Lambo Miura Millechiodi: unica ed estrema

Lambo Miura Millechiodi: unica ed estrema

LA SVOLTA. Delle 763 Lamborghini Miura prodotte dal 1966 al 1973 ce n’è una che, se possibile, è ancora più particolare. La 4302 (questo il numero di telaio) uscì dallo stabilimento di Sant’Agata Bolognese nel 1968 sottoforma di ‘normale’ Miura S; poi, nel 1975, una radicale trasformazione ne cambia per sempre la storia: i proprietari Giovanni Sotgiu e Walter Ronchi decidono infatti di omaggiare la iconica Miura Jota, ovvero la Miura concepita per le competizioni (cui mai partecipò) da Bob Wallace e andata distrutta nel 1971 in un incidente. Con l’aiuto del concessionario Lamborghini di Milano Achilli Motors e dell’ex pilota (amico di Bernie Ecclestone) Franco Galli, la Miura S venne rivista da cima a fondo, a partire dal 12 cilindri: così la sua potenza crebbe di quasi 100 cavalli grazie all’aumento della cilindrata (da 3,9 a 4,1 litri), all’adozione di nuovi alberi a camme (di profilo più sportivo) e di un impianto di scarico più ‘aperto’. La carrozzeria venne ispirata alla Jota e alle speciali Miura SVJ: l’anteriore è così dominato uno splitter di dimensioni generose che migliora la stabilità alle alte velocità, mentre i fari hanno una copertura in plexiglass. Al posteriore il paraurti ospita i quattro terminali di scarico e grandi sfoghi per l’aria; diversa pure la fanaleria. Per comprendere l’origine del nome Millechiodi (ispirato a quello dalla versione ‘laboratorio’ della Ferrari 308 GTB Millechiodi – appunto – di Pininfarina) basta osservare da vicino la fiancata: come sulla Jota, molti pannelli della carrozzeria vennero applicati grazie all’utilizzo dei rivetti. A completare il design dell’auto  pensava poi la particolare verniciatura bicolore British Racing Green e oro, mentre l’abitacolo venne rifinito in pelle nera.

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COMPLETAMENTE RESTAURATA. Nel 1979 la Millechiodi passò nelle mani del collezionista padovano Aldo Cudone che la conservò fino al 2001. In quegli anni l’auto fu riverniciata di rosso e venne poco utilizzata. Dopo essere passata di proprietà ancora due volte, la Millechiodi è stata recentemente sottoposta a un completo restauro a opera di diversi specialisti del modenese che hanno fatto tornare al suo originale splendore questo modello: sia dal punto di vista estetico sia meccanico; è stata ripristinata la colorazione verde/oro originale del 1975, l’abitacolo è stato ritappezzato e il motore ricostruito. La Millechiodi è ora in vendita attraverso la società svizzera Kidstone (dalla quale sono riprese le immagini nella gallery); il prezzo non è stato rivelato.

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