La scatola più cool degli anni ’70: la Brubaker Box

La scatola più cool degli anni ’70: la Brubaker Box

La Brubaker Box è una delle vetture più cool degli anni Settanta. Ha una carrozzeria leggerissima realizzata in fibra di vetro, un’unica porta laterale scorrevole per l’accesso, un pannello rimovibile può tetto di rimozione e dei paraurti in finto legno. Ma in quale segmento potremmo ascrivere un veicolo del genere? Bella domanda. Un minivan ante litteram? Un piccolo camper? Una surf wagon? Un’utilitaria? Per alcuni versi può addirittura sembrare un veicolo lunare. In realtà, la Brubaker Box può essere considerato il primo monovolume della storia, eccezion fatta per lo Stout Scarab del 1935.

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DAL ‘MAGGIOLO’ AL BOX. Questa kit car viene realizzata da Curtis Brubaker, che pensa di aggiornare il Volkswagen Type2 Transporter. Concepisce quindi un kit adatto ad essere montato su una qualsiasi Maggiolino e s’attiva per stringere un accordo con la casa di Wolfsburg. Non trovandolo, nel 1972, comincia a comprarsi lui le Maggiolino per convertirle in Box e poi rivendere i pezzi che avanzano. Comprensibilmente, questo modello di business non dura a lunga, i profitti scarseggiano e Brubaker versa presto in bancarotta. Gli investitori dell’azienda cercano di continuare la fabbricazione della Box in vari modi, ma l’unico che offre un riscontro effettivamente positivo è l’azienda californiana AutoMecca di Mike Hansen, che dal 1974 la produce col nome Sports Van.

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VIVA LA FIBRA. Costruita in fibra di vetro, la carrozzeria della Box è composta da 13 pannelli tra interni ed esterni tutti rivettati tra loro. Nei primi prototipi vengono conservati i sedili anteriori Volkswagen e si modifica il divanetto destinato ai passeggeri nella fila dietro. Per aggiungere comfort alla zona di seduta posteriore, viene previsto un cuscino che prolunga il divanetto di cui sopra e che copre la zona sporgente che contiene il serbatoio del carburante. Come anticipato prima, una sola porta scorrevole sul lato destro è l’unica entrata. La radio e gli interruttori erano nel pannello laterale del conducente. I paraurti mimano il legno, ma sono in realtà costruiti con materiale composito. Il parabrezza anteriore proviene dalla Hornet di AMC, le luci posteriori da un truck Datsun e varie altre parti da Chevy El Camino. La Brubaker Box, a metà strada tra una kit car e un veicolo di produzione: è stata prodotta in solo tre esemplari, uno dei quali – modificato – diventa il celebre Roamer della serie TV sci-fi Ark II del 1976.

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È opportuno ritenere che altre 25 vetture siano state costruite da AutoMecca prima che la produzione cessasse, nonostante c’è chi affermI ne siano state messe in circolazione molte di più. Nel 2019, come riportato da Hemmings Daily, Tomo Bullum e Dale Davis – due super appassionati della Box – ne hanno recentemente acquistate due: un kit ancora da allestire e un esemplare trovato in Florida che pare essere uno dei tre originali Brubaker. Pare siano inoltre decisi a rispolverare il progetto per avviare una piccola serie. Sarà vero? Per ora la campagna di crowdfunding è stata lanciata e se volete partecipare, potete farlo qui.

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