sua prima stagione nella categoria regina. A loro si affiancheranno piloti part-time come il greco Serderidis e il lettone Sesks, quest’ultimo in gran spolvero nelle poche gare disputate con la Rally1 inglese l’anno scorso.
TOYOTA PROTAGONISTA ANCHE NELLA CATEGORIA CADETTA. Grande interesse anche per la categoria WRC2 dove, accanto alle protagoniste degli scorsi anni Skoda Fabia, Citroen C3 e Hyundai i20N ci saranno per la prima volta impegnate in una stagione completa le GR Yarsi Rally 2. Oliver Solberg, che ha lottato con Pajari per la corona del WRC2, passa a una GR Yaris Rally2 iscritta da Printsport per il titolo 2025 e ha la possibilità di familiarizzare con l’auto al Rallye Monte-Carlo prima dell’inizio della sua stagione WRC2 di sette round.
DA GIOVEDÌ SERA “PEDAL TO THE METAL”. Noto per le sue condizioni meteorologiche spesso mutevoli che possono portare ghiaccio e neve sulle strade asfaltate, il Rallye Monte-Carlo inizierà e finirà come di consueto nella Piazza del Casinò di Monaco. Partendo giovedì pomeriggio, gli equipaggi affronteranno le tre Prove Speciali di apertura al buio sulla via del ritorno al parco assistenza di Gap. Venerdì, un anello di tre PS a est e a nord di Gap viene percorso due volte, inframmezzato dalla sosta al Parco Assistenza attorno a mezzogiorno per i primi equipaggi a partire. Il sabato segue un formato simile con tre Prove Speciali ripetute a ovest, tra cui la nuovissima PS Aucelon-Recoubeau-Jansac. L’ultima tappa di domenica inizia da Gap, ripetendo due delle Prove Speciali di giovedì sera prima della Power Stage, che tocca l’iconico Col de Turini.
CHI VINCERÀ? Riuscirà Neuville ad aggiungere un terzo trionfo firmato Hyundai sulle strade del Monte-Carlo o sarà Rovanpera ad aggiudicarsi per la prima volta la gara del Principato? Sarà Ogier a proseguire la sua serie di vittorie iridate o assisteremo a qualche sorpresa, come potrebbe essere un successo di Fourmaux, già velocissimo nella gara su neve francese di dicembre, il Rally Devoluy, da lui ampiamente vinto? Lo sapremo domenica pomeriggio, per ora spazio al cronometro e alle gomme chiodate per una gara che per gli Italiani ha il solo rammarico da svolgersi per lo più in zone distanti dal confine, con il solo passaggio finale sul Turini a mantenere viva la tradizione del rally più celebre del mondo.
Ora che siamo arrivati ai Gruppi B ibridi, costosi prototipi prerogativa dei soli costruttori automotive e di un manipolo ristretto di piloti à la page basterà eliminare il sistema ibrido o si dovrà ritornare alle origini?
È un dato di fatto che l’analisi della situazione attuale del WRC, come delineata dall’intervista a Marina Dunach, dipinge un quadro piuttosto preoccupante. La categoria regina dei rally sembra aver perso smalto, soffrendo di costi eccessivi, una crescente complessità tecnologica e una difficoltà a connettersi con le nuove generazioni.
La soluzione potrebbe risiedere in un radicale cambio di rotta, un ritorno alle origini dello sport, un’evoluzione che riporti il rally ad essere uno spettacolo più accessibile, più sostenibile e più emozionante.
Il WRC dev’essere quello delle grandi case e dei team ufficiali o vuole essere di tutti?
Se dev’essere quello di tutti allora ecco alcuni punti chiave di una possibile revisione del regolamento tecnico:
– Semplificazione estrema: Eliminare sistemi ibridi e di sovralimentazione, ridurre al minimo l’elettronica e adottare motori a combustione interna semplici e affidabili.
– Telaio di serie: Utilizzare telai derivati direttamente da modelli di serie, con modifiche limitate per garantire la sicurezza ma mantenendo un legame diretto con le auto stradali.
– Trazione posteriore o anteriore: Limitare le scelte a queste due configurazioni, più semplici e meno costose da sviluppare.
– Carburanti neutrali: Adozione di carburanti sintetici o a base di biomasse, in grado di ridurre drasticamente le emissioni e promuovere la sostenibilità.
– Focus sulla guida: Ridurre l’importanza della tecnologia e mettere al centro l’abilità del pilota.
Perché questa proposta?
– Riduzione dei costi: Semplificando le auto, si abbasserebbero drasticamente i costi di sviluppo e di gestione, rendendo il campionato più accessibile a un numero maggiore di costruttori.
– Maggiore spettacolarità: Auto più semplici e guidate al limite offrirebbero uno spettacolo più emozionante e coinvolgente per il pubblico.
– Sostenibilità: L’utilizzo di carburanti neutrali e di tecnologie meno complesse ridurrebbe l’impatto ambientale del campionato.
– Ritorno alle origini: Un ritorno alle radici dello sport, con auto più semplici e guidate al limite, potrebbe riaccendere la passione dei fan e attrarre nuovi spettatori.
Certamente i grandi costruttori potrebbero essere restii ad abbandonare le tecnologie più avanzate, temendo di perdere il vantaggio competitivo.
Ma ci potrebbero anche essere costruttori artigianali come Dallara in grado di sfornare piccole e leggere vetture tuttodietro vincenti da consegnare agli equipaggi privati (Fiat X1/9 1.6).
Sarà comunque necessario definire un regolamento tecnico preciso e dettagliato per garantire un equilibrio competitivo tra i diversi costruttori evitando amenità come il BoP.
La crisi del WRC rappresenta un’opportunità per ripensare completamente il futuro della categoria. Un ritorno alle origini, con auto più semplici, più sostenibili e più guidate, potrebbe riaccendere la passione dei fan e garantire un futuro brillante per il campionato.