Le sportive elettriche sono una grande finzione

Le sportive elettriche sono una grande finzione

Incentivi statali e scrupoli di coscienza non bastano: gli automobilisti di oggi sono sicuramente più poveri e più attenti alle sorti del pianeta rispetto a quelli di trent’anni fa, ma le vendite delle auto elettriche languono. Le eccezionali autonomie sbandierate come un trofeo sulle schede tecniche si scontrano con una realtà ben diversa da quella dei test in laboratorio, tra colonnine di ricarica che non funzionano o non si trovano e batterie che, alle velocità autostradali, si svuotano con la disonorevole rapidità di San Siro dopo un Inter 0 – Pisa 4. Questo inesorabile divario tra teoria e pratica si fa ancor più ampio e difficile da colmare quando si parla di auto sportive, quelle che ci si compra, magari facendo più di qualche sacrificio, per divertirsi nel weekend in pista o su un bel passo di montagna. 

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-2

CONTRO NATURA. Le contraddizioni tra le pesanti e silenziose auto elettriche e le qualità tipiche di un’auto sportiva, come la leggerezza e il rombo accattivante del motore, sono lampanti a chiunque mastichi un po’ la materia. Figuriamoci ai costruttori, che di fronte a vincoli meccanici inestricabili, hanno pensato bene di “snaturare” il più possibile i loro bolidi a batteria. In che modo? Semplice: scimmiottando alcune delle caratteristiche più emozionanti di quelli che vanno a benzina.

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-1

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-5

DAI ROMBI FINTI… In questo All you can eat in cui i piatti hanno più o meno tutti lo stesso sapore, ogni chef sfoggia con orgoglio la sua ricetta. L’Abarth, la cui fama è preceduta da quella delle rumorosissime marmitte sportive che negli anni ’60 e ’70 facevano sentire un pilota anche chi guidava un’utilitaria sgangherata, ha pensato bene di replicare il rombo di un motore turbo a benzina e di farlo uscire da un altoparlante nascosto sotto il paraurti posteriore della 500 elettrica. Il risultato è stato così posticcio da esporre la nuova citycar dello Scorpione al pubblico ludibrio, che i social hanno inevitabilmente amplificato con tanto di video generati dall’intelligenza artificiale nei quali, in barba al politicamente corretto, viene messo seriamente in dubbio il tasso di testosterone dei giovani proprietari dell’auto. Della serie, i veri machi guidano una Uno Turbo i.e, non una mini lavatrice che scoreggia per finta.

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-4

… ALLE CAMBIATE VIRTUALI. Scherzi a parte, la stessa idea l’ha avuta la Hyundai, che però l’ha messa in campo in modo molto più realistico. Benché artefatta, la melodia che a ogni accelerata invade l’abitacolo della Ioniq 5 N replica fedelmente quella dei grintosi quattro cilindri turbo che muovono le “sorelle” i20 e i30 a benzina. Ma i progettisti coreani, probabilmente timorosi che i 650 CV della loro super crossover, da soli, non fossero sufficienti a farne una macchina sportiva, hanno pensato di fare di più: cambiate fake che, azionando le palette dietro il volante, fanno salire e scendere i giri di un motore virtuale e creano, in questo caso per davvero, dei temporanei cali di potenza delle due unità a corrente. Le prestazioni ne risentono in negativo, ma è il prezzo da pagare per sentirsi al volante di una macchina a benzina che, volendo, può anche farvi provare l’ebrezza della sbandata controllata: un software “spegne” il motore anteriore e lascia libero di scatenarsi quello posteriore, che fa slittare in una nuvola di fumo bianco il retrotreno.

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-3

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-6

IL DIVERTIMENTO FINISCE PIÙ PRIMA CHE POI… Nelle auto sportive a trazione posteriore tradizionali, tutto questo è possibile grazie a un differenziale autobloccante meccanico. Proprio come quello che montano le “belvette” elettriche a trazione anteriore del gruppo Stellantis Lancia Ypsilon HF, Alfa Romeo Junior Veloce e Abarth 600e: funziona bene, nel senso che la macchina, anche tenendo giù il pedale dell’acceleratore fino a sfidare le leggi della fisica, rimane ben salda in traiettoria, ma non può fare nulla, proprio nulla per limitare la sete di corrente del motore. Ogni spronata ai 280 cavalli equivale a un micro crollo della batteria: e un micro crollo dopo l’altro, il divertimento, se per divertimento s’intende fiondarsi tra le curve alla velocità di una Porsche 911 anni ’90 in un silenzio rotto solamente dall’aria che s’infrange sugli specchietti, dura davvero poco. Giusto il tempo di affannarsi nella ricerca della colonnina più vicina. Sperando di non rimanere in mezzo alla strada.

Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-8

TURBO DI NOME, MA NON DI FATTO. E i costruttori di super sportive di lusso, come hanno deciso di muoversi in un terreno così insidioso? Prendiamo il caso della Porsche: la trovata del rombo finto è piaciuta e, per la berlina elettrica Taycan (le cui versioni più potenti, guarda caso, si chiamano Turbo…), si è tradotta in una nenia che ricorda un po’ il rumore delle navicelle aliene di alcuni vecchi videogiochi di fantascienza. Scelta discutibile, ma che altro diamine potevano fare? Lasciarla senza voce, appiattendo l’asticella delle emozioni, o magari riprodurre in qualche diabolica stanza del suono il rombo del sei cilindri boxer della 911 GT3, esponendo Stoccarda al rischio di una rivolta popolare?     

LEGGI ANCHE: Supercar elettriche: c’è qualcuno che le vuole?

  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-1
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-3
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-2
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-7
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-4
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-8
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-6
  • Auto-sportive-elettriche-grande-finzione-veloce-5
CONDIVIDI SU
6 commenti su “Le sportive elettriche sono una grande finzione”
  • SaveTheManual ha scritto:

    Totalmente d’accordo su tutto, in particolare trovo ridicolo che le sportive elettriche provino a imitare quelle termiche con rumori finti e finte cambiate, per non parlare dell’autonomia se si tira… ma vabé

    • carburettor_guy ha scritto:

      Pesanti e senza anima, oltre che senza… autonomia. Ma io dico, come si fa a pensare che le auto elettriche, per quanto potenti e velocissime, possano dare le stesse emozioni di un’auto con il motore a combustione, che può essere interpretato, sviluppato, affinato in mille modi diversi, a partire dal numero e dalla disposizione dei cilindri? Per non parlare dei motori rotativi, o ancora di quelli a turbina che ormai molti decenni fa sperimentarono, tra gli altri la Fiat e la Lotus. L’auto elettrica non è altro che il triste specchio dell’epoca triste che sta vivendo l’industria dell’auto. E non mi stupisce più di tanto (ma mi fa tanta tristezza) che i progettisti facciano ricorso a certi “trucchetti” per cercare di renderle più appetibili. È l’apparenza che vince sulla sostanza, ma se vittoria sarà, sarà una vittoria di Pirro, perché gli appassionati veri rischiano di pagare un prezzo altissimo, ossia la scomparsa delle auto che emozionano davvero. Una volta ti divertivi con la 127 del nonno, oggi non ti bastano 40.000 euro per una Mini JCW e puoi averla solo con un cambio automatico che in scalata è lento come una quaresima. No, non è più un mondo per chi ama le auto belle da guidare e non può permettersi una 911 GT3…

  • Marmittone ha scritto:

    tra le sportive e le elettriche c’è la stessa differenza che c’è tra il fare sesso e vedere un porno su internet

  • dani_cresta ha scritto:

    Temo proprio che la categoria delle sportive andrà a scomparire, salvo che sull’alta gamma. Sportività non è solo prestazioni; piuttosto è stile di vita, immagine e, soprattutto, la sensazione di possedere un mezzo esclusivo. Quale esclusività si prova nel guidare una vettura che ha le stesse prestazioni di un suv da 2 tonnellate?

    • Dragonsnake ha scritto:

      Analisi impietosa ma ahimè veritiera. La mia prima macchina è stata una a112 abarth. 70 cavalli, roba che oggi una motozappa ne ha di più. Ma il motore cantava libero, e più lo spremevi e più rombava e in ogni marcia voleva passare i 7000 giri e tu te la godevi. E ti godevi le sgommate nei prima-seconda, e il sottosterzo senza fine eguito da un sovrasterzo brutale quando mollavi il gas… era una lotta, una piccola lotta di enorme soddisfazione. E pari soddisfazione ti dava riuscire a passare auto più grandi e pretenziose. E goderti le scritte abarth qua e là, il volantno sportivo, gli strumenti supplementari…. oggi che gioia c’e se una delle auto più banali e tristi che conosca, cioè una tesla, può bastonare quasi chiunque? Che gioia c’è se a tenere l’auto in strada c’ è l’elettronica? Forse il vero problema è che sono solo un boomer nostalgico… me lo auguro. Ma per intanto mi tengo stretta la mia vecchietta che va la metà di una tesla ma mi dà un milione di soddisfazioni in più

Lascia un commento

INCENTIVE
VIDEO
ALTRI VIDEO