Lamborghini: il toro va a prendere la scossa

Lamborghini: il toro va a prendere la scossa

Quando ho visto Stephan Winkelmann era il 2011, a Vallelunga. Ma nonostante non fosse la prima volta che lo incontravo, dato che era successo a Las Vegas qualche anno prima, è stata sicuramente quella in cui mi ha colpito di più. Perché durante la conferenza stampa dell’Aventador, il presidente di Lamborghini non stava presentando solo un nuovo modello. Ma un nuovo percorso (dell’azienda di Sant’Agata). Basta con tori scatenati e famelici, assetati di testacoda e sbandate. Era giunto il momento per nuove supercar, cattive ma non brutali, bizzarre ma non imbizzarrite. Insomma, bestie addomesticate dall’elettronica, a beneficio di tutti: anche dei meno manici (leggi, e a tutto vantaggio delle vendite). Insomma Winkelmann puntava ai numeri e, con l’arrivo prima della Huracán e poi della Urus, ne ha portati a casa parecchi. Quindi, quando ieri mi sono trovato di fronte al presidentissimo (Winkelmann lo è anche di Bugatti) ho abbassato la radio e ho alzato il volume dello YouTube. 

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NOVITÀ ELETTRIZZANTI. Intanto ti dico che il CEO di Lamborghini ha cominciato la conferenza stampa in maniera molto furba. Accattivandosi petrolhead e stampatori di poster per quindicenni. La morale del discorso è: state tranquilli, Lamborghini continuerà a produrre i suoi dodici cilindri. E mentre tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, Winkelmann ha calato il suo asso, e ha parlato di ibridizzazione. Prendendola molto alla larga. Già perché non ha detto vi piazzo una batteria in macchina e fatevela andar bene. No, ha guardato il cielo e ha indicato la nuova stella polare su cui sono state ritarate le bussole di Sant’Agata, la Cor Tauri. E così, l’astro più luminoso della costellazione del toro (guarda caso) è diventato la metafora della Lamborghini che sarà. Una fabbrica verde (carbon neutral già dal 2015) e che sfornerà supercar più o meno elettrificate (di cui la Sian per ora è il laboratorio semovente). Ma Winkelmann lo sa benissimo che gli altri si sono mossi da mo’. E gira la cosa a suo favore: puntiamo a essere i migliori, non i primi. Morale, entro la fine del 2024 tutti e tre i modelli diventeranno ibridi (non a caso si prevedono 1,5 miliardi di euro di investimenti nei prossimi quattro anni. Il goal? Raggiungere il -50 percento di emissioni già nel 2025). E quella che sembra una dichiarazione d’intenti in realtà è soprattutto un invito all’acquisto: petrolhead in ascolto, se volete una Lamborghini dura e pura affrettatevi, perché è partito il conto alla rovescia. Un colpo al cerchio, uno alla botte. Perché dopo aver infiammato i cuori dei benzinai, accenna anche all’arrivo di un fantomatico quarto modello: una Lambo interamente elettrica (entro il 2030). In questa presentazione da era Covid, cioè con il format del monologo in solitaria, Winkelmann si solleva anche un’obiezione. Che in realtà è un assist perfetto. Ibrido vuol dire più peso? “Sì, ma in Lamborghini siamo bravi a far macchine leggere…”. Oltre che a tirar fuori cavalli. Ops, tori. 

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