
La Capricorn 01 Zagato è una hypercar da 10 e lode
Nonostante ormai sembra valere il contrario, nessuno ha stabilito che una hypercar debba per forza essere infarcita di tecnologia ed elettronica. Prendiamo a esempio la Capricorn 01 Zagato, sportiva da sogno tedesca di passaporto ma nata nel centro stile di Terrazzano di Rho, nel Milanese: un’auto, pur nella sua complessità meccanica, semplice e analogica, antidoto a bolidi sempre più filtrati e asettici capaci di svuotarvi il conto in banca ma incapaci di farvi provare emozioni vere.
UN’ITALO-TEDESCA DA BRIVIDI. Ma che auto è la 01? Questa “belva” nasce da una collaborazione tra il Capricorn Group e la Zagato: il primo è un colosso specializzato in materiali compositi (ed ex possessore del Nürburgring, giusto per dirne una), il secondo… beh è uno dei carrozzieri più famosi della storia. Sul suo sito, la Capricorn spiega che “la 01 Zagato non è una hypercar da collezionare e nascondere”, ma nasce “per essere guidata, percepita, ricordata”. Parole sante, e vere, visto che la splendida italo-tedesca sarà una hypercar con trazione posteriore e motore centrale, cambio manuale, niente turbo né sistemi ibridi e un focus sul piacere di guida, quella cosetta che in tanti, troppi ormai, sembrano aver dimenticato. Attorno a una monoscocca in fibra di carbonio troviamo freni Brembo in materiale carboceramico, sospensioni push-rod con ammortizzatori Bilstein, un cambio manuale a cinque marce della specialista Cima e cannoni di scarico che puntano dritti alle nuvole.
TANTI CAVALLI E POCHI CHILI. Dietro l’abitacolo niente motori elettrici, tutt’altro: la Capricorn 01 Zagato è mossa un 5.2 V8 di derivazione Ford con compressore volumetrico che scarica sul retrotreno la bellezza di 900 CV. Lo “0-100”? Secondo la casa è una formalità da meno di tre secondi, mentre la punta massima dichiarata è di 360 km/h. Numeri notevoli, ma non c’è molto da sorprendersi, in realtà, visto che il peso a vuoto di questo “missile” è di appena 1.200 kg. Merito di un esteso uso della fibra di carbonio, a cominciare dal telaio, che fa il verso a quello delle sport prototipo che animano il Mondiale endurance, e dalla carrozzeria, mozzafiato e priva di qualsivoglia appendice aerodinamico attivo.
BELLEZZA VERA. Insomma, la Capricorn 01 Zagato sarebbe intrigante anche se fosse più brutta di una Ssangyong Rodius… e invece no, è pure dannatamente bella. Linee taglienti si alternano a forme sinuose, le proporzioni sono muscolose e la silhouette è tesa, un po’ aggressiva e un po’ elegante, impreziosita dall’immancabile doppia gobba sul tetto, firma inconfondibile della Zagato. Il risultato è originale e rappresenta un traguardo tutt’altro che scontato, di questi tempi, dove anche ai massimi livelli tanti scadono in tratti quasi scontati.
SOGNO PROIBITO. L’abitacolo della 01 è stato curato dalla Capricorn seguendo una filosofia che più o meno suona così: “om, less is more, certo, ma qualunque cosa ci cacciamo dentro deve essere il meglio del meglio”. Ecco quindi uno stile minimalista (molto bella la strumentazione vagamente rétro e analogica), abbinato a materiali di pregio come carbonio, soffice pelle e Alcantara, mentre comandi e leve sono ricavati dal pieno partendo da blocchi di alluminio o titanio. Questo progetto, in definitiva, trasuda passione ed entusiasmo come pochi, peccato solo che un’esperienza nuda, pura e analogica paia ormai riservata ai titolari di conti correnti milionari, e la Capricorn 01 Zagato non fa eccezione: ne faranno solo 19, a un prezzo di partenza di 2,95 milioni di euro tasse escluse. Ahi!